Il mondo delle arti marziali è pieno di sedicenti insegnanti e millantatori e l’Aikido non fa eccezione. Come fare ad evitare di cadere preda di un “McDojo” e finire ad imparare “Bullshido” invece che Bushido? Marco Rubatto elenca alcuni dei tipici elementi del dojo fasullo, ma raccomandiamo a tutti di tenere gli occhi aperti, usare il buon senso e, soprattutto, chiedere e verificare le certificazioni
di MARCO RUBATTO
“Come osservo la società, la gente trasforma le Arti in prodotti commerciali; pensano a loro stessi come a merce ed inoltre fanno articoli da commercio dei [loro] strumenti. Distinguendo il superficiale dalla sostanza, trovo che questo atteggiamento abbia meno realtà che decoro. Nel campo delle Arti Marziali è particolarmente comune l’abilità di attrarre [il prossimo] con [qualcosa di] appariscente, con pubblicizzazione commerciali e profitto, sia da parte di coloro che insegnano la disciplina, che di coloro che la studiano. Il risultato di ciò deve essere, come qualcuno ha detto, che quelle “Arti Marziali amatoriali sono una fonte di seria piaga”
Leggiamo su Wikipedia: McDojo è un termine peggiorativo utilizzato da alcuni Artisti Marziali occidentali per descrivere una scuola di Arti Marziali nella quale l’immagine o il profitto sono tenuti in più alta considerazione rispetto ai canoni che dovrebbero contraddistinguere il cammino marziale tradizionale.
Il termine è un esempio di “McWords” applicato ai Dojo giapponesi di Arti Marziali, indipendentemente dalla disciplina in essi praticata. In questi contesti usare il termine McDojo indica soprattutto un giudizio sulle eccessive volontà di profitto economico di una scuola, ma può anche riferirsi ad un basso livello di preparazione ed attendibilità che gli Insegnanti o gli allievi della scuola posso possedere rispetto ad altre scuole di Arti Marziali, o, ancora che la scuola in oggetto presenti attività non-marziali come se invece fossero tali. Definiamo un McDojo, cioè, dove le pratiche al suo interno potrebbero essere al limite della frode.
Un altro termine solitamente usato in analogia è “Bullshido“, cioè una storpiatura di “Bullshit” (“stupidaggini, sciocchezze”) che rende simile il termine a “Bushido“, il codice comportamentale dei Samurai.
Proprio come i McDonalds, i McDojo sembrerebbero una comunità in espansione in molti stati, anche al di fuori degli U.S.A., facendo leva sulla validità centenaria degli insegnamenti orientali in merito all’efficacia marziale e sulle loro potenzialità educative e/o terapeutiche. Vero o presunto questo fenomeno, sarebbe interessante comprendere se ci sono reali possibilità di cogliere i segnali dell’ingresso in un McDojo, se stessimo fortuitamente per entrarci!
L’Aikido, già più volte lo abbiamo ribadito, ha in sé un enorme e delicato potenziale di rischio di frode, data la sua impossibilità di confronto competitivo (non ci sono gare o tornei), per definizione di se stesso.
Quali quindi i campanelli di allarme rispetto al praticare in un luogo non serio, non professionale, se non addirittura millantatore?
