Non importa quanto grande e meraviglioso Budoka fosse Ueshiba sensei, credevo che i suoi numerosi fallimenti umani rendessero impossibile che lui fosse un Kami. Pensavo che il definirsi un Kami da parte di qualcuno fosse solo una sorta di pretesa o presunzione. […] All’inizio non riuscivo a capire affatto perché il Kojiki, che si dice essere il documento storico più antico del Giappone, avesse qualche connessione con l’Aikido. […] Poi, una volta superati i sessant’anni, io stesso sono stato in grado di padroneggiare quelle tecniche che spengono la forza dell’avversario. […] Senza dubbio alcuno, le opere degli dei nella mitologia del Kojiki sono presenti all’interno dei segreti dell’Aikido
di KYOICHI INOUE
Biografia di Kyoichi Inoue sensei
Nato nell’Hokkaido nel 1935, Kyoichi Inoue (井上 強一), nel 1955 divenne uno dei primi uchi-deshi di Gozo Shioda (egli stesso un uchi-deshi dell’anteguerra del fondatore dell’Aikido O’Sensei Morihei Ueshiba) nel neonato Aikido Yoshinkan. Insieme al compagno di studi Takashi Kushida e sotto la direzione del Fondatore dello Yoshinkan Gozo Shioda, svolse un ruolo significativo nello sviluppo della metodologia di insegnamento dell’Aikido Yoshinkan.
Nel 2002, alcuni anni dopo la morte di Gozo Shioda nel 1994, fu selezionato come secondo Kancho (Direttore) dello Yoshinkan. Dopo una serie di lotte interne allo Yoshinkan si è ritirato da quella posizione nel 2006 per fondare una nuova organizzazione, l’Aikido Shinwakan (合氣道親和館).
Il seguente saggio è una sezione tradotta dal libro “An Introduction to the Kojiki for People Learning Aikido” (合気道を学ぶ人のための古事記入門), di Kyoichi Inoue e Akio Jiromaru, pubblicato in giapponese nel 2012 da Onogoro Juku e Quest Co Ltd.
Kyoichi Inoue – Imparare dal Kojiki
Il segreto del “Se si oppone, unificalo”
(traduzione dal giapponese di Christopher Li)
Il Fondatore disse a Shioda sensei: “Diventa un Kami”
Ho iniziato quattro mesi dopo che Gozo Shioda (塩田剛三) sensei fondò l’Aikido Yoshinkan (合気道養神館), il 1° novembre del 30° anno dell’era Showa (1955). In quanto uno degli studenti del primo programma Kenshusei che iniziò l’anno successivo, ho letteralmente percorso il sentiero dell’Aikido Shugyo insieme allo Yoshinkan. Nel 45° anno dell’era Showa (1960) fui inviato a insegnare presso il Dipartimento di Polizia Metropolitana (警視庁), e fino al mio ritiro nell’8° anno dell’era Heisei (1996) ho insegnato Aikido in quella sede. Dopo la morte di Shioda sensei ho servito come secondo Kancho dello Yoshinkan. Vorrei discutere del motivo per cui ad uno come me è venuto a scrivere un libro di ricerca sull’Aikido basato sugli insegnamenti del Fondatore Morihei Ueshiba e sul suo rapporto con il Kojiki.
Era il 23 settembre del 36° anno dell’era Showa (1961). Shioda sensei era andato all’Aiki Jinja di Iwama, nella prefettura di Ibaraki, perché doveva fare un esame per 9° dan con Morihei Ueshiba sensei. Anche se lo chiamiamo esame, non aveva niente a che fare con gli esami per i normali allievi, che dimostrano tecniche l’uno sull’altro e vengono poi giudicati dagli insegnanti. La prima sezione era con il bokken, e la successiva era a mano libera: si trattava di sessioni individuali con il Fondatore. Shioda sensei ricevette con successo un certificato di 9° dan dal Fondatore ed tornò allo Yoshinkan Dojo (nel libro di Shioda Sensei “Aikido Shugyo” la data è indicata come Showa anno 26/1951, ma questo sembra essere un errore nei ricordi di Sensei al tempo in cui il libro fu compilato. Sul certificato stesso l’anno è indicato come Showa anno 36).
