di CARLO CAPRINO - Sono passati un po’ di anni da quando il mio primo insegnante, per motivi di lavoro, dovette cambiare città e affidare a me il corso di Takemusu Aikido che fino ad allora aveva diretto così bene da portare diversi di noi allievi, in pochi anni, all’ambito traguardo della tanto agognata “cintura nera”. Passai così “dall’altra parte della barricata” e cominciai a sperimentare quanto fosse comodo il ruolo dell’allievo e quanto, viceversa, impegnativo quello dell’insegnante