L’Uomo che Perdona – Intervista a Ichiro Shishiya


Ichiro Shishiya è uno dei maggiori esponenti mondiali di quel sistema di Aikido che si rifà ad uno dei più grandi allievi diretti del Fondatore, il compianto Shoji Nishio. Eccovi i risultati della nostra chiacchierata cibernetica

di SIMONE CHIERCHINI

Ichiro Shishiya nacque a Tokyo nel 1947. Iniziò a praticare Judo all’età di 10 anni presso il Sugamo Police Dojo. Nel 1963, quando era al terzo anno delle medie, si iscrisse al Sugamo Kenshyukan Dojo diretto da Noboru Ishibashi e iniziò a studiare Aikido sotto la guida di Shoji Nishio. Dal 1966 Ichiro Shishiya iniziò anche a frequentare l’Aikikai Hombu Dojo. Dopo essersi laureato alla Dokkyo University nel 1970, lavorò per alcune aziende prima di fondare la sua società di sistemi di ingegneria informatica nel 1979. Da allora, ha trascorso il suo tempo tra il lavoro e l’insegnamento di Aikido.
Attualmente detiene il grado di 7° dan Aikikai e viaggia regolarmente per tenere seminari in molte città europee, oltre ad essere il capo istruttore del Meisei Kai Dojo di Tokyo. Shishiya è anche presidente della Toshima Ward Aikido Federation, delegato della All-Japan Aikido Federation, fiduciario della Tokyo Aikido Federation e membro permanente del consiglio di amministrazione della Toshima Ward Physical Education Association.

CHIERCHINI
Grazie per averci concesso l’opportunità per questa intervista Skype, sensei. Lei ha un ruolo di primo piano nella diffusione del Nishio Aikido. In Italia, purtroppo, questo stile di Aikido non è rappresentato. È quindi molto stimolante per noi ricevere informazioni di prima mano al riguardo.

SHISHIYA
Sono felice di poter aiutare. Per cominciare, devo fare una piccola ma essenziale correzione. Tutti si riferiscono all’Aikido di Nishio Sensei come Nishio Aikido. Devo sottolineare, tuttavia, che a Nishio Sensei questa definizione non piaceva affatto. Ho sentito da lui ripetere in più di un’occasione che una cosa come Nishio Aikido non esiste, c’è solo l’Aikido, perché l’Aikido è solo uno, ed è l’Aikido di O’Sensei.

O'Sensei & Nishio
Shoji Nishio in compagnia di O’Sensei

CHIERCHINI
Un punto di vista nobile e istruttivo. Nishio Sensei intendeva quindi suggerire che nell’Aikido non dovrebbe esserci spazio per egocentrismo e divisioni? Che dovremmo essere tutti uniti – anche nelle nostre differenze – nel nome di O’Sensei?

SHISHIYA
In passato, ci sono stati diversi grandi maestri che sono stati allievi diretti di O’Sensei; Nishio Sensei era uno di questi. Il Fondatore portava rispetto e anche concordava con le loro idee sull’Aikido. All’interno dell’Aikikai, c’è stato spazio per concetti di Aikido diversi come quelli di Morihiro Saito e Hiroshi Tada sensei. Facendo un ulteriore passo avanti, il Fondatore ha vissuto in armonia anche con coloro che avevano scelto di seguire propri percorsi separati, come Gozo Shioda sensei con il suo Yoshinkan. O’Sensei non ha mai detto di essere in disaccordo con quello che stavano facendo e questo dovrebbe costituire materia di riflessione.

CHIERCHINI
Lei ha trascorso molti anni al fianco dell’uomo Nishio e, ne sono certo, potrebbe condividere dozzine di ricordi e aneddoti su di lui. Come le è capitato di incontrare l’Aikido e Shoji Nishio?