Shioda sensei ci raccontò che il Fondatore gli disse: “Il tuo Taijutsu (arte del corpo) è sviluppato abbastanza. Da adesso devi Shugyo (“allenarti duramente”) per diventare un Kami. Per questo motivo devi assumere lo spirito di qualcosa, qualsiasi cosa, anche un lombrico sul ciglio della strada. Se lo fai, sarai in grado di diventare un Kami”. Shioda sensei però rise e disse: “Ueshiba Sensei mi ha detto ciò, ma io non voglio ancora diventare un Kami!”.
Non diventerò un Kami vivente
Ascoltando Shioda sensei sono al corrente del fatto che il Fondatore spesso usava quel tipo di terminologia perché quando era giovane aveva appreso lo shintoismo da Onisaburo Deguchi (出口王仁三郎), il fondatore dell’Omoto-kyo (大本教).
Io non riuscivo neppure a capire perché si potesse diventare un Kami assumendo lo spirito di un lombrico. Ci eravamo allenati per diventare forti abbastanza da non perdere contro nessuno senza dover dipendere da alcun lombrico, e comunque non c’era modo che qualcuno potesse progredire assumendo lo spirito di un lombrico. Onestamente, provammo un sentimento ostile nei confronti delle parole del Fondatore. Ci limitammo a sorridere e commentammo che i suoi discorsi eccentrici erano al di là della nostra comprensione [1].
Nello Yoshinkan in quel momento avevamo appena iniziato lo speciale addestramento per la Polizia Antisommossa del Dipartimento di Polizia Metropolitana, e stavamo bruciando con la presunzione che il nostro Aikido fosse esclusivamente un “jissen bujutsu” (“vera arte di combattimento” / 実戦武術). In parte questo poteva essere dovuto al fatto che spesso accompagnavo Shioda sensei quando veniva invitato a partecipare alle dimostrazioni dell’Aikikai e sentivo che le dimostrazioni di Ueshiba sensei erano sempre più difficili da capire. Essendo combinate con una filosofia religiosa dell’universo, pensavo che si stessero staccando dalla forza marziale delle loro radici e a quelli di noi che si gonfiano del fuoco della giovinezza sembrava che mancassero di qualcosa. All’epoca ci sembrava che l’Aikikai adorasse il Fondatore come un dio vivente (anche se in realtà potrebbe non essere stato così), c’era un forte senso di rivalità e ci attaccammo alle parole di Shioda sensei “io non voglio ancora diventare un Kami!”.

Quanto a me, pensavo che fosse estremamente sospetto trattare qualcuno come un Kami, e ogni volta che l’argomento veniva toccato tiravo fuori con gioia le vecchie storie di Shioda sensei sui fallimenti umani del Fondatore. Se uno era veramente un Kami, allora ovviamente doveva essere un santo perfetto oltre la comprensione umana, senza i normali difetti umani. Per questo motivo, non importa quanto grande e meraviglioso Budoka fosse Ueshiba sensei, credevo che i suoi numerosi fallimenti umani rendessero impossibile che lui fosse un Kami. Pensavo che il definirsi un Kami da parte di qualcuno fosse solo una sorta di pretesa o presunzione.
Quando Shioda sensei era giovane studiò e prestò servizio sotto Ueshiba per molto tempo, ma non ne fu mai influenzato dal punto di vista religioso. Tuttavia, c’era solo un detto di Onisaburo sensei che aveva sentito dal Fondatore e che gli era rimasto dentro: “I nostri corpi sono i templi dei Kami” (我が肉の宮に神宿る). Forse era in quel detto che si potevano misurare i sentimenti di adorazione che il Fondatore aveva per i Kami e le storie degli dei. Che gli dei non fossero qualcosa di esterno su cui fare affidamento, piuttosto che lui capiva che il Kami era il grande potenziale dentro di noi, la forza del proprio corpo e della mente lucidi – quell’idea ci toccava profondamente.
