Hideki Hosokawa – Il Percorso Marziale


Tergu - 1990

Tratto dal libro-intervista “L’Imperscrutabile“, questo capitolo aiuta a far chiarezza sul percorso e le motivazioni del maestro Hideki Hosokawa, una delle luci-guida dell’Aikido in Italia, il cui contributo non potrà mai essere sottolineato abbastanza

di PAOLO BOTTONI

Apriamo la scatola dei ricordi. Come ho accennato diverse altre volte, ho conosciuto il maestro Tada e l’Aikido nel 1965, ma pensavo di avere troppe cose importanti da fare e quindi non iniziai a praticare Aikido, per quanto continuassi a frequentare il maestro Tada. Mi decisi, quasi 10 anni dopo, pensando: ‘Ho bisogno di una guida. La persona più affidabile, più competente e dotata di maggiore carisma che conosco è il maestro Tada. Mi butto sul tatami’.

Quindi nell’ottobre del 1974 finalmente salii sul tatami con i keikogi che si usavano all’epoca – di compensato, sia per la durezza sia per il colore, chi c’era se lo ricorderà, erano giallastri, durissimi – alla ricerca del maestro Tada. Guardavo di qua, guardavo di là… È arrivato un cosino – sapete che il maestro Hosokawa non è molto alto – con una gran zazzera di capelli neri e mi ha detto (l’ho già raccontato fin troppe volte): ‘Primo giorno?’. E io gli risposi, saccente: ‘Perché si vede??’

Avevo un’aria molto cretina, e avrete notato che ce l’ho ancora, ma quello fu il mio primo incontro con il maestro Hosokawa. Lui non parlò. Il tema della lezione quel giorno era nikyo e lui cominciò a farmi nikyo da una parte e dall’altra, da una parte e dall’altra, da una parte e dall’altra. L’Aikido a quei tempi era così. Visto con gli occhi di oggi può sembrare che fosse un Aikido rude, duro, ma niente affatto: era un Aikido molto amichevole. Chi ha frequentato il Dojo Centrale si ricorderà che l’atmosfera sul tatami era molto piacevole. Si viveva in un’intensa allegria e si praticava veramente con gioia. Di questo un pochino di merito sicuramente va anche a noi, ma la maggior parte del merito va al maestro Hosokawa, sicuramente.

Il maestro Hosokawa a Padenghe (1974)

Il suo percorso: il maestro Hosokawa iniziò con il Judo. Poi gli capitò di vedere non un video, ma un giornale a fumetti che parlava del maestro Ueshiba. Decise quindi che voleva provare a fare Aikido anche lui. Iniziò a praticare con il maestro Tada presso il dojo di Jiyūgaoka, il quartiere di Tokyo dove risiedeva il maestro Tada. Lì fece la conoscenza di altri maestri che molti di noi conoscono. Suoi compagni di pratica al Jiyūgaoka furono il maestro Toshio Nemoto e il maestro Masatomi Ikeda. Entrambi, su invito del maestro Tada, hanno lavorato a lungo in Italia.

Dopo aver iniziato l’Aikido e aver avuto anche un’esperienza che lui definisce ‘fugace’ nel Karate, sentì il bisogno di approfondire altri aspetti della cultura marziale giapponese. Ha quindi praticato, e tutti quelli che lo hanno seguito sanno che le ha insegnate anche in Italia, tre antiche scuole di spada: il Jikishinkage-ryū, il Muso Shinto-ryū e il Muso Shinden-ryū.

In realtà il maestro Hosokawa ci ha presentato non dico un sunto, ma le basi di queste scuole, perché riteneva, e secondo me a ragione, che non ci fosse possibilità per noi di esplorare tutto, essendo il tempo limitato ed essendo la pratica anche confinata alle rare occasioni in cui ci si poteva incontrare ai raduni (non so, una decina di incontri l’anno?). E anche se sono molti come seminari, sono però pochi per imparare bene sulle basi di un’arte marziale.

Qualcuno penserà che il Muso Shinto-ryu in realtà è una scuola di jo, non di spada. Si tratta invece di una scuola completa che prevede lo studio non solo del jo, ma anche della spada, del wakizashi, l’uso delle due spade in contemporanea, cosa questa che si crede confinata alla scuola del maestro Miyamoto Musashi. Del Muso Shinto-ryū, il maestro Hosokawa preferì che noi studiassimo solamente i Seitei Katachi, i dodici kata di base.

Per quanto riguarda il Muso Shinden-ryū, dato che il Maestro non aveva l’autorizzazione ufficiale all’insegnamento, lo praticava in forma privata all’interno dei dojo, ma mai durante i seminari. Si limitò all’Omori-ryū. Anche qui si tratta della base. Una volta che gli feci una domanda tecnica: ‘È il caso che studi anche il Chuden, l’Okuden, le forme più avanzate?’, il maestro mi rispose: ‘Impara la base. Puoi anche fermarti là, perché nella base c’è tutto’. Ed è quello che pensava anche a proposito dell’Aikido.

