La Carriera di Ueshiba nelle Arti Marziali Prima della Nascita dell’Aikido


Se dovessimo credere aprioristicamente ai siti web delle organizzazioni dell’Aikido in tutto il mondo, O’Sensei Morihei Ueshiba avrebbe studiato “diverse arti marziali durante la sua vita” [1] e ricevuto “certificati di maestria in diversi stili di jujitsu, scherma e lancia da combattimento”[2] e via dicendo. Siamo sicuri che sia vero? Oppure si tratta dell’ennesima fabbricazione post mortem?

di SIMONE CHIERCHINI

Indipendentemente da dove ci si rivolga quando si naviga sul Web, ma anche quando si consultano pubblicazioni di pur celebrati autori dell’Aikido, Morihei Ueshiba è presentato quasi universalmente come un esperto Maestro di molte arti, un fine conoscitore di più stili e spesso anche come il titolare di certificati e gradi in numerose discipline di combattimento. Si tratta del guerriero invincibile, no? Siamo proprio sicuri che le cose stiano in questo modo? Oppure si tratta dell’ennesima fabbricazione post mortem?

Un assunto è certo: Morihei Ueshiba fu il maestro assoluto di una sola arte, la propria, l’Aikido. È inoltre facile dedurre come il suo livello in essa sia rimasto assolutamente inarrivabile negli anni, e che neppure i suoi più famosi e dotati allievi abbiano conseguito una profondità nell’Aikido anche vagamente paragonabile a quella del suo fondatore.

Tuttavia, l’agiografia ufficiale ha costruito una serie di storie sulle esperienze marziali di Ueshiba pre-Aikido – quasi a motivarne e giustificarne gli esiti futuri – che non regge ad un serio scrutinio. Ci sono prove che la carriera di Ueshiba nelle arti marziali prima dell’Aikido sia stata molto meno glamour di quanto normalmente presentato al pubblico, e per accertare quanto sopra è sufficiente esaminare la sua biografia con una mente aperta e libera dal fanatismo quasi religioso che accompagna la venerazione di O’Sensei da parte dei suoi ormai distanti seguaci.

La generale percezione di Ueshiba come specialista di multiple arti del Budo nasce dalle pubblicazioni prodotte dal figlio Kisshomaru e da quelle che ad esse si rifanno. Per esempio, nel suo libro “Aikido”, pubblicato nel 1985, Kisshomaru Ueshiba descrive il percorso marziale del padre in questi termini: “L’amore del Maestro Morihei Ueshiba per il Budo era talmente profondo che trascorse gran parte della sua gioventù frequentando quegli specialisti che si trovassero a passare per la provincia in cui risiedeva. Da tutti loro sentiva di avere qualcosa da imparare“. [3]

Nello stesso libro, il Secondo Doshu ci informa anche che “Il suo primo maestro fu Tokusaburo Tozawa, della Kito-Ryu Jujutsu; allora Ueshiba aveva soltanto tredici anni. Successivamente si occupò di lui il maestro Masakatsu Nakai della Yagyu-Ryu, una scuola di scherma. In quel tempo Nakai viveva nella città di Sakai; il fondatore ottenne il diploma della Yagyu-Ryu nel luglio del 1908”. [3]

Parleremo tra breve degli studi di Ueshiba nel Kito-Ryu e nella Yagyu-Ryu, precisandone tempi e durata. In verità, fino all’età di 17 anni non vi è alcuna fonte che confermi un formale coinvolgimento nel Budo da parte di Morihei che, va ricordato, viveva nel villaggio rurale di Tanabe, e non nel ricco mondo culturale e marziale tipico della capitale. Ueshiba aveva dimostrato piuttosto di essere un adolescente dall’animo irrequieto e problematico, per esempio cambiando un paio di volte scuola prima di trovare qualcosa che attirasse i suoi interessi [8]. Sembrerebbe che, tra l’altro, avesse manifestato il desiderio di divenire un monaco buddhista [5] [6]. Morihei era cresciuto in un ambiente privilegiato: suo padre Yoroku, un benestante proprietario terriero di incerta discendenza Samurai [9], gli era sempre stato vicino, supportandolo nelle sue decisioni e cercando di indirizzare quello che al tempo era un bambino piuttosto debole e malato. [5] [8]