Poiché il nostro Maestro era così, noi allievi ignoravamo completamente anche le mitiche spiegazioni dell’Aikido del Fondatore. L’Aikido di Shioda sensei non era il migliore, anche senza imparare niente del genere? Non eravamo affatto interessati ad allenarci in Aikido per diventare dei viventi o per ascendere in paradiso.
“Se si oppone, unificalo” (対すれば相和す)
Nei suoi ultimi anni, Shioda sensei iniziò a dire “L’Aikido deve diventare uno con i cicli del Cielo e della Terra” (合氣道とは天地自然と一体になることだ), e “Ueshiba sensei parlava degli dei e dell’universo, cose che nessuno poteva capire, ma finalmente sono arrivato a capirne il significato”. Quando ero giovane, Shioda sensei eseguiva solo tecniche dure e devastanti che mostravano il suo Kokyu-ryoku, e quando ricevevo ukemi era una lotta costante per sopravvivere. Tuttavia, con il passare degli anni imparò le tecniche per spegnere e rimuovere la forza dell’avversario e si metteva in una posizione di guardia completamente naturale mentre destabilizzava l’avversario con completa libertà.

Prima di allora le tecniche non potevano essere contrastate a causa della loro potenza, ma gradualmente si trasformarono in tecniche a cui non si poteva resistere anche se erano morbide. Sensei direbbe che uno prende possesso di tutto la forza dell’avversario. Forse è stato quando ha imparato queste tecniche di alto livello che si è reso conto che l’insegnamento di Ueshiba sensei “diventare uno con i cicli del Cielo e della Terra” non era una teoria astratta, ma una realtà.
Poi, una volta superati i sessant’anni, io stesso sono stato in grado di padroneggiare quelle tecniche che spengono la forza dell’avversario. Ora le chiamo “Nuki” (抜き), e man mano che ho imparato quelle tecniche sono diventato in grado di farle sgorgare naturalmente da una posizione di guardia naturale con completa libertà, senza il minimo bisogno di alcuna sensazione di contrasto con l’avversario. Sono arrivato a capire il vero significato di “Shizen-tai” (“Posizione di guardia naturale” / 自然体). Quando è accaduto questo, l’Aikido è divenuto sempre più piacevole.
Shioda sensei ci ha sempre spiegato il detto dello spadaccino Kiichi Hogen (鬼一法眼) “se si oppone, unificalo” (対すれば相和す) come il segreto dell’Aikido e una rappresentazione dei suoi principi mentali, e finalmente ho iniziato per cogliere il vero significato di ciò che stava dicendo [2]
Quando si eseguono tecniche “Nuki”, non è solo questione di aggiustamenti di forza o tecnica, si ha la sensazione di diventare tutt’uno con lo spirito del proprio avversario. Quando ciò accade, l’avversario diventa incapace di contrastare i nostri movimenti. Ciò diventa possibile attraverso una percezione del proprio spirito e una percezione del Ki. Questo non può davvero essere spiegato a parole, si può solo dire che ci si sente come se si accoppia il Ki (気を合わせる), proprio come nei caratteri per “Aiki”. Sono arrivato a sentire che si può iniziare a cogliere il senso di questa idea se si chiama lo stato di Shizen-tai in quel momento “diventare uno con i cicli del Cielo e della Terra” (天地自然と一体になる).
Una volta capito quel Kokyu sono diventato in grado di mantenere naturalmente lo Shizen-tai ogni volta che incontro altre persone. Fino a quel momento, come Budo Shihan del Dipartimento di Polizia Metropolitana, sapendo che l’Aikido non doveva essere sconfitto da altri Budo, andavo a lavorare ogni giorno con la sensazione di marciare verso un campo di battaglia, ma anche quell’umore combattivo è scomparso.