SHISHIYA
Ho incontrato Nishio Sensei quando avevo 15 anni e da allora l’ho sempre seguito, anche se quando ne avevo 18 ho studiato all’Hombu Dojo per un anno, soprattutto con Kisaburo Osawa Sensei. Nishio Sensei insegnava nel mio dojo locale, era a soli quindici minuti a piedi da casa mia, mentre l’Hombu Dojo era davvero lontano. La mia scelta iniziale fu di natura strettamente pratica, ma una volta fatta sono stato felice di seguire Nishio Sensei per tutta la vita.

Ichiro Shishiya
Ichiro Shishiya durante un seminario in Svezia

Quando mi sono avvicinato all’Aikido per la prima volta, la società giapponese era molto diversa da quella odierna: nel frattempo è passato mezzo secolo, dopotutto. All’epoca tutti cercavano un’arte che fosse soprattutto valida come metodo marziale. Quando avevo 10 anni, avevo iniziato a fare Judo ed ero abbastanza bravo. Ho vinto diverse gare, finché un giorno mi fu fatto assaporare il sapore della sconfitta. Il mio avversario era a tal punto grosso – anche se eravamo solo dei ragazzini, lui pesava almeno 80 kg – che le mie tecniche contro di lui non funzionavano. Ad un certo punto siamo finiti entrambi a terra e lui mi è montato sopra: per quanto ci provassi, non sono riuscito più a levarmelo di dosso e ho perso la gara.
A mente fredda, riflettendo su quanto accaduto, ho deciso che dovevo trovare un modo per diventare più forte e allenarmi meglio, e questo l’ho potuto fare solo scegliendo un’altra arte marziale: questa era l’Aikido. Sono andato al dojo del mio quartiere e lì ho trovato Nishio Sensei.

CHIERCHINI
Nishio sensei era un insegnante severo?

SHISHIYA
No, per niente, era un uomo molto gentile. Anche all’inizio non fu una figura intimidatoria per me, anche se ero molto giovane, perché aveva sempre un sorriso sul volto. Nel suo dojo c’erano diversi esperti senpai budoka che erano anche senpai in altre arti marziali come Sumo, Judo e Karate – e tutti mi dicevano: “Nishio sensei è fantastico. Non c’è modo di attaccarlo e buttarlo giù”.
Nel corso degli anni ho poi assistito a questo fatto diverse volte. Durante la sua carriera di Budo, Nishio Sensei aveva sviluppato una straordinaria esperienza di combattimento. Non va dimenticato che in quel periodo, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Giappone era sotto il controllo degli Stati Uniti. Alcuni degli shihan dell’Aikikai, come Nishio, Tada e Kobayashi, furono inviati per dare dimostrazioni di Aikido nelle basi militari americane. Dopo una dimostrazione offerta da Nishio Sensei in una di queste basi, alcuni dei soldati presenti dissero di aver apprezzato la dimostrazione di Aikido e che l’Aikido era bellissimo, ma avevano un campione dei pesi massimi di boxe tra le loro fila: sarebbe piaciuto a Nishio sensei dimostrare il suo Aikido con lui come avversario invece del suo uke?

Ichiro Shishiya

Nishio Sensei non poté rifiutare, così si trovò di fronte a questo campione dei pesi massimi di boxe. C’è da dire che Nishio Sensei non era un uomo grossa statura, anzi pesava forse intorno ai 60 kg. L’americano gli si lanciò addosso con una rapida serie di colpi, ma Nishio Sensei si limitò a spostarsi sul suo lato debole e lo fece cadere a terra. Ora, mentre combattere a terra è una cosa abbastanza normale per un judoka o un aikidoka, per un pugile questa è una situazione insolita, e il campione si trovò in momentanea confusione. Una volta rialzatosi, il pugile cercò di nuovo di colpire Nishio Sensei, ma il maestro si spostò nuovamente e dalla sua nuova posizione vantaggiosa lo mise a terra. Questo accadde ancora qualche volta finché Nishio Sensei non notò che negli occhi dell’americano erano scomparse concentrazione e determinazione ed erano state sostituite dallo stupore. A quel punto, Nishio sensei si fermò, ma nessuno dei tanti soldati che assistevano alla gara riuscì a capire perché. Tutti gli chiedesero perché avesse interrotto il combattimento senza finire l’avversario. Nishio Sensei rispose: “Perché il vostro campione è il vincitore, mentre io ho perso”.
I soldati capirono ancora meno queste parole e un boato di protesta si levò dalla folla: avevano visto più volte il giapponese buttare per terra l’americano, quindi era ovvio per loro che lui avesse avuto la meglio nello scontro. Invece Nishio Sensei disse: “Il vostro campione è caduto più volte, ma si è sempre rialzato, pronto ad attaccarmi, mostrando uno spirito indomabile, da vero Samurai, e quindi lui è il vincitore e io il vinto”.
Questa è una storia bellissima e ricca di insegnamenti per tutti noi.

