
Un toccante ricordo di Nobuyoshi Tamura Sensei, scomparso nel mese di luglio dello scorso anno [2010], fu scritto allora dal collega di mille battaglie Yoshimitsu Yamada Sensei. Un documento di grande valore e profonda emozione da condividere fra i veri amanti della nostra disciplina
di YOSHIMITSU YAMADA
Un’altra, forse l’ultima delle grandi stelle dell’Aikido, se n’è andata. La conoscenza dell’Aikido di Tamura Sensei lo ha reso una delle maggiori influenze in Europa e nel resto del mondo degli ultimi 45 anni.
Sempai (così lo chiamo io) era molto conosciuto per essere l’uke di O’Sensei mentre era uchideshi, e non è necessario ricordare che fu l’otomo (accompagnatore) di O Sensei quando il Fondatore visitò le Hawai quasi cinquant’anni fa. Per i giapponesi di quel tempo andare alle Hawai era un sogno, così noi tutti lo invidiammo molto.
I movimenti e le tecniche di alta qualità dell’Aikido di Sempai gli derivarono per la maggior parte dall’essere l’uke di O’Sensei. Nessuno poteva copiarlo e, se lo faceva, semplicemente risultava ridicolo. Tuttavia, io ho provato a rubargli tutto quello che pensavo sarebbe potuto essermi d’aiuto.

A marzo [2010 NdR] diressi con lui un seminario annuale a Madrid e ad aprile notai un certo cambio nelle sue condizioni. A maggio e giugno andai a visitarlo un paio di volte a casa Sua. Durante la mia seconda visita rimasi molto impressionato dal suo atteggiamento, così calmo, sereno e rilassato. Sembrava come se dovesse partire per una lunga vacanza.
Sempai già era uchideshi quando lo divenni io. Passavamo la maggior parte del tempo insieme. Nelle calde notti d’estate, lottavamo contro le zanzare e nelle fredde notti d’inverno mettevamo i nostri futon uno accanto all’altro, ma la verità è che le zanzare attaccavano solo me e d’inverno usavamo la parte superiore di due futon, al posto di usarne uno, tenendoci vicini tutta la notte.
Nel 1964 lasciai il Giappone per andare a New York e in autunno dello stesso anno anche Sempai parti’ con Sua moglie per trasferirsi in Francia. Sempai era solito dirmi per scherzo: “Speravo che tu partissi per primo, cosi’ ci avresti potuto far vedere come andava. Ora che ci sei riuscito posso finalmente decidermi anche io”. Ma non era così. Non c’era nessuno che avesse tanta fiducia in se stesso quanto Lui. È proprio grazie alla Sua fiducia in se stesso che non solo sopravvisse, ma ebbe grande successo in Europa.
Scrivo questo articolo durante il seminario annuale nel sud della Francia. Abbiamo condotto questo seminario insieme per quasi trent’anni, e ciò per me è fonte di profonde emozioni. Quello che mi viene in mente sono i molti bei momenti che abbiamo passato insieme durante i seminari in varie nazioni. A Nizza abbiamo nuotato circondati da bellezze in topless; abbiamo costeggiato un precipizio a dorso d’asino in Marocco; a Marrakesh, sempre in Marocco mi avvolsero un serpente intorno al collo per una foto.
Abbiamo volato vicino alla cascata Salto Angel in Venezuela su di un piccolo aereo Cesna. L’odore di una palestra in Yugoslavia era così pesante che Sempai se ne andò dicendo: “Pensa tu al resto della lezione”… Siamo tornati nel nostro paese, il Giappone, con altri aikidoka: durante questo viaggio siamo stati in un karaoke bar e dovetti cantare in duetto con Sempai che era stonato come una campana… Moltissimi ringraziamenti per questi meravigliosi ricordi comuni. Mi sento orgoglioso di essere stato un Suo compagno.
Lei diceva spesso che conoscere tanta gente attraverso l’Aikido era la Sua felicità. Tenendo presente queste parole, farò del mio meglio per relazionarmi con le persone che conoscerò nella mia vita.
Ho sperato in un miracolo, ma non e’ avvenuto. Tuttavia, mi ha fatto felice sapere che Lei ha passato i Suoi ultimi momenti tra le braccia di Sua moglie. E’ rimasto sempre con la Sua amata sposa, quasi 24 ore al giorno. Se lo meritava. Lasciatemi dire ancora una volta che sono felice per Lui. Lo invidio tanto come Lo invidiavo vedendolo come uke di O’Sensei. Lo invidio per tutto quello che ha fatto nel Suo Aikido.
Per favore, torna dalle Tue vacanze il prima possibile.
Ho un Bordeaux 1995 che ci aspetta.
Beviamo nuovamente insieme.
Traduzione di Walter Ippoliti