
Gli insegnanti di Arti Marziali fanno del loro meglio per aiutare i loro più giovani allievi a svilupparsi pienamente tanto come marzialisti che come esseri umani, ma a volte i peggiori nemici in questo processo sono quelli che non ti aspetti: i genitori…
di STEVE ROWE
L’energia emanata da una lezione con i bambini è potente. Venti volti felici e sorridenti, tutti con una voglia irrefrenabile di parlare al Sensei per dirgli come stanno dall’ultimo incontro. Tutto questo crea un livello di caos che spaventa gli istruttori meno esperti e li lascia esausti dopo aver lottato per 45 minuti per contenere e dirigere il caos.
Ma il Sensei ha un metodo diverso, è quasi come se si immedesimasse in uno dei bambini, forse il capo-banda, immergendosi allegramente nel mare di energia, galleggiandoci facilmente all’interno, e quasi impercettibilmente guidandone il flusso…. Spesso sembra che siano i ragazzi a decidere cosa fare – eppure se si guarda attentamente, si può solo vedere il lavoro della mano guida del Sensei…
“Che cosa dobbiamo fare adesso?” E su andò una mano.
“Janine?”
“Ieri sera ho perso un dente… guardi!”. Janine spalancò la bocca a rivelare una voragine.
“Spero che tu l’abbia lasciato sotto il cuscino per la Fatina dei Denti”.
“Sì… Venerdì mi ha lasciato 50 centesimi e una cambiale per gli altri 50!”
“La Fatina dei Denti deve aver esaurito i soldi!”. Il Sensei sorrise benevolmente rendendosi conto che la bambina veniva da una delle famiglie più povere. “Ed ora, cosa dobbiamo fare?” Le mani nuovamente alzate.
“Reece?”
“Paul mi continua a frugare di dietro..”
“Paul… mica vuoi andare ancora nell’angolo del castigo?”… Paul scosse la testa. “E ricorda che i gradi si ottengono solo con un buon comportamento”.

“Forza ragazzi…” Altre mani si sollevarono.
“Fare la camminata della scimmia!”
“Calci saltati a chi colpisce!”
“Ok… mani in alto tutti coloro che vogliono fare un kata”. Il Sensei alzò la mano di un bambino. “Si! Bravo Adam… e kata sia!” Tutti i bambini risero e si alzarono in piedi… “Quali sono le 3 cose che in questo momento stiamo studiando col kata?”
“Le posizioni…oh..oh..e la postura..e oh…errr… il tempismo!”
“Ben detto! Su andiamo!” Tutti balzarono in piedi, una lezione alimentata da autodisciplina e senso dell’umorismo, attentamente guidati dal Sensei…
Insegnare ai bambini è una cosa fantastica. Sono felici di praticare karate con i loro kimoni, agitando braccia e gambe con tutti gli altri bambini, diretti dal Sensei. Il paradosso è che questo è il modo in cui raggiungono il maggior miglioramento. È un processo di piacevole ‘osmosi’, col quale assorbono le informazioni e le elaborano in un modo che assorbono solamente in maniera graduale, senza rendersi conto che stanno imparando.
Questo è evidente quando si guarda il Sensei ‘che lavora con la sua magia’. Non riuscirei a pensare a uno studio più importante per i bambini per dare loro le buone maniere, il rispetto di sé, il rispetto per gli altri, la capacità di affrontare correttamente ed educatamente i bulli e la capacità di districarsi da una situazione di pericolo di vita. Un giorno il loro studio potrebbe benissimo salvare loro la vita.
Alcuni genitori, tuttavia, vivono indirettamente attraverso i loro figli e poiché essi stessi si vedono come fallimenti, spingono i loro figli a essere migliori degli altri e diventano ossessivi per il loro passaggio di cintura. La competizione insidiosa e la cattiveria degli adulti sono i fattori sui quali il Sensei dovrebbe lavorare con più forza per fermare l’interferenza nell’allenamento dei bambini.
La vergogna è che la maggior parte dei bambini smettono di allenarsi non perché lo vogliano, ma perché i loro genitori non si prendono la briga di portarli, incolpando di solito il bambino di aver perso interesse, o convincendoli a rinunciare. È ironico pensare che i bambini abbiano la persistenza e l’integrità per raggiungere un obiettivo, ma sono limitati dai caratteri deboli dei loro genitori.
Al termine dell’allenamento, c’era l’inevitabile coda di genitori…
“Perché mio figlio non fa l’esame di passaggio grado con gli altri?”
“Perché mi ha detto che è troppo stupido”.
“Perché pensa questo?”
“Lui mi ha detto che è perché lei continua a dirglielo.” Il Sensei guardò profondamente gli occhi del padre… l’avevamo visto tutti che dava sempre dello stupido al figlio…. il padre arrossì e si dileguò.
“Perché mio figlio non fa l’esame con gli altri?”
“Sta crescendo bene, ma non è ancora pronto. Ha bisogno di lavorare di più sulle posizioni, sulla concentrazione e sull’intenzione.”
“Beh, io mi sono messo a guardarlo e penso che sia bravo come gli altri.”
“E da quanto tempo lei insegna e fa esami di karate?”
“Non ho bisogno di insegnare per vedere che lui è bravo come gli altri.”
“Se gli do la cintura non sarà in grado di sostenere quella successiva. Non credo che lei lo voglia vero?”
“Non credo che non ce la farà.”

“Allora forse dovrebbe rovinare il suo progresso nelle arti marziali e portarlo in una palestra che incoraggia maggiormente ‘la partecipazione dei genitori’. Inoltre, le sarei grato se potesse evitare di mettere a soggezione il suo bambino da bordo-tappeto, dato che il rimprovero e il cosa fare e cosa non fare è soltanto fonte di distrazione per suo figlio in quel momento.” Un’altra ‘lezione per genitore’ andata a vuoto. Il bambino è perfettamente felice così com’è, il padre probabilmente cercherà di cambiare palestra poiché pensa che lui ne sa di più del Sensei.
“Sensei, Lenny non ha potuto frequentare le lezioni di karate di questa settimana perché lo stiamo punendo per aver fatto il cattivo.”
“Che cosa ha fatto?”
“È stato scortese con sua madre e non ha messo a posto la sua stanza.”
“Così lo avete punito privandolo di uno dei metodi educativi che rafforza educazione, rispetto e buon comportamento. Dov’è il senso in tutto ciò?”
“Perché lui ama il karate e quindi è una punizione per impedirgli di fare qualcosa che vuole.”
“La fase successiva è che lui vi dirà che non vuole più venire, usandolo come metodo per punirvi – ora avete capito?”
“Non ci ho mai pensato….”
Il Sensei se ne andò scuotendo la testa.
La maggior parte dei genitori fa quello che può per i propri figli, ma è incredibile quanti involontariamente limitino e rovinino i progressi del proprio figlio a causa della loro inadeguatezza. Il Sensei ha da insegnare molto ai genitori, se non di più che ai bambini, su come permettere loro di crescere senza ostacoli. Forse dovremmo chiamarla “lezione per genitori e figli”.
Traduzione di Simone De Luca Copyright © 2011
Riprodotto in traduzione italiana con la gentile concessione di Steve Rowe
Pubblicato la prima volta su
www.shikon.com
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