Vi è un detto utilizzato per distinguere il Systema russo dalle altre arti marziali: “Ci basiamo sui princìpi. Noi non crediamo nella tecnica”
di MARIO PICCONI
Questo è un classico esempio di qualcosa che si perde lungo la strada della traduzione. I vari metodi di systema sono scientificamente precisi ed estremamente tecnici in tutto ciò che essi insegnano. Il modo in cui gli insegnanti interpretano i princìpi varia significativamente, alcuni si basano sulla prova sotto pressione attraverso il combattimento, altri si basano sull’esplorazione in modo morbido e lento, altri ancora si basano su un percorso intuitivo di auto-esplorazione.
Tecnica non è una brutta parola. Ci sono modi migliori per tirare un pugno, sfumature specifiche che devono essere conosciute sui blocchi e le leve, esistono tattiche che funzionano meglio di altre contro situazioni specifiche. Sarebbe meglio non fidarsi di un chirurgo che segue solo la sua intuizione; ci si aspetterebbe che abbia imparato le tecniche e gli approcci specifici, e che poi abbia trasceso la semplice tecnica ed imparato, con l’esperienza ad usare anche la sua intuizione. Perché dovremmo aspettarci niente di diverso da qualcosa di così essenziale come le competenze necessarie per proteggere le nostre stesse vite?
Un certo grado di tecnica sarà sempre necessaria, i principi sono il collante che tiene tutto insieme in una direzione coerente, che spiega come funzionano le tecniche e approfondisce la nostra comprensione di essi. La tecnica è il ponte verso la trascendenza e il percorso per l’intuizione. Bilanciare sia l’intuizione con l’analisi, la fede con la realtà, la tecnica con la linea di principio, è la chiave per l’eccellenza.
Molti sostenitori della tecnica insistono sul fatto che la tecnica è molto più necessaria, dicendo che un principio è solo una spiegazione teorica che non avrebbe mai potuto avere un senso senza la tecnica.
I fautori di un’educazione basata sui principi insistono sul fatto che la tecnica è in realtà un’interpretazione personale, che non c’è mai un solo modo “migliore” per fare qualcosa, anche qualcosa di meccanico come sparare o caricare una pistola.
Entrambe le “opinioni” hanno qualcosa di buono per quanto riguarda la tecnica, di essere una manifestazione di un principio, infatti senza esempi concreti, gli studenti sono lasciati nel vuoto. Senza principio però, la tecnica diventa un miscuglio di memorizzazione meccanica.
La realtà è che una buona formazione dovrebbe avere un certo grado sia di principi che di tecnica. La vera differenza si presenta meglio durante la prova sotto stress, la misura è la prova! Un pugile può allenarsi per anni ad avere un colpo perfetto, ma poi raramente riesce a porre fine al combattimento con un solo pugno. Le persone si muovono. Vieni colpito, ferito, sei stanco, ecc … Eppure, nessuno direbbe di Muhammad Ali e Sugar Ray Leonard che erano cattivi pugili perché vengono colpiti.
Nel momento in cui pratichiamo le “arti marziali” essere colpiti è normale, i media hanno condizionato la fantasia della gente che si aspetta una mirabolante tecnica contro un attacco reale.
Certo, le MMA stanno facendo molto per educare alla realtà del combattimento, ma molti insistono che in strada è diverso. In strada, non si tratta di combattere, si tratta di un’imboscata. Non avete tempo di combattere, si deve sopravvivere. Semantica! Sì, c’è una differenza tra sport e strada. Sì, c’è una differenza tra il combattimento ritualizzato e riuscire ad ottenere un risultato immediato, bam!!! due-tre secondi e tutto è finito…
Del resto, se non si può accettare la preparazione in un ambiente prestabilito, preparato, sicuro, cosa fa pensare che improvvisamente te la passerai molto meglio per la strada? Se non è possibile muoversi bene, non sarà possibile fare una tecnica bene. Se c’è l’abitudine ad usare i pugni imbottiti dai guantoni, quando il pugno andrà a segno ci potrebbe essere una brutta sorpresa, rompendosi il polso o accusando dolore alle nocche. Se non c’è una preparazione fisica adeguata e non si è in grado di gestire uno sparring, una lotta di strada non trasforma improvvisamente in guerrieri…
Ma non bisogna confondere il metodo con l’obbiettivo… Il fatto è che, se non ci si allena al disordine, ad improvvisare, ad adattarsi, allo stress, alla paura, al dolore, in modo fluido e continuo, a un certo punto, si allena solo la tecnica; ci si trova in ultima analisi, ad operare cognitivamente nel rispetto di arte ed estetica, e alla creazione di qualcosa molto più ritualizzato di qualsiasi sport, piuttosto che costruire la vera capacità di adattamento e abilità di combattimento.
Il Systema Siberian Cossack si basa su una combinazione fra princìpi, tecniche e sviluppo della sensibilità, mettendo l’attenzione sulla reale utilità delle tecniche, i princìpi vengono quindi ad essere utilizzati per raggiungere l’obiettivo primario, essere efficaci in minor tempo possibile.
Fonte: http://www.systemafirenze.com/3/post/2013/09/princpio-vs-tecnica.html
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