Con questo post siamo giunti al terzo capitolo del libro di Renato Visentini, pubblicato online da Aikido Italia Network. In questo articolo ci occupiamo del taisabaki, il concetto dinamico di movimento che ci porta ad unirci con la Grande Madre Terra
di RENATO VISENTINI
Tai sabaki significa letteralmente spostare il corpo. E’ un concetto dinamico di movimento a cui non viene dato alcun vincolo sul fattore tempo. All’esecuzione non viene richiesta una velocità particolare, così come viene lasciato ampio margine su quale posizione il corpo debba assumere.
Muovere il corpo significa che la prima azione da fare è togliere la propria dimensione fisica dalla traiettoria d’attacco e, detto così in generale, non si specifica se si intenda il proprio corpo o quello dell’avversario.
Tai sabaki significa generare un movimento, accendere e innescare un’energia di tipo cinetico e incanalarla nell’esecuzione della tecnica. Generare un movimento dà come presupposto l’esistenza di una prospettiva immobile iniziale, che è il punto di vista da cui il Praticante si rende conto di ciò che sta avvenendo nello spazio circostante.
Osservare il mondo da punti di vista diversi vuole dire cogliere il significato delle sue sfumature. Muoversi e attrarre nel proprio vortice dinamico l’avversario serve ad assorbire la sua energia e indirizzarla verso il luogo naturale dove avviene la conclusione di tutte le tecniche, la Grande Madre Terra.
Fisicamente l’energia tenderà sempre a orientarsi verso il centro di gravità.
Assimilabile al movimento dei corpi celesti, il centro di gravità del Praticante, che coincide con il suo centro vitale, si sposta all’interno di una sfera dinamica di ben più vaste proporzioni, e ne diventa il centro.
Tai sabaki significa cambiare radicalmente posizione, in sintonia con il movimento dell’avversario, per rovesciare diametralmente, con armonia e senza l’uso della forza, la situazione a proprio vantaggio. Inoltre, mutando continuamente la posizione il Praticante impara a comprendere con il proprio sguardo ciò che lo circonda.
Si sviluppa così la predisposizione a superare il concetto di limite fisico imposto dallo spazio in cui si svolge la vita quotidiana, circoscritto dai concetti di davanti, dietro, sopra e sotto.
Se si pensa alla sfera, è facile comprendere che questi concetti limite non trovano alcuna corrispondenza. Come il centro della sfera, anche il centro di gravità del corpo, che è il punto da cui nasce l’azione dinamica del movimento, muovendosi parallelamente al tatami genera attorno a sé rotazioni su infiniti piani diversi.
Questo centro vitale della sfera dinamica, detto tanden, si trova sulla linea retta che congiunge il centro di gravità del corpo con quello della Terra. Su questa linea immaginaria, una sorta di cordone ombelicale con la Grande Madre, giace silenzioso e potente il Ki, l’energia vitale dell’Universo.
Copyright Renato Visentini © 2011
Ogni riproduzione non espressamente autorizzata dall’autore e’ proibita