
Siamo giunti al terzo capitolo della pubblicazione sull’Aikido ad opera del Maestro Renato Visentini. In questa sezione dell’opera Renato si occupa del concetto di Awase, quell’elemento di unione che permette al praticante di creare armonia guardando l’Universo dal centro dell’opponente e con i suoi stessi occhi
di RENATO VISENTINI
Awase significa armonizzazione, è il risveglio del nostro innato istinto atavico di stare in guardia, vigili, in attesa di un possibile attacco. Sia che si decida di rispondere all’attacco con la fuga o con la difesa è fondamentale valutare con esattezza la distanza che ci separa dall’avversario.
Awase in questo senso è una forma mentale di attitudine a mantenere costante l’attenzione, di cogliere il momento giusto per entrare nella sfera dinamica dell’avversario e attrarlo irreversibilmente nel proprio centro di gravità. Con lo studio delle armi si può affinare questa percezione della distanza e raggiungere lo stato mentale ideale.
Il bastone e la spada diventano il naturale prolungamento dello sguardo e insegnano al Praticante a compiere movimenti coordinati, precisi e veloci quanto efficaci.
Con la pratica costante si raggiunge uno stato mentale di concentrazione in cui tutti i sensi sono vigili e il corpo assume un atteggiamento rilassato, e al tempo stesso pronto ad agire per fronteggiare qualsiasi situazione.
Awase è la superficie esterna della sfera dinamica, in altri termini è il confine personale dell’Aikido di ogni Praticante: là dove di materializza idealmente la frontiera del proprio Aikido si tocca la superficie della sfera dinamica dell’avversario.
Nell’insegnamento della corretta attitudine mi piace paragonare l’awase alla scintilla che scocca quando due corpi carichi di elettricità vengono in contatto: l’energia che si sprigiona è l’essenza pura dell’awase, luce e calore che si liberano in un attimo unico irripetibile che il Praticante deve imparare a riconoscere con la propria sensibilità interiore.
Awase nella sua espressione più profonda si raggiunge non solo con lo sguardo, ma soprattutto con la respirazione. Respirare in sintonia con il respiro dell’avversario contrae e dilata in entrambi la sfera dinamica con un ritmo naturale fino al momento in cui, incontrandosi, scocca la scintilla.
Respirare in sintonia con il compagno con cui si pratica significa creare armonia ed è come guardare l’Universo dal suo centro con i suoi stessi occhi.
Awase non termina nel momento in cui si conclude la tecnica. Questa attitudine deve essere sempre presente, il Praticante che impara ad osservare continuamente ciò che lo circonda con attenzione si pone in un naturale stato di ascolto, teso a captare la silenziosa ed inestinguibile voce del Creato.
Awase è il tuono di questa voce.
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