
Il Judo come ormai siamo abituati a vederlo ha in realtà una struttura che ben pochi conoscono: è Il Judo Dimenticato. Si tratta di un patrimonio tecnico che, nel tempo, è finito cancellato o quasi dalla corsa per vincere una medaglia; è un’eredità culturale a cui Jigoro Kano, il fondatore del Judo Kodokan, ha creduto profondamente, dedicandogli la propria vita per insegnarla e trasmetterla. Tratto da “Alleanza Genitori Scuola Judo” di Alfredo Vismara, maestro storico del Judo italiano e autore di The Ran Network
di ALFREDO VISMARA
Questo concetto ricorda che il Judo è praticato con successo quando contribuisce a creare ordine dal caos. L’ordine non è ottenuto attraverso le parole, ma tramite l’allenamento di kata e randori, interagendo insieme durante la lezione. L’ordine interiore a cui mi riferisco deve sorgere e crescere gradualmente nel caos, ma va costantemente cercato e coltivato durante la pratica.

Questa è una battaglia ardua che richiede il nostro impegno totale, poiché il caos è la radice di tutte le cose: è il padrone di casa dentro e fuori di noi. L’intero Universo si evolve alternando periodi di ordine al caos, con intervalli sempre più lunghi di ordine. Questo ciclo si riflette sul nostro pianeta, nella natura e negli esseri viventi.
Per una serie di fortunate coincidenze, l’essere umano ha il dono di interagire tra ordine e caos, mettendolo nella posizione di poter comprendere, se lo desidera, ciò che lo circonda a partire da sé stesso e dai suoi simili.
Provate a percepire il caos di un principiante quando si sente in pericolo durante un esercizio, nel randori o mentre cerca di coordinare i movimenti di un kata. Imparate a percepire il vostro ordine interiore poiché più esperti e confrontate il vostro stato d’animo con quello del principiante.
Se, al cambio successivo, si invertono i ruoli in termini di esperienza, si invertono anche ordine e caos. Ed è qui che la ricerca del mantenimento dell’ordine interiore deve continuare. Se cerchiamo in modo costante l’ordine interiore, questo cresce gradualmente, rendendoci spiritualmente più forti e capaci di aiutare il nostro prossimo quando ne ha bisogno.
Tuttavia, tutto questo deve essere cercato, percepito e messo a disposizione degli altri. I principianti devono sentire che durante la pratica hanno di fronte una persona diversa interiormente, non un compagno che li sta “battendo” solo perché è più forte fisicamente o tecnicamente: devono nutrirsi dell’ordine che percepiscono in chi hanno di fronte.
Tratto da Alfredo Vismara: Alleanza Scuola Genitori Judo, 2023, The Ran Network
Copyright Alfredo Vismara 2023
Alfredo Vismara: Alleanza Genitori Scuola Judo
Un Nuovo Paradigma Educativo
The Ran Network – Saggia-Mente N. 2
Questo testo rilegge il Judo in ottica di politica sociale e di welfare, ripensandolo come “bene relazionale”, in stretta collaborazione con le principali agenzie di socializzazione primaria e secondaria, i genitori e la scuola.
Il nuovo paradigma educativo qui proposto è tanto necessario quanto urgente, in particolare per sostenere i più giovani nella formazione dell’identità, del sé sociale e del senso di appartenenza: il Judo, seguendo un’opportuna dialettica e un’esperta didattica, si prefigura come elemento necessario di un sistema che motiva i giovani con la determinazione necessaria al soddisfacimento delle proprie aspirazioni, al contempo sviluppando le loro abilità fisiche e mentali.
Il testo che leggerete rende anche esplicita la via che chi educa dovrebbe sempre seguire per rendersi concretamente utile alla collettività: l’apprendimento continuo e reciproco. Questo processo sviluppa la consapevolezza che non esista mai un punto di arrivo, bensì che ci sia sempre da imparare per chiunque.