CHIERCHINI
Sono passati molti anni da allora e ora lei, sensei, è un insegnante di fama internazionale. Numerosi studenti seguono i suoi insegnamenti in tutta Europa all’interno della sua associazione ombrello e con quanto sopra sono arrivate le molteplici responsabilità correlate. Cosa è per lei l’Aikido oggi?

SHISHIYA
Quest’anno [2012] ho celebrato il mio 50° anniversario in Aikido. Quando ho iniziato da ragazzo, il mio obiettivo era diventare più forte, combattere ed essere un vincitore: una visione molto semplicistica, ora me ne rendo conto, ma all’epoca ero solo un adolescente… Nel corso degli anni, mi sono reso conto che la componente marziale è solo uno degli aspetti dell’Aikido, e non necessariamente il più importante.
Verso la fine della sua vita, Nishio Sensei ci spiegò come l’Aikido fosse quello che lui chiamava Yurusu Budo, che è anche il titolo del suo libro. L’espressione giapponese Yurusu Budo non può essere tradotta letteralmente nelle lingue occidentali, ma in un senso più ampio possiamo renderla come “Budo intriso di generoso perdono”.

Come viene espresso in termini pratici? Nella concezione comune delle arti marziali, non appena un avversario mi attacca, devo contrattaccare. Nishio Sensei, invece, la vedeva diversamente: quando l’avversario mi attacca, non devo reagire, dovrei invece perdonarlo generosamente. Se mi attacca di nuovo, devo perdonarlo di nuovo, e di nuovo se mi attacca una terza o quarta volta e così via. L’obiettivo del nostro studio sull’Aikido, quindi, non è combattere, ma perdonare. L’ultima parola di uno studente di Aikido è generosità.
O’Sensei ha definito il suo Aikido con la parola “Amore”, Nishio Sensei con l’espressione “Perdono Generoso”. Qual è la mia idea? Dopo tanti anni passati sul tatami, oggi penso che l’Aikido aiuti a sviluppare il legame relazionale con il partner: questo include sia l’idea di “Amore” che di “Perdono Generoso”.
Secondo me, chiunque veda l’Aikido come una serie di tecniche di combattimento incappa in un sensazionale malinteso. Qui il concetto di vincere o perdere non ha posto. Certo, non voglio essere ferito, per questo continuo a studiare come mettermi al sicuro in caso di scontro. A tal fine, però, non è necessario ferire l’avversario.
L’opinione normale su come terminare un combattimento sarebbe quella di infliggere più danni possibili all’avversario e poi chiedergli se si arrende. Questo è ormai fuori moda e privo di posto nel nostro mondo.

CHIERCHINI
Desideriamo ringraziare Ichiro Shishiya sensei per aver offerto questa preziosa opportunità ai lettori di Aikido Italia Network.

SHISHIYA
Sono io che ringrazio voi per l’intervista.

Copyright Simone Chierchini ©2013
Tutti i diritti sono riservati. Ogni riproduzione non espressamente autorizzata è severamente proibita

La nostra gratitudine va a Renato Filippin per l’aiuto offertoci nel realizzare questa intervista


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