L’Aikido è il sistema per mettere in pratica il Kojiki attraverso il corpo
Quando ho dato le dimissioni da Kancho dello Yoshinkan nel 21° anno dell’era Heisei (2009) ho fondato l’Aikido Shinwakan (合氣道親和館). La mia speranza era di insegnare lo spirito tradizionale del Giappone ai giovani attraverso il principio “se si oppone, unificalo” (対すれば相和す). Il design delle insegne del Dojo, come simbolo dello spirito tradizionale giapponese, incorpora un motivo che utilizza i simboli della successione imperiale: i tre oggetti sacri delle insegne imperiali, lo specchio, il gioiello e la spada.
A quel tempo, Akio Jiromaru (治郎丸明穂), uno studente dello Yoshinkan che stava facendo ricerche sulla mitologia del Kojiki, mi disse: “Ueshiba sensei affermò che l’Aikido è il rotolo del Kojiki espresso nel corpo”. Dato che da Shioda sensei non avevo mai sentito dire qualcosa del genere del Fondatore, sono rimasto estremamente sorpreso. All’inizio non riuscivo a capire affatto perché il Kojiki, che si dice essere il documento storico più antico del Giappone, avesse qualche connessione con l’Aikido. Tuttavia, sapevo che la fonte dei tre oggetti sacri delle insegne imperiali contenute nel simbolo del mio dojo era registrata nel Kojiki. Non potei fare a meno di interrogarmi su questa misteriosa connessione.
Quando ho iniziato ad esaminare le parole del Fondatore, ho scoperto che le opere dei vari dei che compaiono nella mitologia esprimono sicuramente il Riai (理合 / principi di base delle tecniche) dell’Aikido.

Il Fondatore non considerava le opere degli dei nella mitologia del Kojiki come la deificazione degli antichi sovrani. Inoltre, non considerava che le parole e le azioni degli dei che appaiono in forma umana nel Kojiki fossero avvenute in una dimensione separata.
Gli antichi, essendo in grado di percepire la grande energia della natura, l’energia universale dietro ogni cosa, antropomorfizzavano i movimenti di quell’energia per trasmettere quella conoscenza alle generazioni future. Che queste siano diventate le storie degli dei nel Kojiki è qualcosa che il Fondatore aveva compreso. Per il Fondatore, il Kojiki non era semplicemente un documento storico, era una registrazione segreta dell’organizzazione dell’energia Ki percepita dagli antichi e dei metodi del suo utilizzo.
Forza centrata ((中心力), forza concentrata (集中力), potenza del respiro (呼吸力), movimento spiraliforme (螺旋の動き), connessione del Ki (気のむすび), tutti i principi unici dell’Aikido sono derivati dalle storie degli dei. Senza dubbio alcuno, le opere degli dei nella mitologia del Kojiki sono presenti all’interno dei segreti dell’Aikido. Le mettiamo in pratica attraverso il corpo. Finalmente sono diventato in grado di capire il significato di “Aikido è la realizzazione del Kojiki”.
Copyright Christopher Li ©2014
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Si ringrazia Christopher Li per aver cortesemente autorizzato la pubblicazione di questa traduzione su Aikido Italia Network
Fonte: https://www.aikidosangenkai.org/blog/aikido-shihan-kyoichi-inoue-kojiki/
Note
[1] Nota del traduttore: l’insegnante di Morihei Ueshiba, Onisaburo Deguchi, vedeva il lombrico come una manifestazione del Dio Drago (Ryujin/Owatatsumi). Di conseguenza, vedeva lo spirito umano come subordinato a quello del lombrico. Inoltre, Ueshiba a un certo punto affermò che questo dio (Ryujin) è la fonte di tutto il Ki.
[2] Nota del traduttore: per una discussione più dettagliata, vedere l’articolo “Kiichi Hogen and the Secret of Aikido”
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