
Questo incandescente documento a firma di Philippe Voarino, pubblicato originariamente nel gennaio 1996 e indirizzato senza mezzi termini all’allora Waka Sensei Moriteru Ueshiba, susciterà certamente una ridda di discussioni e polemiche. Tuttavia questo non è certo il motivo per cui lo proponiamo in lettura agli aikidoka italiani. Quello che invece ci interessa di questo scritto è la presentazione oggettiva di alcuni fatti concernenti la storia dello sviluppo dell’Aikido nel dopoguerra, fatti che sono del tutto sconosciuti ai più, stante il muro di gomma elevato in proposito dalle grandi associazioni nazionali di riferimento
di PHILIPPE VOARINO
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sulla rivista – Karate Bushido N ° 231 – dal gennaio 1996.
Per Philippe Voarino, allievo del Maestro Saito, l’insegnamento dell’Aikikai è quello codificato dal Doshu, Kisshomaru Ueshiba, figlio del Fondatore. O’Sensei Ueshiba, da parte sua, ha insegnato a Iwama un’arte composta da 3 elementi: Aïki-ken (spada), Aïki-jo (bastone) e Tai-Jutsu (tecnica a mani nude). L’Aikido insegnato dall’Aikikai sarebbe quindi un Aikido amputato.
Un giornalista italiano, nel numero dell’autunno 1990 della rivista Aiko, chiese al Maestro Saito che tipo di uomo fosse O Sensei. La risposta è stata meravigliosamente giapponese: “Direi in poche parole che Morihei Ueshiba era l’esatto opposto di Kisshomaru. In un certo senso era il suo opposto. Vedi, Kisshomaru aveva il merito di aver sviluppato l’Aikikai in modo considerevole, ma se O Sensei se ne fosse preso cura, l’associazione sarebbe fallita in tre giorni” [1].
Nota: l’Aikikai è questione di parole
Il termine “Aiki-Kai”, che può essere tradotto come “Associazione dell’Aiki”, designa l’organizzazione creata nel 1948 a Tokyo per diffondere l’arte creata da Morihei Ueshiba: l’Aikido. Questa organizzazione è stata posta sotto la direzione di Kisshomaru Ueshiba, il figlio del fondatore. Nel corso degli anni l’Aiki-Kai ha sviluppato una particolare forma di Aikido oggi chiamata “stile Aiki-Kai” e definita la forma “ufficiale” di Aikido. Nella terminologia più usata dagli aikidoka, l’espressione “O’Sensei” si riferisce a Morihei Ueshiba. “Doshu” designa suo figlio Kisshomaru e “Waka Sensei” designa Moriteru Ueshiba, figlio di Kisshomaru e nipote di Morihei [l’articolo è stato scritto nel 1996. NdR].
Ogni uomo trova il suo posto nella saggia organizzazione del mondo. Toccava a O’Sensei creare l’Aikido. Spettava a suo figlio Kisshomaru gestire efficacemente la struttura necessaria alla diffusione dell’Aikido oltre i confini del Giappone.
Tutto andava bene così. Ma se O’Sensei fosse stato coinvolto nell’amministrazione, o Doshu si fosse interessato della tecnica, non potrebbe essere messo in dubbio che l’ordine naturale delle cose sarebbe stato rotto. Gli uomini hanno qualità naturali diverse che li rendono in un modo piuttosto che nell’altro. Non è un insulto a nessuno ricordare questa realtà.
Nel 1932, quando Kisshomaru Ueshiba aveva circa dodici anni e O’Sensei si interrogava sul futuro della sua scuola, adottò Kiyoshi Nakakura [2], uno dei più grandi kendoka del Giappone, e gli dette il nome di Morihiro Ueshiha. Mori, in giapponese, ha il significato di proteggere, mantenere. È probabile che O Sensei abbia visto in lui il futuro dai dell’Aikido. Ma Nakakura rifiutò questa offerta dopo alcuni anni, tornò al Kendo che era la sua strada, e divenne un maestro indiscusso di questa disciplina. Molto più tardi, negli anni ’50, O’Sensei affidò a suo figlio Kisshomaru la responsabilità della gestione dell’Aikikai. Ma allo stesso tempo, cambiò il nome di battesimo del Maestro Saito in Morihiro, gli conferì l’8° dan e lo nominò del recinto sacro di Iwama dove l’Aikido è protetto.