Fu Yoroku che lo espose per la prima volta al Budo, raccontandogli storie guerriere dei suoi antenati – il suo bisnonno Kichiemon era un samurai di una qualche nomea nel suo periodo [5] – e facendogli scoprire il Sumo e il nuoto come passatempo formativi. Secondo alcune fonti, Yoroku lo avrebbe anche allenato in un’arte familiare chiamata Aioi-ryu Jujutsu. [4] Secondo altre fonti, invece, Aioi-ryu sarebbe stato solo uno dei vari modi in cui Morihei chiamò la sua arte quando smise di usare la denominazione Daito-ryu Aikijujutsu. [4] [15]

Da quanto sopra non parrebbe emergere che a Tanabe il giovane Morihei avesse acquisito alcuna particolare conoscenza nel Budo che lo differenziasse da qualsiasi altro adolescente della sua società e periodo storico.

La sua storia di budoka iniziò a prendere una forma più definita nel 1901, nel momento in cui il 18enne Morihei si trasferì da Tanabe a Tokyo [12], finanziato dal padre, e avviò un’attività di cartoleria. La vita di città, le difficoltà nel mandare avanti l’azienda e un’infezione di beri-beri portarono al fallimento di questa sua iniziativa, che rimase in piedi per meno di un anno; dopo di che Ueshiba tornò a Tanabe dal padre per recuperare le forze dopo la malattia. [7] A sentire John Stevens, Morihei annunciò a Yoroku il proprio ritorno con le seguenti parole: “Beh, ho lasciato Tanabe senza un soldo e sono tornato senza un soldo!”. [8]

Tenjin Shinyo Ryu Jujutsu Gokui Kyoju Zukai, di Iso Mataemon e Chiharu Yoshida. Il libro è datato 13 agosto 2001 ed è una ristampa esatta dal 1894.

Nel corso di quei mesi a Tokyo, tuttavia, ebbe l’opportunità di praticare formalmente Tenjin Shinyo-Ryu Jujutsu in un dojo privato guidato da Takisaburo Tobari [8]. Kisshomaru Ueshiba sostiene che si trattava di quel Kito-ryu che ben difficilmente avrebbe potuto praticare tredicenne a Tanabe [3]. Sembrerebbe che Morihei frequentò in qualche modo anche lo Yagyu Shinkage-Ryu dojo [6] [7]. Parrebbe illogico, tuttavia, che nel corso di quel ristretto lasso di tempo, l’ultima parte del quale trascorso in preda a una debilitante malattia, il teenager Morihei potesse esser divenuto un esperto di Tenjin-Ryu o Yagyu-Ryu. Alcuni questionano addirittura il fatto che avesse partecipato agli allenamenti di Yagyu, sostenendo che si fosse invece limitato ad assistere ad alcune lezioni.

A rigor di logica, la prima preoccupazione di Ueshiba, giovane e inesperto ma con una grossa responsabilità, sarà stata quella, assai stressante, di far funzionare la sua azienda. Possiamo immaginare che si recasse a praticare la sera, come poteva e quando poteva.

Nel 1902 Ueshiba era quindi di nuovo stabilmente nel villaggio di Tanabe, ove le cure familiari e il buon cibo ristabilirono la sua salute ed energia, al punto che nel corso di quell’anno sposò Hatsu Itokawa, che conosceva fin dall’infanzia [8].

Secondo Kisshomaru Ueshiba [3], nel 1903 si sarebbe trasferito a Sakai per seguire gli insegnamenti di Yagyu-Ryu. Tuttavia, lo stesso Kisshomaru ci informa che nel corso del medesimo anno, e prima del suo arruolamento militare, Ueshiba fu protagonista di una serie di imprese presso il suo villaggio, nelle quali si sarebbe distinto per la notevole forza fisica e una pronunciata eccentricità [3]. Per Stevens, invece, Ueshiba iniziò a seguire Nakai sensei a Sakai durante il servizio militare [8]. Come che fosse, Tanabe e Sakai erano distanti oltre 100 km tra di loro, in un’epoca in cui i trasporti erano ancora a livello pre-moderno. Difficile ipotizzare un allenamento che non fosse limitato, al massimo, ad alcuni sporadici blocchi di sessioni.

