
Interesistere è una raccolta poetica in divenire che segue le vicende e gli stati d’animo di Marco Aliprandini, insegnante di lettere, maestro di Aikido, padre e scrittore. Marco ha calcato i tatami dell’Aikido italiano con dedizione, eleganza e sensibilità per diversi decenni – in punta di piedi, nel silenzio caratterizzato dall’azione e dal suo contenuto, lasciando alla sua penna il compito di esprimersi con le parole. Scrittore di talento, il suo romanzo “I Nodi del Bambù”, finalista al XIX Premio Calvino, è in uscita per i tipi di Aikido Italia Network Publishing
di MARCO ALIPRANDINI
Interesistere 8
Con lentezza… tessere
lo spazio tra mente
e cuore / kokoro
(le vie consuete
e il mare aperto)
Farlo con una carezza
che sfiorando accoglie
per non trattenere niente.
Chiamami per nome
con affetto / poi
torna ad affaccendarti
nella corrente / senza resisterle.
Interesistere 9
Anni e anni
-quasi tre quarti della mia vita-
che setaccio emozioni
sul tatami
(la mia pratica dell’aikido )
e mi sorprendo con nessuna
certezza / se non che
i corpi cambiano…
nelle loro rigidità e
indicibili dolcezze.
Alle volte sconforta
la persistente oscurità
del mio cammino // Poi
arrivi tu, mia cara che
distrattamente mi sussurri:
“sii come il pavone che
vede solo stelle.”
Interesistere 31
Non ci sono pretese
in questa serie di parole…
ho semplicemente
aperto i cassetti / dove
ordino i giorni:
sono tue // e tu lo sai che
amo virgole e parentesi
liniette – e tratti d’unione/
Amo quasi tutti i segni
d’interpunzìone // perché
in loro trovo il non-detto
(che si rinnova e mi sorprende)
È come una
grammatica degli occhi
un modo per abbracciarti
là dove tu sei / nel qui e ora
senza che tra di noi
si possa scrivere un punto.
Interesistere 3
Cos’è un dojo? mi domandi
e io – senza pensare – ti dico
È casa / dove
si pratica la via…
luogo aperto che
non posso dire “mio”
è “nostro” / è “insieme”
Chi entra accoglie ed è
accolto / un luogo altro,
un altro luogo…
dove gli io, toccandosi
si allargano / perdono confine
…semplici specchi di
ciò che è – senza giudizio.
Entrando, con un inchino
si indossa una sacralità leggera
si sposta il giorno
nella sottile armonia dei corpi…
Ecco// il dojo è corpo
che silenziosamente invita
e nel piacere della vicinanza
nutre / rigenera.
Interesistere 33
Ho conosciuto
donne e uomini che
in molti / chiamano “Maestro”
…vorrei nominarli tutti:
alcuni li guardo ancora
– aperti cercatori d’oro –
altri purtroppo il tempo
me li ha portati via…
Mai però ho pensato di
“uccidere il Buddha”
Certo / le parole
vogliono dire altro…
ma pronunciandole sento
il freddo di un’estinzione.
Così fuggendo la filosofia
del significato / preferisco
tenerli in vita qui
accanto a me…uno ad uno.
Mi siedo tra loro
li ascolto chiacchierare e
…nei loro occhi scandaglio
ciò che è o non è
(ancora non lo so)
questa mia vita.
Interesistere 22
La bellezza dei corpi è
duratura / autentica anche
nel trascorrere del tempo…
I corpi / tutti i corpi
sono dimora benedetta e
nel dojo / il primo passo è
toccarli con premura:
lasciarli parlare ognuno
con la sua lingua / ognuno
nella ricchezza dei suoi anni.
Il corpo è onesto fino in fondo
non sa nascondersi…
non si fa rapire dalle
parole e subito capisce
un altro corpo che si avvicina.
Questa vitalità
questo bisogno
affiora…quando togliendosi gli abiti
del giorno / si sale a piedi nudi
sul tatami.
