Questa intervista al Dott. Karl Friedrich Leisinger, allora presidente dell’European Aikido Federation, fu realizzata da Simone Chierchini nel 1989. Le parole di Leisinger colgono in modo preciso e quasi profetico le cause e gli effetti dell’imminente crollo del sistema basato sulle grandi organizzazioni nazionali Aikikai e sul supporto dell’Aikikai Hombu Dojo agli Shihan residenti
di SIMONE CHIERCHINI

Dopo un esauriente preambolo sulla storia politico-organizzativa della European Aikido Federation, il dott. Karl Leisinger, presidente della EAF, ci presenta un allarmante quadro del futuro prossimo venturo dell’Aikido in Europa. La causa? Il nuovo [1989], per certi versi insensato, regolamento dell’Hombu Dojo di Tokyo per gli Shihan giapponesi in viaggio fuori dal Giappone.
Approfittiamo del Raduno Internazionale organizzato a Mantova dall’Aikikai d’Italia in aprile [1989] allo scopo di sostenere finanziariamente l’operato della Federazione Europea di Aikido, per avvicinare il Presidente della EAF, il dott. Karl Leisinger.
È nostra intenzione avvisare subito il lettore che le tematiche aikidoistiche a livello internazionale, le manovre, i complicati rapporti, la storia di certi avvenimenti, alcuni fatti oscuri, in altre parole il complesso equilibrio del potere che regola la diffusione dell’Aikido nel mondo, non possono essere trattati esaurientemente in un solo articolo; né abbiamo la presunzione di rivelarvi la “verità”. In questo senso, però, il dott. Leisinger è stato una valida eccezione. Ha parlato, e ha detto cose su cui sarà il caso che tutti riflettano. Sentiamolo.
CHIERCHINI
Come è nata, signor Presidente, la Federazione Europea di Aikido?
LEISINGER
Prima della creazione della EAF esisteva un’altra organizzazione, l’Association Culturelle Europeenne de Aikido, che raggruppava il Belgio, la Francia e qualche tempo dopo anche la Svizzera. Questa organizzazione era però caratterizzata dallo strapotere che aveva al suo interno la Francia, e in particolare il sign. Chassang, che ne era il Segretario Generale. Era un’associazione mutilata, e infatti non riuscì a raggruppare attorno a sé anche il resto dell’Europa; agli occhi delle altre nazioni, era evidente che non si trattava di partecipare da pari a pari, ma di diventare satelliti francesi. Pertanto quella organizzazione fallì.
CHIERCHINI
In che anni siamo?
LEISINGER
Questo avvenlva nel 1975. A Madrid allora venne dato il via ad un altro organismo, la EAF, European Aikido Federation; l’intento era di creare contemporaneamente una organizzazione a livello mondiale, per raggruppare tutti i paesi in cui fosse presente l’Aikido, la IAF, International Aikido Federation. L’iniziativa non nacque sotto i migliori auspici, perché chi se ne era fatto promotore, Tamura Sensei e il sign. Chassang, ancora loro, non avevano invitato ai lavori di Madrid i rappresentanti di alcuni paesi, come Australia e USA. Fu necessaria un’altra riunione, che si svolse con esito questa volta positivo, a Tokyo nel 1976.
CHIERCHINI
L’iniziativa della creazione di questo secondo organismo europeo, la EAF, va attribuita al medesimo gruppo politico della prima, in altre parole ai francesi?
LEISINGER
Ne sono stati promotori, come nel primo caso, Tamura Sensei e Chassang. Le idee di fondo erano le stesse, le persone le medesime, per cui il passaggio fu quasi indolore. Nel gruppo francese rimaneva comunque l’idea neppure tanto recondita di controllare tutti i giochi politici europei, mercé la gran popolarità del maestro Tamura. L’iniziativa però aveva anche nuovi obiettivi, presentava spunti interessanti per tutti. Così riuscì a svilupparsi, e ad aver successo anche numericamente. L’EAF poté coprire tutta l’Europa occidentale. II gruppo dirigente era rimasto tale e quale a quello precedente, ma gli obiettivi dichiarati, e quindi le aspettative delle varie nazioni, erano diversi e aggiornati ai nuovi tempi. Queste aspettative in breve tempo vennero però frustrate dai pan-francesi.
CHIERCHINI
Il cambiamento di rotta a chi va attribuito? Come mai oggi l’EAF non è più controllata dal gruppo francese, ma anzi ha assunto un ruolo politico più confacente ai suoi obiettivi europeisti?