Morihei Ueshiba intorno al 1903, mentre prestava servizio nell’esercito imperiale giapponese durante la guerra russo-giapponese(copyright Aikido Sangenkai)

Poco dopo, gli interessi di Morihei si spostarono nuovamente. La situazione geopolitica era cambiata e il Giappone si era ricostruito una posizione a livello internazionale come potenza emergente in Asia. Nel 1903 scoppiò il conflitto con la Russia zarista e il paese fu percorso da un’ondata nazionalista: per spiegare il livello di quanto sopra, si noti che il governo giapponese devolse il 55% del budget nazionale agli armamenti [8]. Morihei, come tanti altri giovani, corse ad arruolarsi, salvo essere scartato in quanto la sua statura era inferiore al requisito minimo (150 cm). [7] Il rifiuto lo fece quasi impazzire e se ne andò sulle montagne a seguire un regime di disciplina fisica che richiedeva, tra l’altro, il rimanere appeso per lunghi periodi di tempo ai rami di un albero con pesi attaccati alle gambe. Il piano era, ovviamente, di guadagnare quei pochi centimetri che gli consentissero di essere arruolato, il che avvenne alla seconda chiamata, nel 1904. [7] [8]

Rifacciamo il punto: Morihei Ueshiba aveva allora 21 anni, e la sua carriera nelle arti marziali, come può essere facilmente dedotto da chiunque, fino a quel momento non era stata particolarmente brillante.

Nel 1904 Ueshiba fu pertanto arruolato come riservista. Tuttavia, grazie ai suoi sforzi indefessi e alla sua determinazione di primeggiare, si fece notare dai superiori per una serie di prodezze fisiche e ne ottenne rispetto [3] [7] [8] e successivamente una promozione prima a caporale e poi a sergente. [7]

Morihei venne inviato in Manciuria, dove rimase per 18 mesi. Tuttavia, a sentire John Stevens [8], sembrerebbe che non abbia mai visto il fronte: l’azione del padre, che aveva una certa influenza politica, avrebbe fatto si che il figlio non venisse mai inviato in prima linea sotto il fuoco nemico. Kisshomaru Ueshiba, invece, dipinge il padre come un eroe della battaglia di Manciuria, e lo descrive come risolutivo nel salvare il proprio reparto [3]. William Gleeson, poi, lo racconta [7] intento a caricare impavido le linee nemiche e gli attribuisce a questo punto la (pre)visione di quei proiettili d’oro che gli avrebbe indicato l’arrivo di reali pallottole – episodio invece avvenuto (?) nel 1924 nel corso dell’avventura mongola di Deguchi e Ueshiba, e poi ripetutosi ad Ayabe nel 1925 durante una sfida con un ufficiale della marina [1]. Nel 1907 Ueshiba venne congedato e tornò a Tanabe dal padre.

Durante i 3 anni di servizio militare, Morihei indubbiamente mise in mostra capacità fisiche fuori dal comune [3]. Secondo John Stevens, era in grado di tenere il passo con gli ufficiali a cavallo durante marce di 40 km, prevaleva regolarmente nei combattimenti di Sumo, era uno dei migliori nell’uso della baionetta e aveva una testa durissima, rinforzata dopo aver picchiato il cranio 100 volte al giorno contro una lastra di pietra [8].

Yagyu Shingan Ryu, foto storica di datazione incerta (Copyright Dr. Micheal Russ)

Le abilità marziali di Ueshiba erano indubbiamente aumentate, considerando le circostanze in cui si era trovato e la sua dedizione al servizio. Come parte dell’addestramento militare, aveva ricevuto istruzione sull’uso dello juken (baionetta), similmente ai suoi commilitoni, anche se parrebbe che gli fosse congeniale. William Gleeson attribuisce alla sua bravura come istruttore di juken e spada il fatto che non venisse rischiato in prima linea [7].

