
Aikido Italia Network non può che unirsi all’auspicio di Piernicola Vespri in una giornata così triste per l’Aikido nazionale e internazionale. Riposa in pace vecchio maestro, ovunque tu sia
di PIERNICOLA VESPRI
Oggi chiunque salirà sul tatami dedichi la lezione al Maestro Fujimoto, che ha dedicato la sua intera vita a farci conoscere, amare, studiare l’Aikido…
Pratichiamo tutti con il Mestro al nostro fianco che ci rimprovera con il sorriso per la nostra pratica maldestra.
Now he is everywhere!
Non ho avuto modo di conoscerlo personalmente sul tatami, ma è in me comprensibile il dolore e la tristezza di quanti lo hanno conosciuto a tutta la sua famiglia va in mio cordoglio.
Giuseppe Golin
Non ho conosciuto il Maestro Fujimoto, ma il 28 Dicembre 2011 ho partecipato al raduno di fine anno a Milano insieme ad un mio compagno di Dojo.
Quello che segue è un breve racconto che ho scritto per condividere con gli altri miei compagni e compagne l’esperienza che avevo vissuto.
Questo è il mio personalissimo saluto al Grande Maestro.
Non so da dove cominciare, non so se seguire un ordine, ad esempio quello cronologico o lasciare che i pensieri prendano forma e sostanza attraverso le parole….vediamo un po’ cosa viene fuori.
L’immenso tatami ha iniziato piano piano a popolarsi di infinite Hakame e cinture bianche e una BIANCHISSIMA, la mia. Stranamente non mi sono chiesta:-Ma io cosa ci faccio qui?_ero dove dovevo e volevo essere, nel posto giusto, il posto giusto per me. OK la vicinanza di una Hakama dello spessore di Fabbri mi ha dato sicurezza, ma non gliel’ho detto e non diteglielo nemmeno voi altrimenti si monta la testa. Sento voci, rumori di bastoni, di ciabatte, poi….SILENZIO….tutti in seiza, le cinture nere davanti, gli altri dietro, il Maestro è arrivato.
EHI!, ma non doveva essere giapponese? MAH!
RIDSCALDAMENTO
RESPIRO
GASHO
Che bello, mi sento divinamente!!!
…e le tecniche?….
…Oddio, le tecniche!!!……
Mi dico:- Tranquilla, sei nel posto giusto, lasciati andare, segui il flusso, la corrente di energia che questo posto, queste persone ti trasmettono e tutto andrà per il meglio!-
Si comincia.
Mi alleno con un ragazzo russo, con una ragazza che non sa bene da parte farsi e mi riconosco in lei, poi con un uomo tanto, troppo gentile che ripetutamente mi sceglie come uke e gli dico:- Hai perso fin troppo tempo con me!- e lui:- Non è vero!-
Ascolto il maestro Roberto Travaglino, i particolari della presa, delle mani, delle gambe, dei piedi e provo a fare del mio meglio, io ce la metto tutta.
Mi rendo conto che sono lì, presente in quello che sto facendo, il tempo non esiste, non devo fare nient’altro che quello che sto già facendo…fantastico.
Il tatami non mente e sul tatami non puoi mentire, lì sopra sei come sei, sei quel che sei e basta.
A mezzogiorno iniziano gli esami.
Alcuni esaminandi mi sembrano tesi, altri tranquilli, diverse Hakame si prestano a fare da uke, il maestro chiede di eseguire una tecnica, i praticanti la eseguono, ognuno a suo modo, ognuno con sua “calligrafia”, mi sembra quasi di sentire la presa di tori o l’energia che ti trasmette nella caduta.
(per chi ha letto Aleph di Coelho, come nel capitolo sull’aikido, ma al contrario), una specie di aikido VIRTUALE.
Inizio a sentire freddo, poi gli esami finiscono.
Una pizza, due passi per sgranchire le giunture messe a dura prova dall’allenamento e da tutto il tempo passato in seiza e si ricomincia.
Arriva un altro Maestro Roberto Foglietta…mi sa che Fujimoto non si presenta!
Parla di sentire il CONTATTO, di assorbire l’ENERGIA, di lasciare uscire l’energia, mi sembra un aikido piuttosto “potente” il suo, non so cosa saprò fare. Mi alleno con una signora di circa 60 anni, mi trasmette leggerezza e determinazione, vorrei essere come lei!
Poi mi alleno con un ragazzone russo di circa 120 kg, sono un po’ preoccupata, gli faccio capire che vorrei essere prima UKE, ma lui insiste, a gesti mi fa capire che vuole essere lui UKE, data la sua mole, la sua Hakama, la stanchezza che oramai si fa sentire, mi arrendo e faccio come vuole lui.
Ehi! C’è anche Fabbri!, me ne ero quasi dimenticata, lo avevo perso di vista.