LEISINGER
Ad un certo punto Chassang, che era il Segretario, fu messo in disparte e con lui la sua politica filo-Tamura. Il nuovo Presidente, che fu Giorgio Veneri, abbandonò la politica nazionalista dei francesi e dette il via alla linea paritaria che seguiamo anche oggi.
CHIERCHINI
Quali sono gli obiettivi statutari della Federazione Europea?
LEISINGER
Gli obiettivi sono essenzialmente due: per prima cosa la divulgazione di notizie, l’informazione concernente l’Aikido; poi, in secondo luogo, la diffusione della nostra Arte in quei paesi impropriamente definiti “sottosviluppati” aikidoisticamente, ossia ove l’Aikido è ancora agli inizi. L’EAF si preoccupa di inviare in queste nazioni degli insegnanti, in modo che divulghino l’Aikido e assistano i praticanti di quelle zone conducendo stages, corsi integrativi, organizzando periodicamente sessioni di esame, ecc… Uno degli scopi della Federazione è finanziare questi insegnanti che viaggiano nei paesi ove l’Aikido è presente da poco tempo, allo scopo di aiutarne i cultori.
Un obiettivo che manca nello statuto EAF, e che mai potrà essere compreso tra gli articoli della Carta della Federazione, è quello della effettiva parificazione con l’Hombu Dojo. Finora si è riusciti ad avere solo una piccola voce in capitolo in occasione delle discussioni sui grandi temi della politica dell’Aikido. In fondo i giapponesi non vedono di buon occhio la Federazione Europea, perché potrebbe in futuro assurgere a federazione-pilota del mondo dell’Aikido, espandendosi in tutti i continenti ad esempio. L’Hombu Dojo non vede in questo alcunché di positivo, perché teme di perdere il controllo della situazione.

CHIERCHINI
Tornando ai primi due obiettivi che si prefigge la EAF, dott. Leisinger, pensa che il vostro lavoro degli ultimi anni sia stato soddisfacente nel perseguirli?
LEISINGER
Per quanto riguarda la divulgazione di notizie, direi che non bisogna mai essere contenti, ma comunque ci siamo avvicinati parecchio alla gente, abbiamo coperto un vasto territorio, informando un po’ su tutto, ma specialmente circa i raduni estivi. Tanta gente appunto, specialmente in Germania e nel nord Europa, in estate ha preso l’abitudine di recarsi in Spagna o in Italia a seguire gli stages estivi, collegando l’aggiornamento tecnico con le proprie vacanze. Una piccola parte di merito in questo lo hanno anche i bollettini di notizie EAF.
Rispetto alla diffusione dell’Aikido, la EAF è riuscita a far sì che l’Aikido prendesse piede in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Yugoslavia. Un grosso contributo in questo senso è venuto dal Presidente della IAF, Giorgio Veneri.
CHIERCHINI
Tra gli obiettivi della EAF lei ha menzionato la ricerca di capitali da destinare al sovvenzionamento degli istruttori da inviare nei paesi cosiddetti sottosviluppati. Esiste un problema finanziario per la EAF? Vi sono fondi sufficienti a coprire le iniziative di diffusione dell’Aikido?
LEISINGER
I fondi non bastano mai.
CHIERCHINI
Quali sono le fonti di finanziamento della Federazione Europea?
LEISINGER
La maggior parte dei finanziamenti proviene da ogni stato membro, che paga la sua quota annuale. Inoltre affluiscono fondi tramite stages, come quello che abbiamo organizzato qui adesso a Mantova con la collaborazione dell’Aikikai d’Italia e la direzione tecnica del Maestro Fujimoto. Gli investimenti che la Federazione compie nelle attività che si occupa di perseguire sono decisi annualmente in ragione delle entrate. Quando inviamo insegnanti in qualche paese, l’EAF copre le spese di viaggio, che sono le più forti; il soggiorno dei Maestri è invece a carico dei paesi che ricevono.

CHIERCHINI
L’Hombu Dojo non collabora, anche finanziariamente intendo, a questa opera di diffusione dell’Aikido?
LEISINGER
L’Hombu Dojo non dà mai alcun contributo finanziario. In un certo senso assomiglia allo Stato Vaticano, che prende sempre e non offre mai.
CHIERCHINI
Quali sono i programmi personali di Karl Leisinger come Presidente della Federazione Europea?
