
Un altro fondamentale scritto di Claudio Pipitone, il cui contributo nel divulgare l’argomento e’ indiscutibile, vista la sua pluridecennale esperienza in materia e i numerosi scritti da lui pubblicati sul suo sito personale e i contributi offerti da Claudio a Wikipedia nel compilare le voci relative
di CLAUDIO PIPITONE
Kokyu 呼吸 (scritto in kanji) è un termine della lingua giapponese usato nelle arti marziali giapponesi ed in particolare nell’Aikido. Significa manifestazione del Ki 氣 all’esterno del nostro corpo, estensione del Ki all’esterno, o anche esercitare il Ki fuori di noi.
Le parole Kokyu-Ho e Kokyu-Nage si riferiscono ad una parte fondamentale ed imprescindibile dell’Aikido e pertanto ricorrono molto sovente. Vi sono moltissime tecniche nell’Aikido basate sull’estensione all’esterno del Ki, specialmente in quelle numerose e molteplici tecniche chiamate tutte genericamente kokyu-nage ma che si diversificano moltissimo le une dalle altre per tipologia di risposta ad uno specifico attacco.
La tecnica di kokyu-nage è la proiezione dell’avversario ottenuta attraverso un’azione del kokyu, cioè estendendo all’esterno il proprio Ki (generando quindi proprio kokyu) dopo aver coinvolto in questa azione il Ki dell’avversario (utilizzando quindi il kokyu dell’avversario).
Il kokyu è quindi quel particolare movimento del Ki che si manifesta esteriormente attraverso il movimento del corpo che segue il movimento del Ki ; ciò vale sia quando si agisce come tori (cioè colui che esegue la tecnica di difesa) sia come uke (cioè il partner d’allenamento che si presta ad attaccare ed a ricevere l’effetto delle tecniche eseguite dal tori).
Avere un forte kokyu significa possedere un’elevata capacità di espressione e di controllo dell’estensione all’esterno del proprio Ki e padroneggiarlo in modo che il corpo irradi sempre il Ki in modo vigoroso in ogni circostanza: in tale modo si riesce a muoversi ed a proiettare l’avversario senza fatica e con estrema naturalezza ed efficacia, per effetto dello sfruttamento dell’energia interiore e della forza fisica dell’avversario, piuttosto che per effetto dell’impiego della propria forza fisica ed energia interiore.
Anche per portare gli atemi con efficacia (cioè i colpi a percussione portati con gli arti) è richiesto un forte kokyu e quindi non basta possedere una buona tecnica di atemi.
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Pubblicato la prima volta su
http://www.endogenesi.it/kokyu.htm
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