Durante il periodo di leva, Morihei si allenò nello Yagyu-Ryu jujutsu, frequentando quando poteva nei periodi di licenza. Ovviamente non gli fu possible ricevere insegnamenti nel corso dei 18 mesi trascorsi in Manciuria, per cui il suo allenamento formale, nuovamente, dovette per forza di cose essere assai limitato. Al ritorno a Tanabe riprese gli allenamenti di Yagyu, e probabilmente si recò a Sakai un numero di volte tra il 1907 e il 1908, quando ottenne una licenza di trasmissione dell’arte di livello Shoden nello Yagyū Shingan-ryū [3] [12]. Il makimono ricevuto da Morihei Ueshiba nel 1908 era per il livello inferiore di trasmissione del curriculum (Shoden), ma il documento non reca i sigilli ufficiali della scuola e la firma del maestro, per cui ci sono dubbi sulla sua autenticità e ufficialità. [10]

Altro punto della situazione: nel 1908 il 25enne Ueshiba aveva certamente accresciuto le sue capacità fisiche in modo notevole, e in qualche modo aveva anche migliorato quelle marziali, servendosi di frequentazioni saltuarie di specialisti di provincia e delle opportunità offerte dall’addestramento militare. Di sicuro non aveva mai ricevuto addestramento formale continuativo e non era ancora in nessun modo un esperto di qualsiasi Budo.

Tra il 1908 e il 1911 Morihei rimase a Tanabe. La sua condizione psicologica si deteriorò fino a vederlo preda di una forma depressiva che lo portava ad assentarsi per giorni sulle montagne, ove si dedicava a periodi di digiuno e ascesi, caratterizzati da abluzioni di acqua gelata e ossessivi allenamenti individuali di armi [8]. Iniziarono a manifestarsi quegli scatti d’ira che lo caratterizzarono anche in seguito e che calmava attraverso la recitazione di ininterrotti canti shintoisti. [7] [8]

In questi frangenti Yoroku, preoccupato per quello che stava succedendo al figlio, si mise in contatto con il Kodokan e gli chiese di inviare un maestro di Judo. Il Kodokan mandò Kiyoichi Takagi [3][7][11], che più avanti sarebbe diventato uno dei pilastri del Judo e 9° Dan [11]. Nel 1911, pertanto, Takagi prese a insegnare presso la fattoria Ueshiba; per facilitare le cose e motivare Morihei, Yoroku costruì un dojo di famiglia, convertendo un granaio al proposito. Takagi introdusse Ueshiba al Judo moderno e per alcuni mesi Morihei si allenò con passione, recuperando forze e stabilità emotiva [7]. Secondo Kisshomaru Ueshiba, però, a questo punto Morihei si ammalò e fu costretto a letto per sei mesi [3]; la cronologia di questo periodo, comunque non è affatto chiara.

In ogni caso, Morihei sembrebbe aver avuto alcuni mesi di insegnamento formale di Judo da parte di Kiyoichi Takagi che, anche se in futuro sarebbe diventato un grande maestro, essendo nato alla fine del 1894, nel periodo in questione non doveva avere più di 17 anni [12]. Ancora una volta, davanti ad uno scrutinio delle fonti, risulta difficile argomentare che Morihei fu in grado di divenire un esperto di Judo grazie a questo breve periodo di insegnamento.

Morihei Ueshiba di fronte ad un edificio a Shirataki, Hokkaido – 1913 (Copyright Aikido Sangenkai)

Altro cambio di scena. A questo punto Ueshiba e alcuni dei maggiorenti del suo villaggio si imbarcarono in un progetto di colonizzazione di un’area spopolata dell’Hokkaido, ove oggi sorge il villaggio di Shirataki. Il 29 marzo 1912, un gruppo di 52 famiglie partì verso quella che veniva vista come una terra promessa e una possibilità di un nuovo inizio [8]. Durante la sua permanenza in Hokkaido, Morihei Ueshiba continuò con un durissimo regime di allenamento individuale volto a potenziare la sua energia muscolare e interna [3] [8]. Si dedicò inoltre assai alacremente alla gestione organizzativa ed amministrativa della colonia.

