Ki No Nagare: La Forza della Trasformazione


Il Maestro Fondatore Ueshiba Morihei non permetteva l’accesso a questa forma dinamica dell’Aikido prima del conseguimento del grado di Sandan. La preparazione con il Ki Hon era quindi considerata di estrema importanza per interiorizzare il proprio bagaglio tecnico prima di avventurarsi nel mondo della sfera dinamica

di RENATO VISENTINI

Nella sua evoluzione, dapprima l’Aikido è rappresentabile con un triangolo, successivamente diventa un quadrato per trasformarsi definitivamente, a livelli molto alti, in una sfera dinamica. L’esplosione dell’energia passa quindi da un piano bidimensionale allo spazio tridimensionale, libero di muoversi lungo gli infiniti raggi che partono dal proprio centro.

Solo un centro forte e stabile può dirigere la propria energia verso l’esterno con potenza ed efficacia e là va cercato il motivo per cui il Maestro Fondatore insistesse così tanto sulla pratica del Ki Hon.

Nella cultura occidentale, dove i tempi di raggiungimento di certi risultati sono sicuramente più dilatati che in Giappone, la regola di vietare fino ad un certo livello la pratica del Ki No Nagare non è osservata e le due forme di pratica Ki Hon e Ki No Nagare sono insegnate parallelamente: vale comunque il presupposto che il Ki Hon è l’unica forma statica che trasmette la conoscenza della tecnica pura e a cui bisogna sempre fare riferimento nella pratica corretta.

Nagare è la pratica dinamica, la disposizione dello spirito è simile alla duttilità con cui si affrontano e risolvono le avversità quotidiane. Il nostro personale bagaglio tecnico deve raggiungere un bagaglio tecnico sufficiente a far fronte agli attacchi non più statici di un solo compagno, appreso nel Ki Hon, ma dinamici, provenienti da più parti e in velocità.

Con il crescere dell’esperienza il centro ha bisogno di essere ben saldo, radicato nella mente per offrire il proprio cuore. La verità insita in ognuno viene a galla, il proprio carattere, le proprie paure e insicurezze diventano evidenti. Con un cuore fortificato nel centro vitale dal Ki Hon, siamo pronti a vibrare in ogni direzione, col sorriso sulle labbra ed entrare, attraverso la nostra sfera dinamica, nel centro degli avversari, sbilanciarli e guidare il loro equilibrio là dove il nostro centro è forte e stabile.

Bisogna prima catturare il proprio ego, imbrigliarlo nel nostro centro e metterlo a disposizione del nostro prossimo.

Nagare è la forza della vita, che non ha sosta, che tutto prende, assorbe e restituisce trasformato in qualcosa di nuovo. Noi dobbiamo essere sempre qualcosa di nuovo nel proporci agli altri, che percepiranno in noi un centro forte e stabile ne verranno irresistibilmente attratti. Il Ki No Nagare sarà perfetto solo se il Ki Hon avrà piantato saldamente le sue radici nel cuore, il Ki Hon è l’albero da cui si coglierà un giorno il frutto del Nagare.

Solo allora il Nagare sarà sinonimo di armonia vitale, una sorgente di energia da condividere con gli altri. Non importa quanto rapidi saranno i nostri movimenti e quanti saranno i nostri avversari: ricordando un detto Zen “il nostro spirito sarà simile alla Grande Madre Terra, che rimane immobile anche sotto l’infuriare della tempesta”.

Copyright Renato Visentini © 2012
Ogni riproduzione non espressamente autorizzata dall’autore è proibita

Leggi tutti gli articoli di Renato Visentini

Sito Dantai
Curriculum di Renato Visentini

Pubblicità

3 pensieri riguardo “Ki No Nagare: La Forza della Trasformazione”

  1. Non male l’articolo..ma sankaku, shikaku e maru sono già insiti in ikkyo. Entra con il triangolo, controlla con il quadrato, unifica con il cerchio. Poi O Sensei non parlava di dan se non alla fine!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...