L’espressione di Kokyu ho, come forma complementare dei movimenti di base di Awase e Tai Sabaki, assume, nel concetto di tecnica, una portata sensibilmente più vasta
di RENATO VISENTINI
Fin dal principio, nei movimenti di base è necessario, per apprendere correttamente, praticare con movimenti lenti e piuttosto statici, concepiti appositamente cosìcchè il Praticante possa studiare minuziosamente le posture corrette, anche se poi, dal punto di vista estetico, questa forma di studio rivela necessariamente una certa rigidità nei movimenti.
Nel passaggio da movimento a tecnica pura nel kokyu ho, vi è una vera e propria esplosione di energia, che illumina lo spirito del Praticante come una pioggia di stelle. Kokyu ho è una tecnica dirompente di Aikido, una viva espressione di energia ed è per questo motivo che è l’unica tecnica a presentare infinite varianti, diverse solo nella forma ma non nella sostanza.
Ogni volta in cui l’avversario viene proiettato nella forma Ura o Omote non esiste una direzione assoluta prefissata verso cui incanalare l’energia: quest’ultima esplode dal centro della sfera dinamica in tutte le direzioni sull’asse Praticante-Avversario.
La potenza di questa tecnica è strettamente legata alla volontà del Praticante di stabilire un’unione perfetta con uno o più Avversari, un’unione che dura una frazione di secondo.
Infatti, il limite che si frappone fra il Praticante e più avversari è puramente mentale. Nella sua espressione più profonda Kokyu ho è la respirazione in armonia naturale che inspira a sé gli avversari e li espira in un vortice di equilibrio dinamico.
La tecnica, in presenza di uno o più avversari, si dilata e si contrae secondo l’incedere della respirazione del Praticante ed è simile all’aria soffiata da un mantice che alimenta l’energia dinamica del movimento.
Nella pratica del Taninzu gake con più avversari, la tecnica kokyu ho trova la sua naturale espressione, vitale e fluida, nell’incanalare e lasciare scorrere in armonia l’energia in tutte le direzioni.
Il Nage waza è soltanto una conseguenza, è la risoluzione della tecnica che ha lo scopo di permettere all’avversario di essere neutralizzato senza conseguenze distruttive e, recuperato l’equilibrio, di ricominciare, con un nuovo attacco, il ciclo armonico. L’importanza del nage waza, rivolto davanti o dietro all’avversario, è la disponibilità del Praticante a lasciarsi guidare dall’energia e ad affinare una sensibilità, nel corpo e nella mente, all’intuito.
Nel taninzu gake, il movimento in cui kokyu nage raggiunge l’apice della sua armonia è simile a una goccia d’acqua, che, cadendo dal cielo dall’alto, all’impatto sulla roccia sprigiona migliaia di microscopiche goccioline in tutte le direzioni. L’energia dell’impatto, invisibile per chi osserva dall’esterno, in realtà ha un enorme potenza in grado di deviare ciò che incontra sul suo cammino.
Kokyu ho nage è un grande sole che esplode sprigionando luce e potenza inaspettate e costringe il Ki degli avversari a piegarsi alla sua volontà di esistere. La potenza che nasce dall’unione perfetta di rotazione del corpo attorno al proprio centro e della respirazione addominale, non ha limiti nell’energia che può incanalare e va al di là dell’apparenza dei contorni dettati dalla fisicità del corpo.
Kokyu ho è anche una pratica di equilibrio della respirazione. Quando si esegue correttamente il movimento ritmico circolare delle braccia, queste ultime emulano il flusso dell’aria rigeneratrice che dalle narici pervade il corpo, riportando la respirazione ad un ritmo perfettamente naturale.
Quando la respirazione ritorna al suo ritmo naturale, si è pervasi da una grande sensazione fisica e mentale di benessere, istintivamente le palpebre socchiuse si aprono la mente rigenerata è pronta a ricevere nuovamente la pioggia di stelle.
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