Aikido primitivo e Aikido evoluto
Così, l’amministrazione della scuola venne data a Kisshomaru Ueshiha e Morihiro Saito fu indicato come il custode della tecnica. Senza dubbio Kisshomaru era la persona giusta alla testa dell’Aikikai. Se l’associazione è oggi il riferimento internazionale per l’Aikido, è grazie a lui: Kisshomaru svolse il suo compito con talento. Tadashi Abe sensei che conosceva gli uomini ed era un uomo di poche parole (francesi), era solito dire: “Kisshomaru, buono impiegato” (NT: in Francia lo stereotipo del funzionario grosso modo indica – senza offesa qui – essere attaccati alla routine, preferire la comodità all’avventura).
Solo che per raggiungere questo obiettivo, non poteva evitare di imprimere la propria influenza sulla tecnica. Entrò in un campo che non era il suo. E da quaranta anni, anche se l’Aikikai sostiene di rappresentare l’eredità di O’Sensei, in realtà diffonde l’Aikido del secondo Doshu. Tale affermazione può sorprendere, ma non è casuale. E’ stata anche ufficialmente confermata da Moriteru Ueshiba (nipote del Fondatore) in un’intervista rilasciata nel 1995 per la rivista Budo: “Quello che originariamente era duro e di rottura è stato ammorbidito e arrotondato in tecniche più circolari”.

E Moriteru aggiunge: “Il curriculum che insegno è quello messo insieme dal Doshu negli anni Cinquanta. Le forme dirette utilizzate da O’Sensei erano quelle che aveva imparato, forse più dure, più di rottura, collegate all’Aikido di un certo periodo e alla sua evoluzione personale. Con il tempo, le tecniche sono divenute rotonde, e il più morbide possibile”.
Il Credo dell’Aikido è quindi dichiarato e non si può essere criticati per voler leggere tra le righe: esisteva una volta un brutale, primitivo e non molto originale Aikido – l’Aikido del Fondatore stesso – e vi è ora un Aikido evoluto con forme rotonde, l’Aikido dell’Aikikai, la “forma classica” secondo Moriteru.
Il solo e unico Aikido: quello del Maestro
Non avrei mai reso queste verità pubbliche se Moriteru Ueshiba, il capo dell’Aikikai e una personalità emblematica, non avesse ufficialmente espresso tale giudizio sull’Aikido del Fondatore, il suo grande padre.
Alcune altre figure pubbliche, i miei maestri, avrebbero avuto più diritto di reagire di me. Non lo faranno. Essi non possono a causa del giuramento di fede che li lega alla famiglia Ueshiba, quindi all’Aikikai. Waka Sensei (NT. L’articolo è stato scritto prima della morte di Kisshomaru Ueshiba), scrivo direttamente a lei. Non all’individuo, naturalmente, ma al simbolo, al rappresentante di una certa idea di Aikido che ha trovato i suoi sostenitori nel mondo, che dicono che l’Aikido deve evolversi. Io difendo la visione esattamente opposta: c’è un solo Aikido e il resto non è Aikido, puramente e semplicemente.
Che l’Aikido sia la creazione unica di un uomo eccezionale, O’Sensei, dopo una lunga vita di sforzi costantemente volti allo stesso obiettivo. Che l’Aikido sia uno perché i suoi principi fondanti sono gli stessi di quelli che sono a lavoro nell’Universo. Ogni principio è intangibile. Questo punto deve essere assolutamente chiaro. Nessuno può dire che la somma degli angoli di un triangolo non è uguale a 180°. E’ così e rimarrà così. Questo è un principio. 180º è la linea retta, il modo più diretto e non è casuale che in Aikido, irimi – che secondo O’Sensei deve possedere “l’energia di un raggio di luce” – si basa su hanmi, la posizione triangolare dei piedi.
Una disciplina fondata su principi immutabili
L’Aikido di Morihei Ueshiba si basa su tali principi. Ecco perché è l’Universo, ed è per questo che è immutabile. Naturalmente, l’Universo è dinamico. Chi potrebbe sostenere che le forme non cambino tutto il tempo? Ma questo continuo cambiamento è basato su principi invariabili.