Mentre si trovava in Hokkaido, Ueshiba ebbe, finalmente, l’incontro marziale della sua vita, quello con Sokaku Takeda. Morihei si imbattè in Takeda presso la locanda Hisada in Engaru, verso la fine di febbraio del 1915. [13] Fu l’inizio di una relazione tempestosa e piena di eventi e significati della durata di circa venti anni, una relazione che modificò totalmente la vita di Morihei, oltre alle sue valenze marziali. Nel 1922, Takeda conferì a Ueshiba un certificato di trasmissione in Daito-ryu Aiki-jujutsu di livello Kyoju Dairi, l’equivalente di assistente istruttore. Assieme alla dubbia certificazione nello Yagyū Shingan-ryū, si tratta dell’unica qualifica formale posseduta da Ueshiba, che anche risulta essere nei registri dello Kashima Shinto-ryu negli anni ’30 (con tanto di keppan), ma non sembra che avesse mai avuto addestramento formale nell’arte e tanto meno certificazioni in essa [16].

L’incontro con Takeda fu inizialmente uno scontro, o una sfida, come spesso accadeva a quel tempo per verificare la validità o meno di un maestro. Questo ne fu lo svolgimento, come riferito da André Nocquet: “Gli era già stato riferito che era Takeda, maestro di una certa scuola. Ueshiba lo osservò in azione e subito dopo gli chiese se poteva combattere contro di lui. E lì successe un qualcosa di straordinario: nel giro di pochi minuti il piccolo corpo di Ueshiba fu proiettato una sessantina di volte. Ueshiba aveva trovato il suo maestro e cominciò a lavorare con lui” [14].

Sokaku Takeda

Di nuovo, appare in modo abbastanza evidente che Ueshiba, nel 1915, risulta essere un principiante al cospetto di Takeda, che gioca con lui proiettandolo alcune dozzine di volte.

Questa lunga analisi, quindi, ci ha portato alle seguenti conclusioni, basate su quanto (poco e confuso) si conosce della storia della vita del giovane Morihei: prima di dedicarsi anima e corpo al Daito-ryu Aikijujutsu sotto Sokaku Takeda, si era allenato per qualche mese nel Tenjin Shinyo-Ryu, aveva avuto istruzione saltuaria nello Yagyu Ryu jujutsu, e aveva praticato Judo per qualche mese. Questa fu l’intera carriera marziale di Morihei Ueshiba al di fuori del Daito, allo stato delle attuali conoscenze. Il fatto che Morihei abbia studiato, praticato e raggiunto la maestria in un gran numero di discipline marziali sembrerebbe essere una completa fabbricazione.

La stessa analisi, d’altronde, sembrerebbe indicare che il Morihei pre-Daito fosse il perfetto ricettacolo per l’insegnamento marziale di Sokaku Takeda, avendo dimostrato in ripetute occasioni, e sotto un alto livello di stress, di essere dotato di una straordinaria forza fisica e di una totale determinazione nel perseguire i propri obiettivi, una volta individuati. Fin da giovane, Ueshiba aveva inoltre scoperto e applicato il valore inestimabile della pratica individuale, che unito a quanto sopra e ad una notevole capacità personale nello sfruttare il mitori geiko (raccogliere informazioni attraverso l’osservazione), gli consentiva di prendere e sfruttare per il proprio uso tutte le informazioni visive di cui riuscisse a entrare in possesso. Anche se non era un grande maestro di nessuna arte marziale, era uno studioso dotato di grandissima forza, determinazione e strumenti abili all’apprendimento. Inoltre era indipendente, e dotato di carattere e spirito di iniziativa, a mostrare che le sue incredibili avventure e a volte discutibili future iniziative non erano casi isolati, ma precise indicazioni del suo carattere energetico e tempestoso.

Perché non leggiamo alcuna di queste conclusioni nelle biografie ufficiali del fondatore o sui siti web delle organizzazioni mondiali dell’Aikido e, a catena, dei loro dojo? Perché si è preferito attribuire a Morihei una semplificata e infondata valenza come maestro di altre discipline? Sembrerebbe evidente che si sia trattato di una conscia forma di occultamento e censura dei debiti del movimento dell’Aikido nella sua interezza nei confronti del Daito-ryu Aikijujutsu. A tutt’oggi, centinaia di dojo di Aikido di tutte gli stili organizzano corsi su corsi di Iai, Jodo, kenjitsu, ecc. alla ricerca di spiegazioni e conferme rispetto all’Aikido che praticano. Quanti Aikido dojo organizzano seminari di Daito-ryu allo stesso scopo? E perché non lo fanno, considerando come la discendenza diretta dell’uno dall’altro sia un fatto indiscutibile e inequivocabile? Perché Sokaku Takeda era brutto e cattivo e il Daito-ryu un’arte arcaica e violenta? Permettemi di dubitarne.