Interesistere 41
“L’aikido è per tutti?” ti
rivolgi / proprio a me che
temo la superbia delle risposte
“Sì, per tutti” e … non è
marketing / lo penso
veramente. Certo fa sorridere
dirtelo al telefono senza
guardarti // “l’aikido è come
un autobus ( ricordo benissimo
chi me l’ha detto) e tu
sei la città che lui percorre
…puoi scendere e
salire in ogni via / il panorama
è nel tuo sguardo…”
Quindi (senza rincorrere
domande) a qualsiasi età
entra in un dojo che ti piace
e con cura cerca quel qualcosa
che – da tempo – prova a chiamarti.
Interesistere 12
“Nessun luogo da raggiungere
… niente da fare”
– come tu (restia
ai complimenti) mi insegni –
Nessun nemico da combattere
“Nessuno da compiacere”
seduto / ad occhi chiusi
… chiedere alla pelle
il permesso di tornare a casa:
aprire le porte, spalancare le
finestre / e nella
ciotola delle mani – senza
sforzo – provare ad
essere
(con tenerezza) … solo respiro.
Interesistere 42
Tutto questo è un gioco
…un gioco di magie…
con una regola inamovibile:
la lealtà della parola / il
resto non importa …
Per mesi ci siamo collegati
là dove non c’è il giorno
– tra risacche e mareggiate –
Stai tranquilla … non
voglio essere destino
ma gioco / gioco pulito di un
bambino e – tra bolle di
sapone – sopra a tutte le
amarezze / le storture e le difese…
disporre sassi di fiume bianchi
sulla sabbia di un mandala
e poi … spargerli ridendo
insieme a te
nella mia (e nella tua) casa.
Interesistere 36
Il mio armadio dei ricordi
è pieno di keikogi 稽古着
(keiko -allenamento / gi – abito)
… alcuni nuovi – ordinati dal
Giappone – altri sgualciti
con ancora le mani di
mia mamma. “Non occorre
che li stiri” le dico / in quell’
altrove dove si trova …
– senza aver mai messo
piede su un tatami –
“No” mi risponde ” qui ho
sentito il tuo sudore / è
un vestito buono, come
quelli della festa”.
Grazie!
ancora adesso // nei giorni
delle ricorrenze familiari…d
tu // hai sempre capito
che anche l’acqua ha
le sue forme
… hai sempre capito – prima
di me – cos’è importante.
Interesistere 37
Sono nato dove due fiumi si
incontrano (proprio vicino al
nostro dojo) in una città dove
un trattino unisce due lingue /
Meran-o … vivo in Occidente
ma spesso, volgo lo sguardo
(sopra gli Oceani) verso l’Oriente:
la confluenza, il trattino – il ponte… intima intenzione di un’unione / di un ridurre le distanze … per poi
scoprire – incamminandosi – che
non c’è l’opposto ma l’insieme …
Questo è anche aikido / il fascino di una ricerca – come eterno principiante
il fascino di un movimento circolare
che abbraccia e che ritorna …
Uke 受け (chi accoglie l’azione) e Tori 取り(chi dà
inizio al movimento) sono sponde
opposte che si incontrano / ognuno
partendo da un altro lato …
– un altro fiume / un’altra lingua –
per ritrovarsi insieme (sopra gli Oceani)
in un unico respiro di luce e di eleganza.
Interesistere 24
È una questione di efficacia
anche sul tatami / di questo
non avere dubbi: lo sai …
d’esperienza – muove più
la comprensione della critica,
la dolcezza (sia pur ferma) del
rancore / allora porta l ‘attenzione
al tuo interno: 無執着 mu shūchaku
il non attaccamento … non
c’è avversario dentro il cuore:
… inonda d’affetto i No e le
resistenze, i dubbi e le debolezze
guarda la tua pratica negli occhi,
con chiarezza, senza disturbi
… inonda d’affetto la paura per tutto
ciò che può accadere: le vanità,
le stanchezze e le aspettative.
E stai … stai lì, senza criticarti
ad ascoltare la delicata sonorità
del corpo / l’aria che nutre:
ogni inspirazione un nuovo
inizio // ogni espirazione un
lasciar andare … carico di fiducia.
Interesistere 5
La pratica non è nelle parole / ma
nella meraviglia e nel mistero di
impercettibili movimenti …
Per questo (per essere liberi) quando ci si allena
o si medita / si dovrebbe lasciare ai bordi del tatami:
gradi, diplomi e attestati / per rincorrere soltanto quell’energia che lega e unisce.
