Katana Kake, il Rastrelliere Porta Armi


Come occupare piacevolmente e utilmente un fine settimana altrimenti inattivo: costruiamo assieme un Katana Kake, o una rastrelliera porta armi da cinque posti

di CARLO CAPRINO

Come ho detto altre volte, nei miei “lavoretti” di bricolage faccio in modo, per quanto è possibile, di utilizzare materiali di scarto o riciclati. Questo non solo per una questione di risparmio economico ma anche per la piccola soddisfazione di restituire a “nuova vita” un qualcosa che sarebbe altrimenti destinato alla discarica. Se devo costruire qualcosa che preveda l’impiego di assi i legno di limitate dimensioni, solitamente la mia scelta cade su vecchi pallets, quella specie di gabbie di legno quadrate usate per la spedizione di merci ingombranti che, dopo aver assolto il loro ruolo, sono spesso destinate al camino.

I pallets destinati ad essere riutilizzati vengono realizzati con materiali solidi e abbastanza rifiniti, quelli a perdere invece, sono quasi sempre molto grezzi e con assi di legno ruvide, storte e piene di nodi e crepe. Insomma, per farla breve, già il trovare qualche pezzo recuperabile e metterlo in condizioni di essere riutilizzato è una bella sfida, ma anche questa è una soddisfazione, riuscire a vedere un qualcosa di utile, se non bello, dove altri vedono solo un legnaccio. Tempo fa mi sono dedicato alla realizzazione di piccole rastrelliere porta-armi, simili a quelle che solitamente ospitano katana e wakizashi, ma in questo caso ho aumentato il numero di alloggi disponibili, in modo da consentire loro di accogliere almeno quattro bokken, kodachi oppure jo, ovvero la dotazione di armi di una coppia di praticanti di buki waza, ovvero tecniche con armi. Ho realizzato due prototipi abbastanza diversi tra loro, uno più “essenziale” ed uno un po’ più elaborato, ma entrambi con tecnica di costruzione uguale.

Per prima cosa ho selezionato le assi da impiegare, in base alle dimensioni delle rastrelliere da realizzare; considerando che queste erano destinate ad ospitare armi di lunghezza assai diversa tra loro (da un jo di 130 cm ad un kodachi di 55 cm, passando per il metro e qualche centimetro di un bokken) la priorità era assicurare una base abbastanza ampia da garantire stabilità con l’impiego di armi lunghe, ma comunque tale da poter accogliere anche le armi più corte. Inoltre, sempre al fine di aumentare la stabilità della rastrelliera, ho ritenuto opportuno prevedere una base relativamente “pesante”, anche per assicurare un minimo di solidità al tutto.

Dato il grado di rifinitura delle assi da impiegare, la prima operazione è stata quella di operare una sgrossature delle tavole, con carta vetrata di un paio di grane diverse. Per la base delle rastrelliere ho usato le travette portanti dei pallet, mentre per i montanti le assi più sottili che ne costituiscono l’intelaiatura.

La Gru, il simbolo della TAAI

Per determinare l’altezza della rastrelliera ho fissato una distanza tra le armi di circa dieci centimetri, in maniera da renderne agevole la posa ed il prelievo e non creare intralci con eventuali tsuba o eventuali altre sporgenze. In base poi alle dimensioni della sezione trasversale delle armi da sostenere ho stabilito la dimensione degli alloggiamenti, orientandomi su una “bocca” di circa 3,5 cm ed una profondità di 5 cm. Ho quindi tracciato l’asse e il profilo degli alloggiamenti stessi, inclinati di 45° rispetto alla verticale.

La parte terminale degli alloggiamento l’ho realizzata praticando dei fori di opportuno diametro con una sega a tazza, ed ho poi completato l’alloggiamento stesso con due tagli paralleli, dalle tangenti del foro al bordo dei montanti, raccordando e “ammorbidendo” i bordi con raspa e carta vetrata. Per evitare spigoli vivi e per una sorta di uniformità con il fondo degli alloggiamenti, ho eliminato gli spigoli nella parte terminale superiore dei montanti, stondandoli con seghetto e raspa. Allo stesso modo dei montanti ho realizzato i due piedi di appoggio, sempre stondando le estremità per una sorta di uniformità estetica.

Messi insieme i vari pezzi a forza di spine in legno e vinavil, ho dato al tutto una mano di tintura impregnante all’acqua per dare alla rastrelliera un colore uniforme e mettere in rilievo le venature del legno.

Passando alla parte meramente estetica, sulla base di appoggio ho applicato una targhetta di legno, lasciata di colore chiaro, su cui ho inciso a forza di sgorbia i kanji di “Daito Ryu Aiki Budo” e “Takemusu Aikido”, passando poi nella incisione un pennello con inchiostro nero per farla risaltare sul fondo chiaro.

Sulla traversa superiore della rastrelliera “dedicata” alla “Daito Ryu Aiki Budo” ho applicato una riproduzione del mon del clan Takeda, realizzato sempre con un pezzo di legno tagliato a forma di rombo, tinto di nero e con le diagonali, anche in questo caso, realizzate tramite incisione.

Daito Ryu Aiki Budo

Nel caso della rastrelliera “dedicata” al “Takemusu Aikido” invece, la traversa superiore è stata realizzata con un pezzo di legno a sezione circolare (un vecchio manico di scopa…) su cui ho praticato dei fori passanti.

Ho poi tagliato un pezzo di legno a forma di cerchio, ci ho disegnato sopra il logo della Takemusu Aikido Association Italy (impresa a dir poco ardua, visto l’intrico di linee…) poi incise con sgorbia ed evidenziate con inchiostro rosso. Ho fissato questa “medaglione” a due pezzi di corda di canapa grezza tramite dei chiodi a U, ed ho poi legato i capi delle corde alla traversa superiore ed al basamento inferiore (passandoli nei fori realizzati).

Anche in questi casi, il risultato è ben lontano dalla perfezione, sia per la mia scarsa perizia, che per la dotazione di attrezzi poco professionali ma anche per una precisa scelta, volendo dare comunque una impronta artigianale e non “di serie” ai due oggetti.

Copyright Carlo Caprino ©2008


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Un pensiero riguardo “Katana Kake, il Rastrelliere Porta Armi”

  1. Quando si ha qualche ora di tempo libero da dedicare ai vari hobby di ciascuno di noi, ovviamente le scelte ricadono a qualsiasi cosa appartenente alle arti marziali.
    Disegnare e lavorare tavole di legno, eseguendo degli incavi ed intarsi in modo da realizzare le rastrelliere porta armi, risulta gratificante l’opera finale caratterizzata anche dalla colorazione dell’impregnante usato e dalla vernice ad acqua utilizzata per rendere lucida ogni parte del legno che dovrà diventare il porta katana in stile giapponese.

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