Sapete tutti che, per quanto riguarda il Jikishinkage-ryū, il maestro Hosokawa si è limitato a insegnare soprattutto il kata Hojo-ken. Perché queste tre scuole? Perché hanno avuto dei legami anche storici con il mondo dell’Aikido e perché sono quelle dove si possono trovare maggiori spunti di lavoro che possono essere trasportati in Aikido.

Hideki Hosokawa – Hojo-ken kata

Il maestro Hosokawa mi ha spiegato diverse volte che per quanto il maestro Tada non fosse stato molto dettagliato nelle sue istruzioni, su alcuni punti era stato molto fermo. Il compito dei maestri Hosokawa e Fujimoto era soprattutto di insegnare la base. Senza la base non si poteva andare avanti. Il maestro Hosokawa lo ha preso non dico alla lettera, ma molto sul serio, tanto è vero che credo dopo 2 anni che al Dojo Centrale ci tenne a praticare ichi-no-tachi, un kumitachi che credo tutti conoscano, un bel giorno passò a ni-no-tachi, la seconda forma. Al termine della lezione andammo a farci la tipica doccia fredda del Dojo Centrale. Lui stava accanto a me, e tra un’insaponata e l’altra io lo prendevo un pochino in giro. Dicevo: ‘Maestro, ci abbiamo messo due anni per passare da ichi-no-tachi a ni-no-tachi. Di questo passo, anche senza calcolatrice, direi che in dieci anni ce li facciamo tutti e cinque’. La sua risposta, molto sorridente, ma forte nella chiarezza della sua autorità fu: ‘Ma tu sei sicuro che ci andrai mai avanti?’ Ecco, questo rispecchia la filosofia del maestro Hosokawa.

Qualcuno può pensare allora che lui fosse soltanto base. No. Una volta poste le basi, l’Aikido del maestro Hosokawa era molto articolato, complesso e affascinante. Al Dojo Centrale ho avuto spesso occasione di essere il suo uke. Hosokawa sensei non chiamava la tecnica, non diceva ‘Facciamo aihanmi’ o ‘Facciamo gyakuhanmi’. Lo dovevi capire. A partire dalla tecnica di base, poteva svilupparsi un discorso che andava avanti per tutta l’ora della lezione. Per esempio, si partiva da aihanmi, lui mostrava ikkyo o shihonage o quello che voleva fare e tu lo studiavi… E poi: ‘Cambio tecnica!”, e tu, suo uke, provavi a entrare in aihanmi, e lui non te lo faceva fare. Capivi che voleva qualche altra cosa e tu dovevi intuirlo al volo: ‘Cosa vuole?’ Per esempio, ushiro-waza. Allora partivi in ushiro-waza…

Nella didattica del maestro Hosokawa, questo approccio tendeva a svincolare da lui l’allievo. Molti maestri, e molti allievi, hanno un vincolo continuo e indissolubile. L’allievo ha bisogno del maestro: ‘Maestro? Cosa devo fare oggi?’ Il maestro ha bisogno dell’allievo, ha bisogno di qualcuno a cui insegnare. Non è questo che voleva Hosokawa. Voleva che l’Aikido creasse indipendenza. Voleva che fossimo in grado di camminare da soli. Questo non per rompere il legame, ma per renderlo più forte. Quando si è legati dal bisogno, non è un rapporto sano o perlomeno non è un rapporto che può arrivare a grandi vette. Quando ci si incontra senza un tornaconto, quando ci si incontra semplicemente perché si ha piacere di incontrarsi, allora sì, si può parlare di un rapporto profondo, di legame vero, autentico.

Copyright Simone Chierchini ©2021 
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L’Imperscrutabile
A Proposito di Hideki Hosokawa

I Dialoghi Aiki #11
di S. Chierchini, P. Bottoni, F. Martufi, P. Vespri

“Se piace, prendete. Se non piace, lasciate”.
Hideki Hosokawa sensei ha insegnato in Italia e in Europa esattamente per 30 anni.
Era un praticante e un insegnante colto, che produsse un Aikido pieno di suggestioni e rimandi, di implicazioni e connessioni.
L’Aikido di Hosokawa sensei non era “facile”, ma profondamente coinvolgente
per gli studenti più attenti.
Questa pubblicazione vi porta un colloquio a quattro per dar voce al maestro Hosokawa, che purtroppo da anni non sentiamo.
Quattro allievi storici del maestro si sono ritrovati nel tentativo di descrivere chi era Hosokawa sensei, un uomo e un maestro che ha dato un contributo mai abbastanza sottolineato allo sviluppo dell’Aikido in Italia

Contenuti del libro: Biografia di Hideki Hosokawa. Introduzione. La Scatola dei Ricordi. La Scomoda Ombra del Maestro Tada. La Fase Romana. Il Trasferimento in Sardegna. Difficile da Leggere? L’Aikido come Asobi. Le “Variopinte” Sessioni di Esame. Il Rapporto Hosokawa-Fujimoto. Un Severo Correttore (e non Solo di Bozze). La Malattia del Maestro. Supplemento: Hosokawa Hideki, Uomo e Aikidoka

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