Il vero Maestro è lo spazio del keiko dello studio: il dojo …
quel fruscio di corpi
e di respiri che non ha bisogno
di essere spiegato. Quel praticare con ognuno alla stessa altezza / per costruire
un luogo di incontro aperto
dove i diversi livelli d’esperienza si fondono e si arricchiscono // Troppi maestri, troppe parole … vanno a riempire altri bisogni, altre avidità.
Chi parla si colloca nell’ombra – non si allena // l’idea per generare deve diventare atto prolungato, sgualcirsi
nel confronto. Certo il fiume va dove deve andare (è giusto così) … e anche
questa mia scrittura è solo un soffio che sgattaiola leggero tra le foglie
per poi … sparire.
Interesistere 55
Vado incontro alle mie incertezze
con premura / do loro il tempo
di parlare… senza distrarmi.
Mi siedo e guardandole / mi appoggio
a loro … fiducioso (bozzolo confuso
che si apre) Alle volte fanno male
sono ferite vive / ma continuo ad
ascoltarle … 節目 fushime – il punto
di svolta / i nodi che si creano (di
sezione in sezione) nella pianta del
bambù / tagli di corteccia che spingono
verso l’alto … momenti / che avvolti
d’affetto si liberano in volo con
ali di farfalla.
Interesistere 27
Prima di sedermi sullo zafu o di
iniziare a praticare aikidō esprimo
un’intenzione / è come darsi una
direzione o (se vuoi) leggere – guidando
le indicazioni di un cartello stradale…
Forse l’inchino iniziale è anche
questo // è l’intenzione di incam-
minarsi su una via (dō 道) semplice
non trafficata che di tanto in tanto -nel percorso – si torna a ricordare.
Oggi la mia intenzione è “accogliere
senza giudicare. Stare /… con
curiosità e lasciar andare”. Poi mi
dimentico e la strada si confonde.
Allora di nuovo con pazienza / mi
ripeto: ” Va bene … va bene così!
Semplicemente stare nel centro di
ciò che accade … osservare e poi
lasciar andare”.
Copyright Marco Aliprandini ©2022
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Marco Aliprandini – I Nodi del Bambù
La Penna e la Spada #1
Il maestro Hiroki Okuda, nato e cresciuto in Giappone, viene mandato agli inizi degli anni ‘70 in Italia per insegnare aikidō, un’arte marziale giapponese.
Il racconto della sua vicenda esistenziale inizia in una confusione percettiva. Il protagonista, infatti, per cause inizialmente a lui oscure, ha perso la sensibilità del corpo e, impaurito dalla luce bianca che lo ha investito, cerca di dare una forma concreta al vuoto in cui si trova. Questa ricerca lo spinge ad analizzare i suoi ricordi: i primi passi nell’apprendimento delle arti marziali e della meditazione zen sotto la guida del padre, il rapporto con il maestro di aikidō Nakajima, di cui in adolescenza era diventato allievo diretto e infine il trasferimento definitivo prima a Roma e poi a Milano. Un susseguirsi, sempre più chiaro, di immagini, di persone, di situazioni accompagnate fin dall’inizio dalla dolcezza della madre, dalla vicinanza della sorella Yuka e dalla presenza costante dell’amico Yoshi, anche lui futuro maestro di aikidō, trasferitosi negli stessi anni in Europa. Solo lentamente Hiroki capirà dove si trova e cosa gli sia realmente successo.
Un romanzo apparentemente di formazione che nello svolgersi della trama diventa contaminazione tra Italia e Giappone, tra antico e moderno, tra l’illusione di poter incontrare un maestro, una guida e la consapevolezza che anche i maestri fanno i conti con la misteriosa complessità della vita reale.
Marco Aliprandini, nato a Bolzano nel 1962, è laureato in lettere presso l’università di Venezia e insegna in una scuola superiore in lingua tedesca di Merano, dove risiede.
Istruttore di Mindfulness, pratica aikidō da quarant’anni. Attualmente ha il grado di 6. Dan riconosciuto dall’Aikikai Italia e dall’Aikikai di Tōkyō. È responsabile tecnico della scuola di aikidō della sua città (Aikikai Merano).