
36 anni dopo: inizia da bambinetto nel dojo di Tada Sensei a Roma; nel periodo adolescenziale pratica con Hosokawa Sensei presso il Dojo Centrale Aikikai a Roma; continua a crescere a Milano con il suo principale mentore, Fujimoto Sensei; matura nel modo più duro in Irlanda, ove fonda la sua organizzazione e ottiene riconoscimento diretto dall’Aikikai Hombu Dojo… Sono passati 36 anni [2008] ma è ancora un gran divertimento! Il figlio di Chierchini Sensei, Luke, 10 anni, assistito da nonna Carla – la prima donna in Europa a conseguire il Nidan in Aikido – chiede al suo papà il perché in occasione del conseguimento del 5° Dan
di LUKE CHIERCHINI & CARLA SIMONCINI

LUKE
Ciao Sensei, tutti i miei amici della lezione dei bambini vorrebbero sapere da dove vieni.
SENSEI
Sono di Roma, in Italia. Mi sono trasferito in Irlanda soltanto 12 anni fa.
LUKE
Perché hai deciso di venire in Irlanda?
SENSEI
Perché era bella e verde e piena di gnomi felici come te! Sto scherzando, sono venuto qui perché all’epoca mi piaceva. E tu cosa ne pensi dell’Irlanda?
LUKE
Mi piace, a parte il tempo. Mi piace vedere tutta l’erba verde intorno e la vista delle colline da casa mia. Che età avevi quando hai iniziato Aikido?
SENSEI
Avevo 8 anni e andavo a lezione con tuo nonno Danilo.
LUKE
Tuo padre faceva Aikido come te?
SENSEI
Sì, mio padre è stato uno dei principali maestri del Dojo Centrale di Aikido di Roma. Non mi ricordo molto di quel periodo a parte il fatto che sul tatami ero un gran rompiscatole! Ho un chiaro ricordo di una particolare lezione quando mio padre dovette interrompere il seiza iniziale per dire: “Se riesco a trovare ‘sto merlo gli sparo sul posto”, perché io stavo fischiettando per conto mio, completamente a mio agio nei miei zufolamenti… Mi ricordo che mi piaceva molto di stare con gli adulti e di viaggiare verso altri luoghi in occasione dei seminari.
LUKE
Quale è il nome del tuo maestro di Aikido?
SENSEI
Ho avuto più di un insegnante. Da bambino ho fatto il mio 10° Kyu con Tada Sensei, che è probabilmente un record mondiale! Poi per un po’ sono stato nel gruppo dei bambini di Hosokawa Sensei, sempre a Roma. Era appena arrivato dal Giappone e all’inizio capiva poco l’italiano. Di solito lo facevamo diventare matto, povero sensei! Una volta persino credette che un ragazzino se la fosse fatta sotto nel keikogi. Invece questo bambino aveva nascosto una tavoletta di cioccolato nei calzoni e durante le tecniche di riscaldamento questa si era squagliata…
LUKE
Come facevate a capire quello che il maestro diceva, se a mala pena parlava l’italiano?
SENSEI
Non capivamo una parola! Anche perchè eravamo troppo impegnati a ridere tutto il tempo invece di osservare quello che stava succedendo. Man mano il povero sensei migliorò nella sua comprensione della lingua italiana e ce la fece pagare per essere stati dei fastidiosi marmocchi rompendoci la schiena con tonnellate di esercizi in stile carcere militare…
LUKE
Hai detto che hai avuto altri insegnanti. Chi erano? Erano italiani o giapponesi?
SENSEI
Entrambi. Inizialmente, da ragazzo, ho imparato molto da due maestri italiani del Dojo di Roma, Roberto Candido alias Bob Rock e Ivano Zintu o l’Aikido bulldozer. Come suggeriscono i loro soprannomi, erano aikidoisti con cui era meglio non discutere. Purtroppo io invece lo ho dovuto fare, spesso e volentieri. Per costituzione sono sempre stato leggero e flessibile e mi hanno sempre chiamato per fare ukemi durante lezioni o manifestazioni. Anche Hosokawa Sensei lo ha spesso fatto, aggiungendo pena su pena a quella punizione retroattiva di cui ti ho parlato prima… Quando avevo 20 anni, fresco di Shodan mi sono trasferito a Milano, dove sono rapidamente diventato molto vicino a Fujimoto Sensei. Lui è stato il mio modello come insegnante di Aikido per lungo tempo e anche se io ora seguo la mia strada, gli sono molto grato per tutti i suoi insegnamenti e per il bellissimo periodo che ho trascorso durante i miei 10 anni milanesi.
