
Abbiamo il piacere di pubblicare un estratto de “Il Fenomenologo“, un distillato del pensiero, delle intuizioni e delle opinioni di Ellis Amdur sull’Aikido e sul Budo. Il suo libro-intervista, che ha ottenuto un notevole successo nella sua versione originale in inglese, è uscito in italiano per i tipi di Aikido Italia Network Publishing ed è disponibile per l’acquisto su amazon.it
di ELLIS AMDUR & SIMONE CHIERCHINI
“Poco fa lei ha menzionato Ueshiba Morihei sensei e il suo passato nel Daitō-ryū. Si limitò a clonare il Daitō-ryū, come hanno sempre sostenuto da quella parte della barricata o lo rimodellò completamente e ne trascese il significato originale, come è stato detto a noi studenti di Aikidō?”
“Né l’una né l’altra cosa. [ride]
“Ok. Allora, prima di tutto, Stanley Pranin mostrò a Takeda Tokimune il filmato di Ueshiba del 1936 e la reazione di Tokimune sensei fu: ‘Yappari sore wa Daitō ryū’ [Wow! Quindi dopotutto faceva Daitō-ryū!] Si considerino le implicazioni di tale affermazione: il più antico filmato di Daitō-ryū che abbiamo, riconosciuto come tale dal figlio di Takeda Sokaku, è quello di Ueshiba Morihei. In realtà, ce n’è uno più vecchio che è appena uscito; un film di Ueshiba ripreso nella sede dell’Ōmotokyo, dove si vede Ueshiba nel 1934-35.
“A proposito, esisterebbe un mitico filmato di Takeda Sokaku, girato a sua insaputa, o almeno così mi è stato detto. Si presume che sia stato girato all’Asahi Shinbun, ma non è mai riemerso. Potrebbe essere vero, o forse no – ho sentito un Ueshiba Morihei e il Daitō-ryū resoconto di seconda mano di qualcuno che l’avrebbe visto, e avrebbe scambiato la figura tozza e sgranata per Ueshiba Morihei, finché non gli è stato detto che era Takeda. Chi lo sa forse è vero, forse no. In caso contrario, il filmato più vecchio
di Daitō-ryū è quello di Ueshiba Morihei. Il testo didattico sul Daitō-ryū più vecchio, al di là delle pergamene criptiche di vari insegnanti di Daitō-ryū, è il Diario di Takeshita. L’ammiraglio Takeshita tenne un diario relativo alla sua formazione con Ueshiba negli anni ‘20 e nei primi anni ‘30. Esiste forse un altro taccuino di Yoshida Kotaro, credo, ma si dice che sia piuttosto criptico.
“Se guardate i filmati di Ueshiba Morihei, non badate al suo uke, guardate i suoi gesti, guardate le cose che faceva, faceva ancora molto Daitō-ryū puro fino al giorno della sua morte. Finiva sempre una forma facendo questo kamae con le mani [mostra il gesto delle mani ten-chi]. Fondamentalmente, sta bilanciando la sua energia e non sto parlando di energia mistica. Certo, può anche aver avuto un significato simbolico per lui, ma sto parlando di un bilanciamento delle forze all’interno del corpo. Non è solo una posa drammatica, ed è puro Daitō-ryū. In questo senso, gli storici dell’Aikidō sono stati poco sinceri nel migliore dei casi, e disonesti nel peggiore.
“Quello che non è giusto nei confronti di Ueshiba è questo: tradizionalmente parlando, nelle arti marziali giapponesi, se tu, per qualsiasi motivo, hai scelto di fare cose significativamente diverse dal tuo maestro non solo nella tecnica, ma nel pensiero, nell’atteggiamento o nella dottrina, allora è più rispettoso cambiare il nome dell’arte. Data la diversa cornice che Ueshiba mise intorno alla sua arte, visto come la impregnò di Ōmotokyo e altre dottrine e pratiche neo-Shintō, sarebbe stato più irrispettoso continuare a chiamarla Daitō-ryū.
“Non è certo rispettoso sostenere che Ueshiba abbia preso poco o niente dal Daitō-ryū, che abbia fatto tutte queste altre arti marziali e le abbia combinate. Questo non è vero. Allo stesso modo, si sente dire ai judōka ‘Oh, il BJJ è semplicemente Judō’. No, non lo è; è diventato qualcosa di diverso. Proprio come il Judō non è il Tenjin Shinyō-ryū, e proprio come il Sambo non è il Judō.
“Avevo uno studente anziano di Araki-ryū (荒木流) e gli accordai il permesso di iniziare un suo gruppo. Dopo alcuni anni, osservai quello che stava facendo, e alcune cose erano diventate davvero diverse da me. Non sto dicendo che erano sbagliate. Quello che sto dicendo è che erano abbastanza diverse da farmi dire: ‘Questo non deve essere identificato con me’. Abbiamo avuto una discussione e quello che lui e i suoi studenti fanno è ora chiamato Araki Shin-ryū (荒木心流). Se qualcuno dice: ‘Ma sta ancora facendo lo stesso kata che fa Ellis Amdur’ – non è vero. Potresti prendere due bottiglie identiche e riempirne una di Calvados e una di Grappa. Non sono la stessa cosa.