Sono sollevata dal fatto che pesa almeno 40 kg in meno del russo, ma subito lui mi smonta dicendo:- Mi alleno con te così mi RIPOSO un po’!-
Gli vorrei fare un ikkio o ionkio o non so cosa, ma faccio quello che riesco a fare e meglio che posso. Dice che devo ENTRARE, cercare il CONTATTO, fare la presa così e il passo cosà….ringrazio…e vado a cercare un altro uke.
Di nuovo gli esami.
Doccia bollente, spogliatoio vuoto…a volte basta poco per sentirsi felici.
In macchina, si torna a casa.
Mi sento tanto, ma tanto più LEGGERA!
Il maestro giapponese non l’ho visto, ma a detta di chi ha molta più esperienza di me i maestri dello stage avevano l’impostazione di Fujimoto.
Il Grande Maestro non era lì presente in carne e ossa, ma era lì ben presente attraverso i suoi insegnamenti, attraverso ciò che ha trasmesso a chi ha praticato con Lui e questo non è poca cosa.
Cristina (una formichina sul tatami di Fujimoto)
Cari amici di Aikido in Italia,
Ieri con profondo dolore abbiamo appreso della morte di Fujimoto Senseii, il grande maestro di aikido che ha attraverso il suo lavoro in Slovaccia aveva molti seguaci entusiasti.Il Masetro Fujimoto era un grande amico del maestro Masatomi Ikeda, il direttore d’onore tecnico della Slovacchia .Noi piangiamo per lui, e vogliamo stampare i nomi di tutti i membri della Aikikai Slovakia della sua famiglia e tutti aikidoka in Italia, le nostre condoglianze e la più profonda simpatia. Indimenticabile maestro Fujimoto rimarrà nella nostra memoria onorevole.
Il 24 febbraio, ero all’ultimo saluto del Maestro. Lui era presente, immobile nella sua bara di legno chiaro, la commozione intensa, molti i partecipanti uniti nella angoscia di quel momento. Grande la dignità dei suoi famigliari e di tutti noi. Poi la cerimonia funebre con il suono della campana ripetuto centinaia di volte, ha, piano piano, lasciato allontanare i resti mortali del Maestro e tutto si è trasformato in energia. Energia tante volte cercata sul tatami, tante volte cercata dentro noi stessi. Quel pomeriggio improvvisamente, dopo che la campana ha suonato centinaia di volte tutti noi eravamo una piccola parte della storia del Maestro Fujimoto. Maestro Fujimoto era una parte per tutti noi. Arrivederci Maestro
Non ho parole nel sapere oggi che é venuto a mancare il mio carissimo Sensei… E stato un grandissimo honore aver avuto degli sui insegnamenti, che ancora oggi ne sento i benefici! Mi mancherà come Sensei e come uomo…I miei più sentiti cordogli alla famiglia ed a tutti que l’anno a cuore!
[…] Fujimoto Yoji R.I.P […]
Assieme a Hosokawa, Fujimoto è stato una delle due colonne portanti, una delle cariatidi dell’Aikido italiano dagli anni ’70 in poi.
Fino al ritiro dalle scene per motivi di salute del Maestro Hosokawa, esistevano due correnti aikidoistiche: quella hosokawiana, considerata come maggiormente idealista ed ispirata all’essenza di questa disciplina – basti pensare alle tecniche di hojo – e quella fujimotiana, formalista, legata alla pedissequa ed iterata esecuzione del movimento.
Non posso dire, a parte una brevissima parentesi situata fra metà anni ’80 e ‘90, di essere mai stato devoto a Fujimoto, sebbene l’avessi incontrato innumerevoli volte nelle mie peregrinazioni per i Dojo di allora.
Sono umanamente dispiaciuto e rammaricato della sua scomparsa, peraltro precoce, tuttavia se devo esprimere un giudizio sulla sua figura, ma soprattutto sulla sua personalità, non intendo certo farlo con quell’ipocrisia edulcorata e formalmente corretta che caratterizza omelie funebri o necrologi ufficiali.
A mio avviso, Fujimoto era il prototipo dell’ennesimo maestro giapponese con la coda di paglia. Di certo un professionista dell’Aikido, anzi un business man, un imprenditore dell’arte marziale, ma oltre a questo non posso che avanzare qualche perplessità.
Praticava un autoritarismo (che per inciso non avverso a priori) becero e vanesio, che spesso sprezzantemente esercitava nei confronti di allievi o di chiunque ritenesse essergli subordinato.
Mi sembra ancora di vederlo pontificare seduto a capotavola di raduni conviviali post-seminaristici di Aikido salvo poi, con atteggiamento assai poco conforme a quello spirito nipponico – per non dire yamato, per quanto inconsapevolmente incarnato – ignorare fatti e realtà nei confronti dei quali, in qualità di rappresentante in Italia dell’Aikido, avrebbe dovuto pronunciare un giudizio.
Come ad esempio il seguente:
http://aikidoitalia.com/2011/12/04/lettera-di-kaoru-kurihara-a-tutti-i-membri-dellaikikai-ditalia/
[…] 2 Fujimoto Yoji R.I.P 6 COMMENTI febbraio 2012 […]