Morihei Ueshiba nel suo dojo di Ayabe, 1922 di fronte ad uno scroll recante la scritta “Daito-ryu Aiki-jujutsu” (Copyright Aikido Sangenkai)

La discussione sulla genesi dell’Aikido – ossia se Ueshiba abbia o meno clonato il Daito, come hanno sempre sostenuto da quella parte della barricata, oppure se lo abbia reinterpretato in un senso del tutto originale, come hanno insegnato a dire a noi aikidoka – rimane e rimarrà probabilmente aperta ad aeternum. Ci sembra tuttavia fondamentale affrontarla una volta che tutte le carte siano chiaramente visibili sul tavolo da gioco.

Copyright Simone Chierchini – ©2020
Tutti i diritti sono riservati. Ogni riproduzione non espressamente autorizzata è severamente proibita

Note

[1] Morihei Ueshiba, Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Morihei_Ueshiba (Consultato il 23/06/2020)
[2] Rasheed Georges, Aikido: The Way of Harmony, Self-published ebook, 2018
[3] Ueshiba Kisshomaru, Aikido, 1985, Hozansha Pubblications
[4] Hisa Takuma, Daito-ryu Aiki-budo, 1942 https://aikidojournal.com/2020/01/08/daito-ryu-aiki-budo/ (Consultato il 22/06/2020)
[5] Stevens John, The Founder, Morihei Ueshiba, in Aikido and the New Warrior, edited by Richard Strozzi-Heckler, 1985, North Atlantic Books
[6] Ueshiba Kisshomaru, A Life in Aikido: The Biography of Founder Morihei Ueshiba, 2008, Kodansha International
[7] Gleason William, The Spiritual Foundations of Aikido, 1995, Destiny Books
[8] Stevens John, Abundant Peace – The Biography of Morihei Ueshiba, Founder of Aikido, 1987, Shambala Publications
[9] See Comments by Peter Goldsbury in http://www.aikiweb.com/forums/archive/index.php/t-20343.html (Consultato il 24/06/2020)
[10] Goto-Ha Yagyu Shingan-Ryu, Aikido Journal, 2011 http://aikidojournal.com/2011/08/27/goto-ha-yagyu-shingan-ryu/ (Consultato il 24/06/2020)
[11] Kiyochi Takagi, Aikido Journal, 2011 https://aikidojournal.com/2011/08/27/kiyoichi-takagi/ (Consultato il 25/06/2020)
[12] Ueshiba Kisshomaru, Introduction, in Ueshiba Morihei, Budo -Teachings of the Founder of Aikido, 2013, Kodansha America
[13] Pranin Stanley, “The love-hate relationship between Morihei Ueshiba and Sokaku Takeda”, Aikido Journal, (-), http://members.aikidojournal.com/morihei-ueshiba-and-sokaku-takeda-by-stanley-pranin/ (Consultato il 26/06/2020)
[14] Erard Guillaume, Interview with André Nocquet, 8th Dan pioneer of Aikido in Europe, 1988, http://www.guillaumeerard.com/aikido/interviews/interview-with-andre-nocquet-8th-dan-pioneer-of-aikido-in-europe (Consultato il 26/06/2020)
[15] Summary of the Isamu Takeshita’s Diary, Translated by Fumiaki Shishida, Shishida Lab, 2011 https://sites.google.com/site/fshishidalab/kenkyuu-no-hiroba/kagakukenkyuuhitouseikahoukokushouroku (Consultato il 26/06/2020)
[16] Skoss Meik, Kashima Shinto-ryu, Aiki News, vol. 21, no. 1, 1993 https://www.koryubooks.com/library/mskoss3.html (Consultato il 26/06/2020)


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