Esseri così diversi, come un uomo, una lumaca e un girasole condividono lo stesso fattore di organitivo: la spirale logaritmica di 0,618 regola la crescita del DNA, la forma del guscio di una lumaca e la spirale dei semi di girasole. Lo stesso vale per Aikido. Ci sono decine di migliaia di individui, e decine di migliaia di shiho nage diversi, perché tutti gli esseri sono diversi. Vero. Ma ciascuno di essi deve rispettare la spirale logaritmica, mentre si applica la tecnica. Altrimenti non è shiho nage. Non è possibile modificare o variare questa costante, perché è un principio. Questo è l’Aikido ed è per questo che non può evolvere. L’Aikido di O Sensei è Aikido per sempre e l’Aikikai non può cambiare questo fatto.
Il lavoro con le Armi
Lei dichiara: “… Il lavoro con le armi si è infatti evoluto. Nell’Aikikai, lo studio delle armi è inteso come uno studio di difesa contro un partner armato di ken o jo”.
Mi consenta di ricordarle che questo studio si chiama tachi chi dori e jo dori, e che essi sono più legati alle tecniche a mani nude che alle tecniche di armi. Semplicemente non può essere confusi con gli insegnamenti di Aiki ken e Aiki jo. Il fatto che l’Aikikai intenda il lavoro con le armi in questo modo significa solo che l’Aikikai ha modificato il significato delle parole.
La ricca opera tecnica e pedagogica con le arma è stato ridotta alla semplice tachi dori e jo dori. E’ come levare due corde ad un violino e dire al musicista: “si suona altrettanto bene con le due corde rimanenti”. Quindi lei procede con la fine del suo pensiero e aggiunge:
“Come tale l’insegnamento delle armi non ha spazio e si può dire che non viene preso in considerazione in Aikikai perché si può dire, semplicemente, che l’allenamento con le armi con due partner non è più Aikido”.
Quindi si può considerare che, per esempio, O’Sensei Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido, quando praticava le armi con un partner, non faceva Aikido. Allora che cosa praticava, per favore? Kendo, Jodo? No, Young Master, praticava Aiki ken e Aiki jo. Praticava Aikido con o senza armi, a prescindere dal fatto che il suo avversario avesse un’arma o meno. Devo confessare un mio errore che lei mi ha ora permesso di comprendere.
Credenze e lacune dell’Aikikai
L’Aikikai ha sempre rifiutato di riconoscere l’insegnamento dell’Aikiken e Aiki jo – nel modo in cui sono stati organizzati da Saito Sensei – come proveniente da O Sensei. Per molto tempo ho pensato che fosse la conseguenza di un calcolo politico. Dal momento che nessuno nell’Hombu dojo era in grado di insegnarli, mi sembrava ovvio che l’Aikikai sarebbe stata molto imbarazzata da tale riconoscimento. Beh, mi sbagliavo. Sospettavo qualche cinismo da parte dell’Aikikai e mi scuso solennemente per questo pensiero. Ora ho capito che l’Aikikai era perfettamente sincera. Non è a causa di un cinismo politico, è perché Aikikai ignora tutto a proposito dell’Aiki ken e Aiki jo e non ha quindi alcuna idea circa la loro funzione nel training con il partner in Aikido.
L’Aikikai è come un bambino che vive nel deserto e nega l’esistenza del mare solo perché non lo ha mai visto. L’Aikikai crede davvero che due uomini con la spada possono solo praticare Kendo e che due uomini con jo possono praticare solo Jodo. Ecco perché gli insegnanti dell’Hombu Dojo vanno a imparare Kendo e Jodo quando vogliono imparare le armi. E dico niente che non io non possa provare. Ecco i miei argomenti.
Le prove
Durante la sua gioventù, Morihei Ueshiba studiò pricipalmente con due personaggi. Il primo fu Masakatsu Nakai, maestro della famosa scuola di spada “Yagyu Shingan“. Morihei studiò sotto la sua supervisione nel periodo 1903-1908, al termine del quale ottenne il suo primissimo certificato di maestria dalle mani del suo maestro.