LEISINGER
Il mio desiderio principale è di ritrovare l’unione con il gruppo francese filo-Tamura e con i loro sostenitori. Purtroppo dal 1980 si è verificata in Europa quella spaccatura di cui parlavamo prima, e che a tuttora non accenna a risaldarsi. Tamura Sensei e Chassang da allora hanno creato alla EAF un’infinità di problemi, formando associazioni nazionali concorrenti ove gia esistevano Aikikai riconosciute e ostacolando la nostra crescita con ogni mezzo.
Abbiamo cercato per due anni interi di venire incontro alle loro esigenze; dall’80, quando Chassang fu esduso dalla Direzione, all’82 l’EAF è rimasta senza una direzione ufficiale, nella speranza che i problemi si risolvessero e il buon senso prevalesse. Volevamo tenere le porte aperte al gruppo Tamura, cercavamo di non escluderli, anche se avevamo sconfessato la loro linea politica: ma in un organismo democratico questo bisognerebbe avere Ia correttezza di saperlo accettare.
Alla fine, nell’82, ci siamo decisi e abbiamo eletto la nuova Presidenza e il relativo Comitato Direttivo, abbiamo rivisto lo Statuto e riorganizzato Ia EAF. Io spero sempre di riuscire a riportare questa Federazione alle sue origini, anche se sono consapevole che è molto difficile, e neppure io so quale strada percorrere per arrivare a questo scopo.
CHIERCHINI
La posizione separatista scelta dal gruppo Tamura è da addebitare esclusivamente ad una questione di controllo del potere, o possono esistere motivazioni diverse?
LEISINGER
Non credo che sia una questione di potere. In fondo di che potere stiamo parlando? Presumo che sia solo una questione di prestigio, di nome, un fatto di etichetta, che ha spinto testardamente quel gruppo a scegliere un’altra strada. Anche se, in fondo in fondo, è anche un problema di soldi.
CHIERCHINI
Passiamo ad affrontare la personalità di Karl Leisinger sul tatami: in che ambito si colloca la sua esperienza aikidoistica?
LEISINGER
Fino agli anni sessanta ho praticato Judo. Il mio Maestro di Judo nelle sue lezioni aveva l’abitudine di mostrare dei movimenti di Aikido. Quello che allora aveva maggiormente incuriosito me ed i miei amici, era proprio l’aspetto della difesa personale nell’Aikido. Mentre continuavo a praticare Judo, il mio Maestro si era preoccupato di organizzare degli scambi con insegnanti francesi di Aikido, quindi il nostro interesse per l’Aikido andò aumentando. Finché un giorno prendemmo l’iniziativa di scrivere direttamente all’Hombu Dojo di Tokyo e richiedemmo l’intervento di un insegnante giapponese in Germania.
Dopo un po’ di tempo inviarono un Maestro, che però ebbe dei problemi e dovette ritomare in patria; infine giunse il Maestro Asai, che con le sue capacità è riuscito a coinvolgere non solo noi in prima persona, ma anche a trovare seguaci entusiasti in tutte le grandi città della Germania, in cui, in breve volgere di tempo vennero aperti dei dojo.
Ancora oggi considero un miracolo la venuta del Maestro Asai, perché per me non esistono altri Maestri al di fuori di lui. Solo con lui io ho scoperto l’Aikido, anche se ho apprezzato moltissimo anche i Maestri Noro e Tada.
CHIERCHINI
In questi lunghi anni di pratica quale stata la molla a spingerla a continuare, a insistere?
LEISINGER
Adesso per me l’Aikido è diventato quasi un lavoro. Col passare degli anni mi sono stati affidati un gran numero di incarichi, soprattutto dopo la fondazione dell’Aikikai Deutschland, avvenuta nel 1967, di cui da allora sono il Presidente. Si è trattato di un compito di non poco peso. Mi ha spinto a continuare il desiderio di organizzare al meglio questa associazione.
CHIERCHINI
Cosa si aspetta oggi dall’Aikido? Di poter tornare alle origini? Al puro gusto della pratica abbandonando la politica?
LEISINGER
Sicuramente non mi spiacerebbe. Sarei molto contento di trovare un successore che mi sollevasse da questo incarico. Purtroppo non ho ancora trovato nessuno, e non desidero in alcun modo abbandonare Asai Sensei, che è il Direttore Tecnico, ma ha bisogno di un appoggio politico-organizzativo.
CHIERCHINI
Pensa che in definitiva l’Aikido abbia modificato il corso della sua vita?
LEISINGER
È diventato sicuramente una parte molto importante della mia esistenza, per cui certamente ne ha modificato il corso, anche in ragione della mole di lavoro che ho dovuto svolgere. Quasi quasi mi occupa di più il lavoro per l’Aikido che le otto ore del mio mestiere quotidiano!