“John Driscoll ha condotto uno studio sul corpus delle tecniche di Aikidō – è sul mio sito kogenbudō.org. Ha scoperto che l’unica tecnica in tutto il corpus di Aikidō che non si trova nel Daitō-ryū è il modo di fare koshinage di Ueshiba: il koshinage con il corpo perpendicolare. John non è
riuscito a trovarlo in nessun curriculum di Daitō-ryū. Lo si trova nello Yagyu Shingan-ryū, che è un’arte che Ueshiba ha studiato per alcuni anni prima del suo studio nel Daitō-ryū. Quindi quella tecnica è diversa.
“In relazione alla sua spada e al suo bastone, ho ricostruito molto del suo allenamento con le armi – questo è descritto nel mio libro, Hidden In Plain Sight. In alcuni luoghi, insegnava spada con movimenti basati su tre sub-kata di Yagyu Shinkageryū. A Iwama, basò la sua spada su alcuni kata e tecniche di Kashima Shintō-ryū. Nessuna praticante di Kashima Shintō-ryū o di Yagyu Shinkage-ryū rivendicherebbe quelle forme nelle interpretazioni di Ueshiba: il maai è diverso, l’uso dell’arma è diverso. Lui prendeva forme disparate, si ispirava ad esse e ci metteva la sua arte: quindi sono Aiki-ken o Aiki-jō.
“Questa è la mia risposta. Penso che Ueshiba meriti il rispetto di dichiarare che fece le cose in modo diverso, nel senso che usava l’Aikidō come una forma di misogi. Aveva obiettivi diversi. Usava le arti marziali per scopi diversi, che erano, per molti versi, antitetici a quelli di Takeda Sokaku. Questo era esemplificato fisicamente, dove proiettava le persone verso l’esterno della proiezione invece di piegarle verso l’interno. Mentre il Daitō-ryū classicamente ti mette in uno spazio da cui non puoi scappare, l’arte di Ueshiba, in generale, ti pone al limite di questa vulnerabilità e poi apre uno spazio per farti cadere. Questa è una lettura diversa dello stesso waza. [1]
“Altri insegnanti di Daitō-ryū si comportarono allo stesso modo: Okuyama Ryūho con il suo Hakko-ryū; Okamoto Seigo con il suo Roppokai; lo Hakuhokai di Okabayashi Shogen, per fare tre esempi. Esiste un vasto numero di organizzazioni a cui hanno cambiato il nome: per ragioni politiche, per rispetto, o per una convinzione/realizzazione che i cambiamenti che sono stati apportati sono a tal punto significativi che ciò che propongono non dovrebbe essere chiamato con lo stesso nome della loro arte madre, come ha fatto anche il mio allievo.
“Questo è un fenomeno comune in tutta la storia delle arti marziali giapponesi. Pertanto, non è giusto nei confronti di Ueshiba affermare che sta facendo ‘Ueshiba-ha Daitō-ryū’. E non è nemmeno giusto nei confronti di Takeda Sokaku sostenere che Ueshiba avesse qualcosa meno di un profondo debito nei suoi confronti.”
[1] Questa distinzione tra la tecnica di Aikidō e il Daitō-ryū waza classico mi è stata
fatta notare per la prima volta da Dan Harden.
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Il Fenomenologo
Intervista a Ellis Amdur
I Dialoghi Aiki #4
di Simone Chierchini, Ellis Amdur
Aikido Italia Network Publishing
Ellis Amdur è un rinomato studioso e ricercatore sulle arti marziali, un insegnante in due diversi Koryū e un ex-appassionato di Aikidō.
I suoi libri su Aikidō e Budō sono considerati unici in quanto usa le sue esperienze personali, spesso sconvolgenti o scandalose, per illustrare i principi di cui scrive. Le sue opinioni sono inoltre supportate da solida ricerca e dalla sua esperienza di primissimo rilievo sul campo.
“Il Fenomenologo” non costituisce eccezione a quanto sopra. leggi il punto di vista di Amdur sull’Aikidō e sul suo debito verso il Daitō-ryū, scopri le differenze tra passato e presente all’Aikikai Hombu Dojo, rivivi la tragica figura di Yoshio Kuroiwa, vedi cosa Ellis ha da dire su qualsiasi tentativo di politicizzare l’allenamento nel Budō e molto altro.
Contenuti
Alla Scoperta dell’Aikidō. Padre e Figlio. Il Passato e il Presente dell’Aikikai Honbu Dojo. Kuroiwa Contro Yamaguchi. Ukemi e Misogi. “Armonia-light” e i Suoi Albori nell’Aikidō. “Oh, Non Ho Bisogno di Alcuna Forza per Farlo!”. Il Dilemma del Cross-Training. Ueshiba Morihei e il Daitō-ryū. Filmare l’Aiki. Problemi di Performance. Estendere il Ki. Il “Grande Parificatore”.

A Duello con O-sensei
I Classici del Budo #1
di Ellis Amdur
Se esistesse un “libro di arti marziali normale”, questo ne sarebbe il gemello malvagio. Spietatamente onesto, e scritto dalla prospettiva unica di insider trasformato in outsider, in questo libro Ellis esplora gli aspetti del budō, le sue filosofie e i suoi dilemmi attraverso la lente dell’aikidō , un’arte marziale moderna il cui fondatore è discusso con toni reverenziali e avvolto in una mistica quasi religiosa. Guardando all’idea del budō come modo di vivere e come percorso verso la perfezione personale, Ellis affronta le complessità e le contraddizioni del mondo reale dietro questi stereotipi semplificati, rivelando intuizioni che hanno valore per qualsiasi artista marziale o anche per un non artista marziale con un interesse per gli aspetti più oscuri della natura umana. (Dave Lowry, autore di Persimmon Wind)