Dal 1915 al 1922, Morihei studiò sotto Sokaku Takeda le tecniche a mani nude della scuola Daito, ma anche la scuola Hozoin di lancia e di spada della scuola Shinkage che Takeda insegnava. Egli riconobbe Morihei con un grado di piena maestria ad Ayabe nel 1922.
Questo prova che O’Sensei, durante i suoi anni di formazione, abbia praticato sia le armi e che le tecniche a mani nude, e questo è un punto molto importante. Dal 1919 al 1926, Morihei visse ad Ayabe, nella comunità Omoto-kyo, dove ricevette gli insegnamenti spirituali del reverendo Deguchi e progressivamente si liberò dalla precedente rigida intelaiatura tecnica. In particolare, si staccò dal Daito Ryu di Takeda sensei, abbandonando la posizione shikaku (quadrato) in favore – per le tecniche a mano libera – della posizione sankaku (hanmi) che egli usava con le tecniche di armi che egli padroneggiava. Questo punto è cruciale. La posizione di guardia triangolare, talmente specifica per l’Aikido che l’Aikido ne trae la sua intera struttura, quella posizione di guardia proviene direttamente dalla pratica delle armi.
Oggi, eliminando la pratica delle armi in Aikido, l’Aikikai si muove in direzione esattamente opposta.
O Sensei a Iwama
Dal 1927 al 1941, Ueshiba sensei visse a Tokyo. Ma in contrasto con la sua opinione, Waka Sensei, l’arte che insegnava era già estremamente peculiare e aveva poco in comune con “le forme molto semplici, come egli le aveva imparate”, come lei sembra volerla ridurre.
Il documentario girato a Osaka nel sede del giornale Asahi è una forte testimonianza di quella singolarità. E anche che l’arte non avesse ancora raggiunto la sua maturità. Veniva chiamata Aiki-budo ed era una combinazione dei tre pilastri dell’Arte: Ken jutsu (spada), So jutsu, (lancia) e Tai Jutsu (tecniche a mani nude). L’integrazione cruciale e la sintesi di questi tre elementi in un sistema unificato non è stato ancora completamente raggiunto. Questo lavoro venne in realtà iniziato nel 1942 a Iwama.
L’onestà intellettuale impone di rispettare i fatti: dal 1942 fino alla sua morte nel 1969, O’Sensei non visse a Tokyo come dicono alcuni, ma lontano da lì, a Iwama, un piccolo villaggio, nel distretto di Ibaraki. Ecco era dove la sua casa e il suo dojo, ed è qui che aveva costruito il santuario dell’Aikido, ai piedi di Atago san, la montagna sacra. È la verità così preoccupante che la maggior parte delle biografie nasconde questo fatto?
La realtà è dura, ma eccola: Morihei Ueshiba ha insegnato presso l’ “Aikido World Headquarter” solo in modo occasionale, durante le poche visite al figlio negli anni Cinquanta. Ancor più, in quelle occasioni, in quel luogo era uno straniero. Era un visitatore di passaggio, non insegnò Aiki ken e Aiki jo, se non a Iwama. Kisshomaru Ueshiba e gli studenti dell’Hombu Dojo non potevano che avere solo un assaggio dell’Aikido di O’Sensei. Tutti gli attuali Shihan sono in realtà allievi di Kisshomaru Ueshiba e non di O’Sensei. Nessuno di loro aveva la più pallida idea di quello che stava accadendo in Iwama, nessuno ne era coinvolto.
Tuttavia, il messaggio di O sensei era chiaro. Già nel 1942, egli registrò la parola Aikido, utilizzata per la prima volta, presso il Ministero della Pubblica Istruzione giapponese. Quello stesso anno, gli edifici di Iwama, vennero consacrati secondo il Kototama e le regole dell’Architettura Sacra come Ubuya, che significa “il luogo di nascita”.
Io affermo che, a causa di questi due importanti atti simbolici, nel 1942 Iwama è stato il luogo di nascita dell’Aikido. O’Sensei poteva vedere chiaramente cosa precedentemente fosse ancora impreciso: il link che doveva unificare le tecniche a mani nude e le tecniche di armi. Non bastava che l’Aikido fosse nato; e anche questa concezione era solo un primo passo. Come un bambino che viene al mondo, l’Aikido doveva crescere e raggiungere la sua maturità.