CHIERCHINI
Vorrei fare con lei, Dott. Leisinger, un piccolo gioco: se improvvisamente le dico: “Asai”, che immagine le viene in mente?
LEISINGER
Da una parte autorità, dall’altra amore.
CHIERCHINI
Una frase per spiegare il Maestro Asai agli aikidoka Italiani che non hanno avuto l’opportunità di conoscerlo bene.
LEISINGER
Un grande Maestro e un vero Shihan.
CHIERCHINI
Secondo lei esiste una caratteristica peculiare dell’aikidoka tedesco?
LEISINGER
Ogni popolazione e quindi ogni nazione ha una sua mentalità, un comportamento di base tipico, che unisce un po’ tutto il paese. Secondo me per la Germania la caratteristica principale è che I’Aikido sia un po’ più duro.

CHIERCHINI
Vede un futuro tranquillo per lo sviluppo dell’Aikido in Germania e in Europa?
LEISINGER
Purtroppo tra non molto cominceranno a sorgere grossi problemi. L’Hombu Dojo si è dissociato dalla linea politica della Federazione Intemazionale, nel senso che ha istituito un marchingegno con il quale vengono nominati dei Soci provvisori, non a pieno titolo. Esistono adesso in Europa dei rappresentanti dell’Hombu Dojo che non sono riconosciuti al 100%. Il fatto è che questo mezzo riconoscimento che hanno ottenuto, per loro è un gran successo, dal momento the finisce per legittimare, sia pure a metà, le associazioni nazionali pirata che questi insegnanti hanno creato in molti paesi d’Europa in concorrenza con le regolari associazioni già riconosciute dall’Hombu Dojo. Le fila di tutto il discorso sono tenute di nuovo dal gruppo dei francesi di Tamura, che hanno già ramificazioni in Spagna, Belgio, Austria, Svizzera e qualcosa iniziano a tentarlo anche in Germania e Italia.
L’Hombu Dojo ha completato la sua “opera”, emanando un regolamento che prevede che, se uno di questi Shihan giapponesi, durante un qualche raduno svolto in una qualsiasi nazione europea, organizza degli Esami di grado Dan e vi sono delle promozioni, anche se il raduno e gli esami si svolgono senza l’autorizzazione dell’Associazione Nazionale di quel paese legittimamente riconosciuta, anzi magari in opposizione ai programmi e allo sviluppo di essa, l’Hombu Dojo riconosce pienamente la validità degli esami e delle conseguenti promozioni.
Queste due innovazioni di cui abbiamo detto sopra, sconvolgono completamente la prassi seguita fino ad oggi da tutti e propugnata dalla IAF fin dalla fondazione: una sola associazione nazionale riconosciuta per paese, ed esami tenuti in ogni singolo paese dal rappresentante dell’Hombu Dojo accreditato per quel paese. Saranno contenti Tamura Sensei e soci, che, se al momento della costituzione della Federazione Intemazionale, quando speravano di averne il controllo, erano propugnatori, anzi gli inventori dei due principi sopra formulati, appena ne perdettero il controllo e se ne estromisero, presero a fondare associazioni concorrenti in ogni dove e a dare gradi Dan a chiunque ne facesse richiesta.
CHIERCHINI
Perché una simile presa di posizione suicida da parte dell’Aikikai del Giappone?
LEISINGER
Io credo senza tema di dubbi che l’Hombu Dojo abbia preso un colossale abbaglio. In tutto il mondo esistevano solo due casi che costituivano un problema reale per il corretto funzionamento delle regole suddette. Solo due erano gli Shihan con cui non era possibile sedersi a tavolino per trovare un accordo: Tamura Sensei e Chiba Sensei. Sarebbe stato meglio, anziché introdurre delle regole del genere, che autorizzano d’ora in poi chiunque a tentare qualunque cosa, se avessero convocato i diretti interessati e li avessero costretti al colloquio, cosa che non stata mai possibile — Tamura Sensei non si è mai fatto vivo di persona, e a tutti i convegni IAF che abbiamo organizzato dal 1980 in poi ha sempre mandato altra gente e in queste riunioni con loro si è sempre e solo litigato.
Se queste persone fossero state disponibili al dialogo, si sarebbe giunti ad un chiarimento.
CHIERCHINI
A che cosa porterà, Presidente, questa libera circolazione di Shihan e il “commercio” dei gradi?