LUKE
Che Dan sei adesso, Sensei?
SENSEI:
Recentemente sono stato promosso a 5° Dan da Tada Sensei, che era l’insegnante di Aikido di mio padre e mia madre tanto tempo fa, prima ancora che tu e la maggior parte degli allievi adulti del nostro dojo fossero nati. Lo ho seguito più o meno per tutta la mia vita nell’Aikido, ma solo a una certa distanza, perché il mio Aikido è più centrato sulla costruzione di una forte relazione interpersonale piuttosto che su una qualche ricerca spirituale non troppo ben identificata. Non mi piace la religione organizzata, in particolare sui tatami dell’Aikido. Questo è forse un po’ troppo difficile per te, mio caro pupotto. Che Kyu sei, Luke?

LUKE
Io sono 7°Kyu. Ho fatto gli ultimi esami a giugno di quest’anno.
SENSEI
Ottimo, complimenti! Da quanto tempo ti alleni?
LUKE
Ho iniziato a fare Aikido quando avevo 3 anni, quindi significa che mi alleno già da 7 anni. Tu quando hai iniziato?
SENSEI
Ho iniziato nel 1972, quando avevo 8 anni. Mi ci sono voluti 36 anni per diventare 5° Dan! Sarei stato fuori di prigione prima se avessi ucciso JFK…
LUKE
Perché ci è voluto così tanto per arrivare al 5° Dan?
SENSEI
In primo luogo perché proprio come te ho iniziato molto giovane, in secondo luogo perché il mio papà è stato il presidente dell’Aikikai d’Italia e quindi a me nessuno ha mai fatto uno sconto. I miei maestri da sempre mi hanno reso molto difficile la vita e mi hanno anche bocciato un paio di volte agli esami. Il motivo principale però è che l’Aikikai, la nostra scuola, ha un sistema di promozione ai gradi superiori alquanto ingiusto. La maggior parte degli insegnanti anziani somiglia a quei ragazzini bulletti che non vogliono mai passarti la palla in una partita di calcio, non importa quanto sei bravo…
LUKE
Oltre all’Aikido hai mai praticato qualche altra arte marziale?
SENSEI
Sì, ho praticato per un bel po’ il Ken-jutsu dello stile Katori Shinto Ryu, che è una delle più famose scuole di spada in Giappone. Ho conseguito lo Shodan con il Sugino Ryu, anche se non seguo più la scuola. Il Ken-jutsu mi ha fortemente aiutato a sviluppare il mio Aikido negli ultimi 12 anni, più che seguire i Sensei di Aikido. Quando ero un bambino ho fatto anche un po’ di Judo.
LUKE
Perché hai deciso di smettere di fare Judo e continuare con l’Aikido, invece?
SENSEI:
Mio padre era un ottimo insegnante di Judo. Un giorno ha sentito parlare dell’Aikido, ma al tempo non c’era ancora nessun maestro di Aikido residente in Italia. Poi ha avuto fortuna, perchè nel 1964 un amico della federazione di Judo lo presentò a un giovane giapponese di nome Kawamukai che era un 3° Dan di Aikido. Insieme fondarono il primo Dojo di Aikido italiano all’interno del Dojo di Judo di mio padre, il Monopoli Judo Club di Roma.
Pochi mesi dopo i due invitarono ufficialmente il Maestro Tada a insegnare in Italia. Mio padre divenne pazzo per l’Aikido e il Judo sparì dalla scena tanto per lui quanto per me.
LUKE
Ti sei mai infortunato gravemente facendo Aikido?
SENSEI
Ho avuto un paio di brutti infortuni, ma fa parte del business se si sta sul tatami per 36 anni, non è vero? Tu pensi che l’Aikido sia pericoloso?
LUKE
No, ma può esserlo se non si sta molto attenti e non si seguono le istruzioni del maestro.
SENSEI
Esatto!! Ben detto Luke.
LUKE
Qual è la cosa più importante nell’Aikido?
SENSEI:
Uuuuuuuh! Ora, questa si che è una domanda … Qual è la cosa più importante nel gelato? Tu cosa ne pensi? Secondo te quale è la cosa più importante nell’Aikido?
LUKE:
Penso che le cose più importanti dell’Aikido siano la respirazione e fare movimenti morbidi.
SENSEI:
Un buon punto di vista, sicuro. Ricorda però che per ogni allievo di Aikido la cosa più importante è diversa. Quindi, questa è probabilmente la cosa più importante dell’Aikido.
Fonte: Aikido Organisation of Ireland Newsletter, Issue 15 – Summer 2008
Copyright Simone Chierchini ©2008
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