I tre pilastri dell’Aikido
Ecco, Waka Sensei, l’ignoto e immenso lavoro in cui O’Sensei fu impegnato a Iwama tra il 1942 e il 1969, per quattro volte sette anni.
Tutti i documenti di quel tempo, tutte le immagini, tutti i film, tutti gli uomini e le donne che vivevano a Iwama accanto a O’Sensei in questi ventotto anni, sono tutti testimonianza di un’intensa ricerca e attività creativa del Fondatore- in particolare nell’Aiki Ken e Aiki jo. La verità è, Waka Sensei, che il Fondatore non si limitò a “migliorare alcuni dettagli”. La verità è che, in Iwama, il Fondatore continuò a studiare senza sosta, a ricercare, modificare, sviluppare, organizzare le tecniche attorno a un Principio di cui lei non è a conoscenza. Egli è stava creando l’Aikido, mentre suo padre a Tokyo stava “codificando” e prematuramente insegnando quello che pensava fosse l’Aikido, anche se mancava di qualcosa di essenziale.
L’Aikido, l’unico e solo Aikido, creato da O Sensei negli ultimi 28 anni della sua vita a Iwama, è basato su tre pilastri: è una comunione, una vita inter-dipendenza tra le tre parti di uno stesso essere. Queste tre parti sono Aiki ken, Aiki jo e Tai jutsu. L’Aikido è l’armonioso equilibrio dinamico di questi tre elementi che si spiegano a vicenda, perché sono unificati da una comune struttura razionale. Tale struttura è la specificità dell’Aikido, è molto di più dell’aggiunta di discipline indipendenti.
Un Aikido amputato
Cosa pensereste di un geometra che eliminasse due lati di un triangolo e volesse comunque chiamare ancora triangolo la forma rimanente? L’Aikikai ritiene di poter eliminare Aiki ken e Aiki jo e ancora chiamare Aikido quello che è rimasto. Ciò che rimane è un residuo privo di valore. L’Aikido insegnato da suo padre, quella che lei insegna, l’Aikido dell’Hombu dojo, l’Aikido diffuso dall’Aikikai in tutto il mondo non è un Aikidomoderno o evoluto. Si tratta di un Aikido mutilato e amputato. Non è l’Aikido di O Sensei, non è più l’Aikido. L’Aikido Aikikai si è spostato verso lo sport.
Forse questo è quello che si chiama prendere in considerazione le esigenze della realtà.
Fonte: http://www.aikidotakemusu.org/en/articles/open-letter-aikikai
Copyright Philippe Voarino ©1996
Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione non autorizzata è strettamente proibita
Traduzione di Simone Chierchini ©2012
Pubblicato su Aikido Italia Network grazie alla cortese autorizzazione di Philippe Voarino
Note
[1] Trainelli Lorenzo, Conversazione con Morihiro Saito, Aikido Italia Network, 1990 https://atomic-temporary-18820446.wpcomstaging.com/2011/11/21/conversazione-con-morihiro-saito/
[2] Chierchini Simone, Morihiro Ueshiba, il Successore Dimenticato di Morihei, Aikido Italia Network, 2020 https://atomic-temporary-18820446.wpcomstaging.com/2020/06/07/morihiro-ueshiba-il-successore-dimenticato-di-morihei/
Decisamente interessante questo documento. Credo comunque che tutto l’AIkido sia un’INTERPRETAZIONE dell’insegnante di turno (Iwama ryu compreso). Non c’è accenno, in questo articolo, alla figura di Koichi Tohei, altro gigante dell’AIkido che ha avuto un grandissimo peso nella diffusione della nostra Arte Marziale fuori dal Giappone anche lui “silurato” a suo tempo dal primo Doshu. Anche nella scuola di Tohei la pratica delle armi riveste grande importanza: tuttavia spesso quando si nominano le armi in Aikido si associa automaticamente il lavoro (enorme e mirabile, per carità) di Saito.
Complimenti per il lavoro di Aikido Italia Network; stà diventando una miniera di materiale e di cultura!!!
[…] tutta la vita. Il valore della presenza e della testimonianza di Morihiro Saito (Mori-hiro, “il protettore”, così non casualmente ribattezzato dal Fondatore, che gli conferì anche il titolo di […]