LEISINGER
L’effetto del nuovo Regolamento degli Shihan andrà analizzato soprattutto a medio e a lungo termine. Probabilmente certi personaggi approfitteranno della situazione, andranno in qualsiasi paese vorranno, apriranno la loro scuola, indipendente, parallela e possibilmente opposta a quelle gia esistenti e con decenni di vita e di lavoro, e faranno i loro esami. Per le prossime generazioni questo comporterà una gran confusione; io temo che, a lungo termine, la forza di attrazione e di coesione the attualmente possiede l’Hombu Dojo verrà mortificata.
Questi Maestri, riconosciuti dal Giappone solo per metà, in realtà adesso potranno svilupparsi in tutta Europa con la protezione dell’Hombu Dojo alle spalle. Ma con il loro
modo di fare essi scavano con le loro mani la propria tomba, perche avverrà che le stesse organizzazioni che per loro iniziativa nascono, non vogliono seguire quello Shihan, ma un anno questo, un anno quello, chi le vezzeggia di più insomma. Ne risulterà perso il valore e la credibilità dei Maestri giapponesi che si presteranno a questi giochi. La tendenza è in atto già oggi, e mostra quanto sia controproducente per chi si è fatto promotore di iniziative irregolari del genere.
CHIERCHINI
Alla fine quindi, anche se l’Hombu Dojo ha sbagliato strada, si può intuire una soluzione positiva del problema, magari rinforzando le Associazioni nazionali storiche e tirando dritti per la propria linea?

LEISINGER
Secondo me anche i Maestri che sono stati inviati appositamente dall’Hombu Dojo in certe nazioni a diffondere l’Aikido, come ad esempio il Maestro Fujimoto, con il quale abbiamo fatto lo Stage qui a Mantova, verranno coinvolti in questo traffico. Diciamo subito che la definizione “Soci Provvisori”, insomma mezzi Shihan, è meglio levarla di mezzo. Sono Shihan riconosciuti come tutti gli altri. Il risultato? Già in Germania c’è una corrente che afferma che il Maestro Asai, sì, è bravissimo, ma adesso vogliamo anche gli altri; e arrivano a tal punto da dire che Asai Sensei può avere tutti i riconoscimenti che vuole, ma per quello che riguarda l’assegnazione dei gradi Dan, c’è qualcuno che viene da fuori che può farlo meglio di lui.
Evidentemente tutto il lavoro ventennale del M° Asai rischia di crollare da un giorno all’altro. Asai Sensei ha faticato per anni, ha costruito un’organizzazione, ha creato un seguito per l’Aikido, ha formato decine di allievi, maestri, dojo; e se questo tipo di politica prenderà piede, tutto andrà a pezzi. Se ciò avverrà è perche c’è gente dietro che ci vede grossi profitti.
CHIERCHINI
Non è solo una questione di prestigio, quindi..
LEISINGER
Soprattutto di soldi! Troverei anche giusto se l’Hombu Dojo dettasse delle regole per controllare i viaggi di tali Shihan nei vari paesi; però, d’altra parte, questi problemi derivano dal fatto che questi Shihan non sono disciplinati. Ossia le regole finiamo per rispettarle solo noi.
CHIERCHINI
Davanti a questa miriade di questioni, non le è mai venuto in mente, Dott. Leisinger, che in fondo il messaggio principale dell’Aikido, cioè l’amore, il rispetto per gli altri e cosi via, non sia altro che una grande utopia, la più grande utopia del mondo?
LEISINGER
Alcuni Shihan, che si presuppone siano arrivati a certi livelli, dovrebbero rispettare le regole base del comportamento tra gli uomini. Succede però che un determinato Maestro che ha lavorato duramente per anni costruendo qualcosa per l’Aikido in un certo paese, venga sbeffeggiato non solo come Sensei, ma anche come uomo. Principi come armonia, rispetto per la persona, ecc., ancora ancora li vedo rispettati e attuati sul tatami. Però quando si scende e magari si prende parte ad una assemblea, in quella sede ognuno si presenta dotato di armi e ovviamente le usa. Quei principi, dettati da Ueshiba in persona, svaniscono nel nulla.
CHIERCHINI
È un quadro realistico, ma un po’ sconfortante. Se lei avesse adesso, improvvisamente, la massima carica del mondo dell’Aikido, come penserebbe di affrontare il problema?
LEISINGER
Parlare per ipotesi di una questione così esplosiva è improponibile.

Copyright Simone Chierchini ©1989
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Fonte: Chierchini Simone, Le Organizzazioni Europee Aikikai Sono in Pericolo?, Aikido XIX-2, Aikikai d’Italia, 1989
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