Memorial Savegnago 2022


Oggi è l’anniversario della morte del maestro Giampietro Savegnago, che ci ha lasciato il 3 Marzo del 2013 all’età di 59 anni. Ho provato molte volte a scrivere qualcosa per ricordarlo, ma affioravano solo ricordi dolorosi legati al periodo finale della sua esistenza pregni di sofferenza. Così sforzandomi voglio darvi alcune visioni del maestro Savegnago secondo una mia interpretazione

di ANTONIO ALBANESE

Il maestro Piero nacque dall’unione di Antonio Savegnago ed Agnese Peron che ebbero altri due figli, Giuseppe e Graziano. Antonio fu un personaggio leggendario a Cornedo: tornato dalla Libia nel 1941, veniva descritto come un Partigiano clandestino delle retrovie Era specializzato nel disinnescare le mine e bombe che i partigiani trovavano in giro per i monti. La sua zona d’azione era compresa tra i Gobbi alti ed i Gobbi bassi, due Contrade di Cornedo Vicentino. Per disinnescare le mine e non far correre pericoli agli abitanti, Antonio si faceva rinchiudere dentro al forno del pane, una costruzione in pietra molto solida con solo un porticina di accesso, che veniva chiusa con una lamiera. Con molta calma, pochi attrezzi, tanto coraggio e una buona dose di incoscienza, Antonio apriva e disinnescava gli ordigni.

Gli è sempre andata bene.

Hirokazu Kobayashi, Piero Savegnago e André Cognard

Conobbe Agnese presso la contrada Lovara di Trissino e si sposarono. Agnese era scherzosa e decisa; si dice che sia stata una lontana parente dei famosi Peron Argentini. Il loro mondo era tra le colline dei monti Lessini, nella valle dell’Agno.

Al maestro Piero va sicuramente riconosciuto il merito di aver portato l’Aikido a Vicenza con la grande figura del maestro Hirokazu Kobayashi. L’incontro con il maestro Kobayashi fu per lui illuminante: il maestro Piero iniziò a seguirlo nei suoi vari stages in Europa ed in Giappone. Non vi è dubbio che la sua formazione sia avvenuta a stretto contatto con Kobayashi sensei ed attraverso gli allenamenti intensi svolti presso la sua scuola. Qui il maestro Savegnago sviluppò un Aikido morbido ma deciso, che lo ha portato ad essere uno dei maggiori esponenti di questo stile.

Al maestro Piero piaceva vivere; amava mangiare e star bene, beveva moderatamente e non ha mai fumato. Era un uomo che credeva fermamente nei valori della famiglia.

Il suo Aikido era impeccabile. Aveva una velocità fuori dal comune: quando eseguiva una tecnica non c’era possibilità di evasione. Il suo sankyo, una volta applicato, ti faceva saltare sulle punte dei piedi, per poi ritrovarti sul tatami a battere, sotto leva, impotente. Lui si divertiva, conosceva l’anatomia del corpo ed immancabilmente inseriva qualche atemi o pressione in punti che ti facevano vedere le stelle. Un classico era quando si faceva immobilizzare un braccio con yonkyo, solitamente da qualche forzuto uke, magari uno sconosciuto ungherese o polacco, e mentre lo sfortunato gli stringeva il polso, lo vedevi con il dolore sul volto che mollava la presa. A quel punto, poi, con un sorrisetto sul volto il maestro Savegnago toglieva il suo alluce dal piede di uke…

Nel 1998, anno della scomparsa del maestro Kobayashi, il maestro Savegnago dirigeva seminari ad una media di tre al mese, tra Polonia, Ungheria, Germania, Italia, Svizzera e Marocco, e contava migliaia di allievi. Ai seminari c’erano centinaia di partecipanti. Per il maestro Savegnago l’Aikido era una forma di libertà e non creò mai una sua unica realtà che unisse i vari paesi. Con la sua scomparsa ognuno ha poi proseguito per a sua strada.

Piero Savegnago e Hirokazu Kobayashi – (Segrate (MI) 1975

I fatti personali che hanno coinvolto la vita del maestro Savegnago hanno determinato una serie di conseguenze disastrose a livello umano. Ma lui si rialzava sempre. Dava coraggio, esprimeva ammirazione per gli altri e ti faceva sentire a tuo agio. 

Negli ultimi seminari parlava molto, era affascinato dalle ricerche sui poteri della mente e di quanto siamo influenzati in ogni cosa che facciamo da ciò che pensiamo o che ci fanno pensare. 

E’ salito sul tatami finchè ha potuto, anche in sedia a rotelle. Ci ha dato momenti di magia. Ti abbiamo voluto bene sensei.

Grazie per essere stato con noi.

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Il FilosofoIntervista ad André Cognard
I Dialoghi Aiki #3 – di Simone Chierchini, André Cognard

André Cognard è una delle voci contemporanee più autorevoli nell’ambito del Budo internazionale.
Nato nel 1954 in Francia, si accosta giovanissimo al mondo delle arti marziali, dedicandosi alla pratica intensiva di diverse discipline tradizionali giapponesi. Al 1973 risale l’incontro con Hirokazu Kobayashi sensei, allievo diretto di O-sensei Morihei Ueshiba, evento determinante da cui scaturisce la decisione di consacrarsi esclusivamente alla pratica e all’insegnamento dell’Aikido. Riceve il grado di 8°dan e alla morte del suo maestro eredita la guida dell’accademia internazionale Kokusai Aikido Kenshukai Kobayashi Hirokazu Ryu – KAKKHR.
Insegnante “itinerante”, profondo conoscitore del Giappone e delle sue tradizioni, André Cognard porta nei diversi continenti una tecnica: l’Aikido del suo Maestro; un messaggio umano: l’Aikido al servizio di tutti; un messaggio spirituale: l’Aikido che, come l’uomo, si ricongiunge a se stesso quando diventa semplicemente Arte.

Contenuti: Introduzione. Il Viaggio Verso Kobayashi Sensei. Il Goal Specifico del Kobayashi-ryū. Evoluzione. Il Cuore dell’Aikiken. Gerarchia: la Geometria delle Relazioni. Usare il Corpo per Capire la Mente. Il Rapporto Maestro-Allievo nelle Arti Marziali. L’Attacco Preventivo in Aikidō. “Quando Scrivo non Cerco l’Approvazione di Chi Legge”. La Pratica e il suo Rapporto con il “Pericolo”. Studiare il Budō per Arricchire il Proprio Aikidō. Aikidō e Professionismo. L’Aikidō ci Impone di Combattere Tutti i Giorni. Supplemento – Libertà, Identità, Conoscenza: La Via del Corpo. Nota Biografica

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