È Judo Ogni Volta che Riuscite a Trarre Ordine dal Caos


Il Judo come ormai siamo abituati a vederlo ha in realtà una struttura che ben pochi conoscono: è Il Judo Dimenticato. Si tratta di un patrimonio tecnico che, nel tempo, è finito cancellato o quasi dalla corsa per vincere una medaglia; è un’eredità culturale a cui Jigoro Kano, il fondatore del Judo Kodokan, ha creduto profondamente, dedicandogli la propria vita per insegnarla e trasmetterla. Tratto da “Alleanza Genitori Scuola Judo” di Alfredo Vismara, maestro storico del Judo italiano e autore di The Ran Network

di ALFREDO VISMARA

Questo concetto ricorda che il Judo è praticato con successo quando contribuisce a creare ordine dal caos. L’ordine non è ottenuto attraverso le parole, ma tramite l’allenamento di kata e randori, interagendo insieme durante la lezione. L’ordine interiore a cui mi riferisco deve sorgere e crescere gradualmente nel caos, ma va costantemente cercato e coltivato durante la pratica.

Questa è una battaglia ardua che richiede il nostro impegno totale, poiché il caos è la radice di tutte le cose: è il padrone di casa dentro e fuori di noi. L’intero Universo si evolve alternando periodi di ordine al caos, con intervalli sempre più lunghi di ordine. Questo ciclo si riflette sul nostro pianeta, nella natura e negli esseri viventi.

Per una serie di fortunate coincidenze, l’essere umano ha il dono di interagire tra ordine e caos, mettendolo nella posizione di poter comprendere, se lo desidera, ciò che lo circonda a partire da sé stesso e dai suoi simili.


Alfredo Vismara: Alleanza Genitori Scuola Judo
Un Nuovo Paradigma Educativo
Saggia-Mente #1
€29.11

Questo testo rilegge il Judo in ottica di politica sociale e di welfare, ripensandolo come “bene relazionale”, in stretta collaborazione con le principali agenzie di socializzazione primaria e secondaria, i genitori e la scuola.
Il nuovo paradigma educativo qui proposto è tanto necessario quanto urgente, in particolare per sostenere i più giovani nella formazione dell’identità, del sé sociale e del senso di appartenenza: il Judo, seguendo un’opportuna dialettica e un’esperta didattica, si prefigura come elemento necessario di un sistema che motiva i giovani con la determinazione necessaria al soddisfacimento delle proprie aspirazioni, al contempo sviluppando le loro abilità fisiche e mentali.
Il testo che leggerete rende anche esplicita la via che chi educa dovrebbe sempre seguire per rendersi concretamente utile alla collettività: l’apprendimento continuo e reciproco. Questo processo sviluppa la consapevolezza che non esista mai un punto di arrivo, bensì che ci sia sempre da imparare per chiunque.

Alfredo Vismara inizia la pratica del Judo nel 1965, formandosi con Cesare Barioli, con cui rapidamente diventa un atleta di primo piano, e con Nicola Tempesta, grazie a cui insegnamenti raggiunge i vertici della categoria a livello mondiale. Rispetto alla carriera sportiva, tuttavia, decide ben presto di privilegiare l’approfondimento tecnico e didattico del Judo e delle discipline di combattimento e della dimensione educativa, impegnandosi nello studio per la comprensione e lo sviluppo dell’opera del fondatore Jigoro Kano. Ricopre il grado di 9° dan e la carica di Direttore Tecnico in organizzazioni sportive nazionali e internazionali.


Provate a percepire il caos di un principiante quando si sente in pericolo durante un esercizio, nel randori o mentre cerca di coordinare i movimenti di un kata. Imparate a percepire il vostro ordine interiore poiché più esperti e confrontate il vostro stato d’animo con quello del principiante.

Se, al cambio successivo, si invertono i ruoli in termini di esperienza, si invertono anche ordine e caos. Ed è qui che la ricerca del mantenimento dell’ordine interiore deve continuare. Se cerchiamo in modo costante l’ordine interiore, questo cresce gradualmente, rendendoci spiritualmente più forti e capaci di aiutare il nostro prossimo quando ne ha bisogno.

Tuttavia, tutto questo deve essere cercato, percepito e messo a disposizione degli altri. I principianti devono sentire che durante la pratica hanno di fronte una persona diversa interiormente, non un compagno che li sta “battendo” solo perché è più forte fisicamente o tecnicamente: devono nutrirsi dell’ordine che percepiscono in chi hanno di fronte.

Tratto da Alfredo Vismara: Alleanza Scuola Genitori Judo, 2023, The Ran Network

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