Gli Insegnamenti Spirituali dell’Aikido


Ueshiba Morihei 18

La pratica dell’Aikido, a prescindere dalla pedagogia che si segue o “dallo stile” praticato richiede una grande e costante applicazione che può portare ad una certa abilità tecnica specie se si hanno le doti ed il talento giusti. Purtroppo molti ritengono che non sia necessaria, per essere dei buoni Aikidoka, una Conoscenza teorica, spirituale, simbolica, cosmologica dell’Arte

di PAOLO N. CORALLINI

Questo convincimento è anche facilitato dal mondo in cui viviamo, un mondo che sempre più spinge l’Uomo a essere pragmatico, materialistico, rivolto soltanto all’aspetto esteriore ed utilitaristico delle cose. Per poter comprendere quanto ciò sia lontano dall’Aikido è bene ricordare che O’Sensei provava un estasiato stupore davanti all’armonia delle leggi della Natura ed al tempo stesso un’umile ammirazione per questa infinita e superiore essenza, la manifestazione del Divino.

Un essere umano è parte di un tutto, l’Universo, ed egli è una parte limitata nel tempo e nello spazio. Noi viviamo in una sorta di prigione e il nostro compito è quello di liberarci da essa, allargando la nostra compassione in cerchi concentrici per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la Natura nella sua bellezza infinita. L’atteggiamento che il praticante “iniziato” deve avere di fronte al mistero dell’Universo deve essere quello del mistico, cioè di colui che, nel silenzio, viene iniziato ai misteri dell’Arte. Il misticismo è la possibilità, da parte dell’Uomo, di avere accesso ad una consapevolezza, ad un risveglio che troviamo oltre le tecniche oltre la parola, oltre la ragione, e dunque sul piano metafisico.

L’Aikido è impregnato di misticismo e di simboli e sono proprio questi ultimi che permettono l’accesso a piani superiori di consapevolezza e di comprensione. Una caratteristica fondamentale del misticismo è, come affermava Einstein, il bisogno di conoscenza, il desiderio di afferrare o di lasciarsi afferrare dal mistero dell’Universo, la curiosità, lo stupore, il senso di meraviglia. Colui che vuole penetrare i segreti e le meravigliose potenzialità dell’Aikido deve cercare di afferrare il mistero dell’Universo cercando di comprenderne le leggi con la ragione, con la pratica assidua, con sacrificio, con
determinazione e volontà assoluta, con l’aiuto e la speculazione simbolica, ma al tempo stesso deve adoperarsi a purificare la propria soggettività, cercando di entrare in una
risonanza intuitiva con le leggi che regolano la Natura, l’Universo.

L’essere umano ha due modi di vivere: uno esteriore, l’altro interiore. Con l’interiore egli guarda il non manifestato, con l’esteriore vede e approccia il manifestato. L’Aikido ci dà gli strumenti per integrare e far vibrare all’unisono questi due modi di vivere. L’Aikido può essere la porta tra il mondo manifesto e il non manifesto. A livelli elevati di pratica le tecniche diventano l’aspetto formale, simbolico e l’estasi; il contatto con il non manifesto.
Non dimentichiamo che il Fondatore parlava di “inori budo”, indicando con questo termine che l’Aikido è come una preghiera in movimento.

L’Aikido parla a coloro i quali non si accontentano di praticarne soltanto le tecniche, coloro che aspirano ad entrare in quel meraviglioso mondo spirituale dell’Arte dove lo studio del simbolismo, dell’esoterismo, dell’Alchimia Spirituale, sono gli strumenti ed i percorsi imprescindibili per raggiungere un livello superiore di Conoscenza.

Vi sarete chiesti qual era la visione filosofica di O’Sensei? Qual è lo scopo dell’Aikido? Perché il Fondatore usava le tre forme sacre del quadrato, del triangolo e del cerchio per costruire e praticare le sue tecniche “Divine”? Perché O’Sensei indicava con una piramide il percorso dello sviluppo del praticante di Aikido? Perché molti dei movimenti dell’Aikido sono espressi con il simbolo dell’Infinito?

Cercheremo di rispondere a queste e a molte altre domande. Un percorso di tipo marziale, se vissuto in un determinato modo, è un percorso iniziatico complesso che sicuramente
trascende la semplice “opera al nero” per la quale era stato intrapreso.

Copyright Paolo N. Corallini ©2012
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