
Un lavoro d’arte e di ottimo livello, ma non reale: chi non ci è cascato, almeno una volta? Chi non si è emozionato nel vedere una delle immortali icone del nostro immaginario marziale riuscire a fare cose che mostrano un’abilità sovrumana di cui siamo orgogliosi, perché in qualche misura ne siamo parte?
di SIMONE CHIERCHINI
È in giro ormai da più di una decade: si tratta di un videoclip in cui il leggendario Bruce Lee gioca a ping pong sfidando prima uno, e poi due avversari. Indossa la sua iconica tuta gialla con striscia nera, lascito nell’immaginario collettivo da Game of Death già riciclato in Kill Bill. Bruce Lee, però, invece di giocare con una normale racchetta da ping pong, risponde con maestria impeccabile ad ogni colpo utilizzando per colpire la pallina il suo mitico nunchaku. Si sposta in modo fluido e rilassato, con movimenti misurati e precisi, e non la manca mai. Il risultato dal punto visuale ed emozionale è incredibile.
Nella seconda parte del videoclip Bruce Lee si diletta ad accendere fiammiferi con chirurgici colpi di nunchaku, salvo poi smozzicare una sigaretta dalla bocca di un fumatore, sempre servendosi del nunchaku con rapidità e precisione micidiali.
Il filmato è un capolavoro del raggiro psicologico. È infatti girato magistralmente in bianco e nero, a bassa risoluzione, sgranato, in modo da farlo sembrare vecchio. Evoca nello spettatore l’idea del raro spezzone di quei vecchi documenti filmati rubati ai meastri di Budo di altre epoche, di cui molti di noi si beano quasi quotidianamente.
Nelle prime 24 ore dalla pubblicazione il video ha avuto 700.000 visualizzazioni. Ogni anno poi, puntualmente, è ridiventato virale, e un nuovo gruppo di persone che lo ha visto per la prima volta ne è nuovamente rimasto affascinato. Non sorprende quindi che il videoclip originale sia stato visto ad oggi da oltre 29 milioni di persone!
In realtà, l’indicazione di cosa il filmato rappresenti è presente nel filmato medesimo, la cui immagine finale focalizza un cellulare Nokia: spiacenti signori e signore, si tratta di uno spot pubblicitario. L’amore per il personaggio Bruce Lee però spinge a sperare che ci si trovi davanti a footage inedito delle imprese di Lee, e non è che Nokia si sia precipitata a svelare l’arcano, danneggiando il perfetto strumento di marketing appositamente creato.
Questi sono i fatti sul videoclip in questione:
- Si tratta di uno spot commerciale creato da Nokia nel 2008, in occasione del lancio di un telefono cellulare “Bruce Lee” in edizione limitata. Il prodotto era destinato al mercato cinese, come dimostrato dall’estensione .cn nell’indirizzo web che appare alla fine del video;
- La partita di ping-pong è stata girata filmando in azione un sosia di Bruce Lee dotato di notevoli capacità nell’uso del nunchaku;
- Il tutto è poi stato fuso e sincronizzato con immagini e audio di una reale partita di ping-pong filmata in precedenza;
- La pallina da ping pong che vediamo nel video è stata infine aggiunta in post-produzione, utilizzando la tecnologia digitale.
Questa la spiegazione logica di quanto vediamo. Nonostante quanto sopra, tuttavia, nulla mi toglie dalla testa che se il nostro eroe ci si fosse messo, il suo nunchaku giallo avrebbe fatto questo e altro.
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Andrea Mazzoni: Nihon Tai Jitsu Ju Jutsu – L’Eredità dei Samurai
The Ran Network – Manualità #1
Il Nihon Tai Jitsu – alla lettera “tecniche di corpo giapponesi” – è uno stile di Ju Jutsu creato dal maestro francese Roland Hernaez 9° Dan, dietro richiesta del suo insegnante Minoru Mochizuki sensei.
Mochizuki sensei, uno dei più famosi ed influenti maestri giapponesi del secolo scorso, fu allievo di Jigoro Kano, fondatore del Kodokan Judo, Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido, Funakoshi Gichin, fondatore dello Shotokan Karate, e di alcuni altri tra i più illustri maestri del secolo scorso.
Il Nihon Tai Jitsu è una disciplina conosciuta in tutto il mondo e apprezzata per la sua efficacia, semplicità e serietà. Si è ampiamente diffuso nel dopoguerra grazie al lavoro svolto dal maestro Hernaez nel “semplificare” la pedagogia nipponica a favore delle abitudini di apprendimento occidentali.
L’ambizione di questo manuale è di essere volutamente semplice, immediato: un testo da tenere nella borsa da allenamento e da utilizzare spesso; un termine di riferimento e riflessione per principianti ed esperti.
Andrea Mazzoni Renshi 5° Dan Nihon Tai Jitsu, ha studiato Nihon Tai Jitsu con i massimi esponenti della disciplina, tra cui il padre, Daniele Mazzoni, Roland Hernaez e Pere Calpe.