
Da Iwama e l’incontro con Saito sensei, al complesso intreccio fra le pedagogie presenti nell’Aikido, nel corso di questa conversazione Paolo Corallini sensei offre il suo approccio dotto e ricercato al senso di ciò che esiste sotto al livello visibile dell’Aikido
di SIMONE CHIERCHINI
CORALLINI
Ciao Simone!
CHIERCHINI
Paolo, un piacere averti. Scozia! [Lo sfondo dietro Corallini Sensei è un tartan scozzese]
CORALLINI
Che bello rivedersi, finalmente. La mia patria è Giappone e Scozia.
CHIERCHINI
Come sapete ragazzi, io sono in Irlanda. Quindi questa è una conversazione attraverso l’Europa. In più vedo anche gente che si connette dall’estero, anche all’esterno dell’Europa.
Ci troviamo, purtroppo o per fortuna, a parlare a distanza. Cerchiamo di fare di un male un bene, utilizzando questa opportunità per vederci. Abbiamo battezzato questi incontri “The Aiki Healings”, la guarigione attraverso l’Aiki, per cercar di stemperare le negatività con cui siamo obbligati volenti o nolenti ad avere a che fare ogni giorno. Purtroppo sono cose che vanno sopra la nostra testa, a prescindere da quello che uno possa pensarne. L’importante è, appunto, avere un atteggiamento positivo e cercare anche nel momento di difficoltà di trovare buoni motivi per andare avanti, per continuare.
Io ringrazio tutti quelli che si sono connessi. Ringrazio Paolo-San prima di tutto – un personaggio che ovviamente non ha nessun bisogno di esser presentato. Io ho un rapporto molto stretto di stima e di amicizia con Paolo, che personalmente mi è stato vicino in un momento di crisi nel mio percorso aikidoistico.
Lui mi ha accolto con le braccia aperte e poi, quando è stato il momento di lasciarmi andare, lo ha fatto da vero maestro e anche da padre: senza chiedere niente. Quindi gli sono molto molto grato per questo.
Facciamo una domanda iniziale abbastanza semplice, per riscaldare l’atmosfera.
Paolo, sono tanti anni, sono decenni che tu hai trascorso praticando e insegnando Aikido. Oggi, nel 2021, quando ti volti indietro e guardi a quel Paolo che ha iniziato oramai tanti tanti anni fa, cosa vedi, cosa di questo Paolo di allora? Soprattutto rispetto al Paolo che abbiamo oggi noi davanti, il Sensei Corallini.
CORALLINI
Caro Simone, innanzitutto ti ringrazio moltissimo di questo invito, che ho accolto con gioia, perché l’affetto che mi lega a te, la stima sono immutati. Hai giustamente detto che c’è un bellissimo rapporto, che va al di là. Ci ha accomunato la passione per l’Aikido, ma l’eggregore, il feeling va ben oltre. Ecco, continuerà così, sicuramente. Grazie quindi di questa iniziativa e ti ricambio tutto l’affetto, la stima e ti auguro ogni bene.
Per quanto riguarda la domanda che mi fai, io iniziai il 16 Aprile del ’69, quindi moltissimi anni fa. All’epoca, mi motivava la ricerca di qualcosa di particolare: era un periodo difficile della mia vita, in cui mi sentivo veramente solo. Avevo dei problemi familiari e cercavo qualcosa che mi facesse incontrare persone. Ero sempre preso dalle arti marziali sin dall’infanzia e seppi che in una città vicina a me, Macerata, si parlava di un’arte quasi sconosciuta, diciamo, all’epoca in Italia. Venendo io da una famiglia di collezionisti, le cose rare mi hanno sempre attratto e allora mi avvicinai appunto a quest’arte, all’epoca così poco conosciuta.
Mi spingeva quindi, al di là delle motivazioni appunto familiari, una voglia di socializzare, di essere più sicuro di me e di trovare veramente le risposte o meglio le ancore a un periodo di burrasca nella mia vita. Mi innamorai subito dell’Aikido, anche se all’epoca l’Aikido che si praticava in quella città era proprio agli albori. Però sentivo che c’era qualcosa di grande, di importantissimo dietro. Mi innamorai veramente in modo cronico, diciamo, per usare un termine medico. Questa passione è andata crescendo nel tempo, pur con le mille difficoltà dell’epoca, sia economiche, perché era uno studente – ovviamente non avevo molta disponibilità – quindi con grande difficoltà e motivato da questa curiosità che vedevo, nell’allora poca conoscenza che c’era in genere di quest’arte. Ero pieno d’entusiasmo.
Pensando al Paolo di oggi, ho l’entusiasmo di allora, la curiosità di allora, so che l’Aikido è un cammino infinito. Parafrasando il percorso simbolico del Fondatore, che usava – come in molte vie iniziatiche – le tre figure fondamentali, il quadrato, il triangolo e il cerchio, intendendo il cerchio come l’Universo, mi sento in cammino ora come allora, e sicuramente continuerò da qui a… (non so se avremo vite future, io credo di sì) ma continuerò per sempre con lo stesso entusiasmo.
CHIERCHINI
Parlavi giustamente dell’Aikido come di una malattia cronica.
CORALLINI
Mi puoi capire!
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L’Ermetista
Intervista a Paolo N. Corallini
I Dialoghi Aiki #1
di Simone Chierchini, Paolo N. Corallini
Nicola Corallini, Iwama Ryu 7° Dan, Aikikai 7° Dan, è il Direttore Tecnico della Takemusu Aikido Association Italy. Da Iwama e l’incontro con Morihiro Saito sensei, al complesso intreccio fra le diverse pedagogie presenti nell’Aikido, dai ricordi dell’uomo Morihiro Saito al futuro dell’Aikido, nel corso di questa conversazione Paolo Corallini offre il suo approccio dotto e ricercato al senso di ciò che esiste sotto al livello visibile dell’Aikido.
Contenuti: L’Inizio del Cammino. L’Arrivo a Iwama. L’Uomo Saitō. Che Cosa È il Takemusu Aikidō. Un Nuovo Fondatore? Morihiro Saitō e la Spiritualità. Aiki-Dancers e Aiki-Bricks. La Libertà Espressiva nell’Aikidō. Aikidō, Armonia e le sue Versioni Edulcorate. Il Futuro dell’Aikidō. Un Consiglio ai Principianti. Supplemento – Il Dōjō Tradizionale di Paolo Corallini
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