- un grande contributo economico richiesto da parte degli Insegnanti di un Dojo ai propri allievi per erogare il loro insegnamento nelle lezioni, seminari, stage o eventi da essi organizzati;
- in caso di comprovabili circostanze personali che obblighino un allievo ad una assenza prolungata dalla pratica (dell’ordine di mesi), un McDojo continuerà presumibilmente a richiedere il pagamento di una rata non usufruita, oppure chiederà gli arretrati al momento del ritorno sul tatami; la tradizione invece non contempla questo, poiché, se l’allievo si è posto con serietà nei confronti del Dojo e non essendo lo scopo primario di questi l’aspetto economico, non dovrebbe essere fatta pesare eccessivamente una problematica personale;
- l’istituzioni di veri e propri Club per cinture nere o alti gradi, pubblicizzando una sorta di privilegio nel farne parte, a seguito del pagamento di una speciale quota, naturalmente, o… ancora peggio… dietro alla promessa di poterne entrare a far parte dopo un certo lasso di tempo, indipendentemente dal proprio ingaggio sul tatami (leggi: “se mi paghi, in tre anni sarai cintura nera”!);
- gli alti pagamenti richiesti per sostenere gli esami di passaggio di grado da parte degli allievi; i luoghi più seri prevedono oltre tutto che essi avvengano a fronte di un reale lavoro di preparazione sul tatami. Lo scorgere un eccesso di gradi alti in assenza di tale serio ingaggio è un aspetto che deve mettere in allarme da quella che negli U.S.A. è definita Belt Factory, ossia “Fabbrica di cinture”;
- la proposta di corsi “collaterali” alla disciplina famosa vera e propria, generalmente commercializzati senza una vera e propria storia consolidata alle spalle, del tipo “Cardio – Fitness -Aikido” (o qualsiasi altra Arte Marziale), improntati eccessivamente ad un aspetto salutistico della pratica. Non affermiamo qui che le Arti Marziali siano prive di questo aspetto… anzi… ma che esso è connaturato nella disciplina, senza che sia necessario scindere le caratteristiche di quest’ultima;
- la richiesta che tutti gli studenti posseggano attrezzature per la loro pratica provenienti da un unico manufattore, generalmente scelto dall’Insegnante o dal Responsabile del Dojo. Sappiamo che esistono Keikogi più o meno buoni, Hakama più o meno tradizionali… e ugualmente dicasi per armi (protezioni, dove ciò dovesse necessitare) e quant altro… ma qualunque praticante sa che per iniziare un percorso la cosa più importante è che sia presente il neofita, quand’anche egli non dovesse indossare un completo Dolce&Gabbana;
- pesanti restrizioni nella pratica verso gli studenti del Dojo, ai quali viene proibito di frequentare altri Dojo o esercitarsi contemporaneamente in differenti Arti Marziali. “Non avrai altro Maestro all’infuori di Me”, insomma! Questo fenomeno soventemente si accompagna alla millantante promessa di insegnamenti segreti riservati ai McComponenti di un McDojo. Nessun insegnamento ai nostri tempi può realmente essere considerato ormai segreto, poiché il tempo storico in cui ciò avveniva si è chiuso da tempo e perché ogni Fondatore di Arti Marziali (con la F maiuscola) ha affermato, scritto e dichiarato in più e più riprese che non esistono veri e propri insegnamenti segreti nel Budo… Chi ha occhi per carpire, può apprendere anche dalla lezione più nascosta, mentre chi non è in grado di farlo non imparerebbe nulla anche se gli si sottolineasse “il segreto” mille volte;
Quelli che avete letto sono solo tendenze che possono mettere in guardia da un Insegnante in malafede o da un luogo non qualitativo in cui praticare, ma non dobbiamo dimenticarci che ciascuna considerazione parte da un giudizio spesso personale, basato sulla propria esperienza. Ci sono persone infatti che cercano realmente di approfondire la realtà che li circonda per fare una scelta giusta, ma ce ne sono altre che cerano (forse inconsciamente) solo il luogo dove potersi far frodare alla grande. Non dobbiamo infatti dimenticare che per ogni millantatore che si offre sul mercato marziale, ci sono molti più Aiki-polli che abboccano al suo amo. La loro responsabilità è limitata dalla loro inesperienza, ma è presente in funzione dell’attenzione che essi avranno utilizzato per evitare simili situazioni!
In giro si vede di tutto, anche solo volendo restringere la visuale all’Aikido, arte di cui conosciamo meglio le dinamiche. C’è chi organizza Master pluriennali privati e viene criticato per via del notevole costo di partecipazione, ma c’è chi saluta con favore una iniziativa simile, ritenendola un opportunità qualitativa di approfondimento dell’Arte. Chi avrà ragione? Lo stabilirà forse l’esperienza personale, con il senno di poi. Ma anche altre cose frequentemente accadono: ad esempio che vengano completamente fraintesi gli intendimenti di un Insegnante, di un video, degli insegnamenti di uno stage…
Se andiamo in giro per il mondo e per il Web a caccia dell’Aikido fraudolento, qualcosa di certo troveremo, ma la bontà di questa ricerca dipenderà dai criteri con cui abbiamo cercato. E’ importante mettere enfasi su ciò, poiché gli errori grossolani possono essere veramente enormi.
(…) Concludiamo con un augurio: “Nutritevi di Aikido sano, state quindi alla larga dai McDojo!”
Fonte:
http://aikime.blogspot.com/2009/07/mcdojo-fraintendimenti-eo-imposture-da.html
Leggi l’articolo di Claudio Pipitone Postilla a McDojo-di-Marco-Rubatto/
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