Gianni Gioconto, il Maestro Gentiluomo


Quest’anno, abbiamo perso un altro pezzo di storia importante dell’aikido in Italia: è mancato a soli 67 anni, Gianni Gioconto Shihan, 9th Dan della Kinokenkyukai internazionale.

di ROBERTO DALLA VALLE

L’ho conosciuto nel 1980 durante il mio primo seminario con il M. Yoshigasaki a Lusiana in provincia di Vicenza, dove nasceva un nuovo dojo di Ki Aikido. Era da poco costituita l’associazione Kinokenkyukai Italia e Gianni era uno dei fondatori.

All’epoca ero una semplice cintura gialla e stavo muovendo i primi passi nel fantastico mondo dell’aikido.

Nonostante l’attenzione fosse rivolta al maestro giapponese, notai subito Gianni di Novara (così lo si chiamava spesso) perché Sensei Yoshigasaki lo sceglieva spesso come Uke e lo faceva veramente bene! Avevo imparato fin da subito che per praticare Aikido con una persona era sufficiente un inchino verso di essa.

Con la curiosità e la sete di sapere di un principiante, il terzo giorno di seminario ebbi il coraggio di farlo verso il M. Gianni che con un sorriso smagliante accettò e mi disse: “Prego!”

Con mio stupore mi prese al polso, iniziammo a praticare e mi insegnò moltissimo, facendo semplicemente da uke. Nonostante il suo fisico ‘importante’, Gianni era morbidissimo e flessibile. Pensai: è così che vorrei praticare!

Incontrai Gianni i mesi e gli anni successivi ad ogni seminario del M. Yoshigasaki, lui era sempre presente, sempre disponibile. Più imparavo più mi rendevo conto della ‘grandezza’ di Gianni; mi stupiva sempre il suo essere pronto a qualsiasi tipo di domanda.

Nella pratica del KI era veramente forte, nelle tecniche di Aikido si muoveva sempre in maniera ‘pulita’ ed armonica, ma a mio avviso dove Gianni aveva una marcia in più rispetto a tanti altri maestri era nella pratica del Bokken e del Jo (spada e bastone giapponesi).

Quando io dovevo affrontare gli esami di un certo livello, diciamo dal primo Dan in sù, una telefonata a Gianni non mancava mai, seguita spesso da un incontro dove mi faceva sempre vedere dei piccoli dettagli ma di grande importanza.

Ricordo come fosse adesso, un incontro con lui a Milano (teneva regolarmente i corsi di Aikido congiuntamente a Novara) prima di sostenere l’esame di Okuden (grado di KI). Mi sentivo preparato, ma non pronto; qualche dubbio mi passava ancora per la testa, come spesso succede prima di tutti gli esami.

Nonostante il dojo non fosse il mio, Gianni si prese del tempo per vedere assieme a tutti i suoi allievi, gli esercizi su cui sarei stato testato all’esame. I suggerimenti e le correzioni li ricordo ancora e soprattutto ricordo la sua frase: “Vedrai che andrà bene” e così andò.

Mi sarebbe piaciuto averlo come Maestro, da sempre.

Aveva un modo di correggere esemplare; non diceva mai “stai sbagliando” ma semplicemente “prova in questo modo” “io farei  così” e aveva sempre ragione!

E anche se era uno dei Maestri più bravi, non lo voleva mai far vedere ne tantomeno pesare. Dal Doshu K. Yoshigasaki ha ricevuto infatti il titolo di Shihan (esempio da seguire) e il 9 dan (massimo grado in Italia).

In tatami e non solo, Gianni era sempre gentile e sorridente. Nel quotidiano sempre altruista e generoso. Un gentiluomo. Non l’ho mai visto arrabbiato o adirato e se qualcosa non ‘tornava’ o voleva criticare qualcuno, lo faceva sempre in maniera elegante, costruttiva e da vero signore. 

Anche fuori dalla palestra, sapeva essere una persona di compagnia, si parlava di lavoro (meriterebbe un articolo a parte) di astronomia, di politica e soprattuto ancora di Aikido; amavo sentire raccontare i suoi trascorsi e le sue prime esperienze in questa fantastica arte.

Purtroppo negli ultimi mesi, a causa anche della sua malattia, ci siamo sentiti solo per telefono. 

Un anno fa ha tenuto un seminario a Vicenza con me ed i miei allievi e voglio portare con me il ricordo di quelle ultime fantastiche ore passate assieme!

Gianni per me era un mito e rimarrà un mito.

Una cosa mi fa star bene, in tutti questa anni di pratica e di insegnamento, ha formato bravissimi maestri e istruttori che sono sicuro continueranno a seguire il suo ‘buon esempio’ nel migliore dei modi, con impegno, volontà e perseveranza.

Grazie ancora Gianni, Gianni di Novara

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